Il Patriarca Kiril in Polonia. In attesa di incontrare il Papa
Sarà un messaggio comune ai popoli in lingua polacca e lingua russa il momento più importante della visita che il patriarca ortodosso Russo Kirill si appresta a fare in Polonia, dal oggi al 19 di agosto. È la prima volta che un capo della Chiesa ortodossa va in visita in Polonia. Un evento “che non deve essere trattato come in termini politici”, ha dichiarato l’arcivescovo Jozef Mikhailik, presidente della Conferenza Episcopale Polacca, all’agenzia stampa cattolica polacca KAI. Un evento che potrebbe aiutare però a superare un altro degli ostacoli che portano verso un incontro tra il Patriarca ortodosso e Benedetto XVI. Un incontro che dovrebbe avvenire in un territorio neutro (né Roma né la Russia) e per il quale di recente si è candidata la Finlandia.
È diverso tempo che si cerca di organizzare un incontro tra Benedetto XVI e il Patriarca Kirill. Già con il predecessore di Kirill, Alessio II, la situazione si era cominciata a sgelare, grazie alla decisione di Giovanni Paolo II di inviare in dono al patriarcato di Mosca l’icona della vergine di Kazan, un fatto che aveva reso possibile che ai funerali di Giovanni Paolo II e alla intronizzazione di papa Benedetto XVI fossero presenti praticamente tutti i patriarcati ortodossi, compreso quello di Mosca: un fatto mai avvenuto in tutta la lunga storia della Chiesa. Da quando Kirill è diventato patriarca ortodosso di Mosca, eletto con una maggioranza sorprendente al sinodo, le aperture della Chiesa ortodossa nei confronti della Chiesa Cattolica romana sono andate crescendo. Appena eletto Kirill – che aveva diretto e contribuito alla redazione delle Basi della Concezione Sociale della Chiesa Ortodossa Russa – ha voluto prendere visione del Compendio di Dottrina Sociale della Chiesa, stabilendo un rapporto con il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace per cercare un “ponte” per il dialogo anche in quel campo. Nonostante – per una polemica con il patriarcato di Constantinopoli – nessun rappresentate del Patriarcato Russo fosse presente all’incontro ecumenico di Ravenna, il Patriarcato di Mosca ne approvò successivamente il documento sul ruolo universale del vescovo di Roma, che veniva definito il “protos” (primo) dei patriarchi, sebbene non avessero trovato un accordo sul modo in cui questa “primazia” venisse esercitata. E il patriarca Kirill aveva anche fatto tradurre e pubblicare in russo il libro “Europa Patria Spirituale” che raccoglie i discorsi di Benedetto XVI in Europa, in una iniziativa congiunta con la Libreria Editrice Vaticana.
Ma i passi avanti ci sono, e sono innegabili. Tanto che lo stesso Kirill, incontrando recentemente il premier italiano Mario Monti a Mosca, ci ha tenuto a far sapere che i rapporti con Roma sono molto migliorati. Eppure, l’incontro ufficiale tra il Papa e il Patriarca non è ancora avvenuto. Si era pensato che un luogo ideale sarebbe stata la Croazia, durante il breve viaggio di Benedetto XVI. Poi si è pensato addirittura ad una località come Bari, un posto ecumenico per eccellenza. L’ultima ipotesi è di fare quest’incontro in Finlandia. In giugno, Kirill ha incontrato a Mosca tre leader cristiani finlandesi: l’arcivescovo Leone della Chiesa Autonoma Ortodossa, l’arcivescovo Luterano Kari Makinen e il vescovo cattolico Teemu Sippo di Helsinki. Questi hanno invitato il patriarca a fare una visita ufficiale in Finlandia, e confidano che l’invito venga accettato. Poi, i tre religiosi si sono recati a Roma per il settantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Finlandia, e lì hanno lanciato l’idea di un possibile “incontro” o una visita congiunta.
Si tratta per ora solo di ipotesi. Ma è proprio la spinta dell’ecumenismo ad essere uno dei nodi cruciali della fronda anti-Kirill nella Chiesa Ortodossa Russa, il vero motivo per cui ancora non si è riuscito a organizzare un incontro ecumenico con la Chiesa di Roma, mentre Kirill aveva già incontrato tre volte Benedetto XVI in Vaticano (tra il 2005 e il 2007), quando era presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. Più volte, il predecessore di Kirill, Alessio II, aveva dovuto fare i conti con una spinta anti-ecumenica in Russia, tanto che in una riunione del Consiglio Ortodosso Russo dei vescovi del 1994 dovette addirittura fronteggiare la richiesta, fatta da alcuni membri conservatori del patriarcato di Mosca, di ritirarsi da tutte le organizzazioni ecumeniche.
Va decisamente in un’altra direzione invece il patriarca Kirill. Che ha dato un contributo importante alla riunificazione della Chiesa ortodossa russa all’estero col Patriarcato di Mosca, un avvenimento che chiude una ferita generata dal regime comunista. Nel suo discorso introduttivo al Concilio dei vescovi, quello che ha preceduto il Concilio della Chiesa per l’elezione del patriarca, il metropolita Kirill ha poi sottolineato il lavoro fatto per evitare la separazione della Chiesa ortodossa ucraina, spinta dal potere politico di Kiev che, in occasione della celebrazione dei 1020 del battesimo della “Rus”, nello scorso luglio, ha cercato di ottenere l’appoggio del patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli all’autocefalia. Era apparso evidente come il merito di evitare lo “scisma” fosse stato proprio del metropolita Kirill. Un uomo che ha le qualità di comunicatore, che sa rivolgersi alle masse o parlare alla televisione. Non a caso ha tenuto per anni un programma alla tv statale.
Già negli anni Settanta, Kirill ha inoltre rappresentato la Chiesa di Mosca nel Consiglio mondiale delle Chiese (Ginevra) e, poco prima della sua elezione, aveva accettato di essere co-presidente della Conferenza mondiale delle religioni per la pace.
Ma la figura di Kirill, in Russia, non è universalmente amata, specialmente dal fronte più conservatore della Chiesa ortodossa russa, e anche da quanti lo accusano di avere un legame troppo stretto con il presidente Vladimir Putin, da lui definito “un dono di Dio”. Se le ultime polemiche hanno riguardato soprattutto uno stile di vita troppo lussuoso del patriarca – complice una foto che lo ritraeva con un orologio Breguet da 30 mila euro –, in molti hanno puntato il dito sul modo in cui Kirill (al secolo Vladimir Gundyaev) abbia fatto fortuna. Nel 1996, Kirill divenne membro del Cda della banca Peresvet, che si occupa degli interessi finanziari della Chiesa ortodossa. E proprio in quegli anni viene riportato sulla stampa che Kirill aveva dal 1994 in poi organizzato le importazioni di prodotti ad alta tassazione – soprattutto tabacco – sotto le agevolazioni per le tasse della Chiesa ortodossa, considerata un ente non profit. Un “aiuto umanitario”, sarebbe stato successivamente definito, un escamotage che aveva permesso alla Chiesa ortodossa di fare velocemente utili e salvarsi dalla bancarotta in cui la stava gettando la gestione e il restauro delle Chiese, ritornate sotto la gestione del Patriarcato dopo la disgregazione dell’Unione Sovietica. Una storia rilanciata a più riprese, questa, ufficialmente smentita di recente dal Patriarcato di Mosca. Come viene rilanciato a più riprese il fatto che Kirill sia stato un membro del Kgb, con il nome di agente Mikhailov. Un dato, questo, che non deve sorprendere, se si considera il giogo strettissimo in cui erano tenute le religioni sotto il regime sovietico, motivo per cui moltissimi membri del clero accettavano di essere inquadrati nella nomenclatura per poter esercitare liberamente il culto.
Il giogo comunista non risparmiò la Polonia, che però rimase nell’animo profondamente cattolica. La religione cattolica in Polonia, come quella ortodossa in Russia, hanno contribuito al senso di unità nazionale dei due Stati. E ora, in un processo di guarigione storica, si apprestano a celebrare la prima visita del Patriarca ortodosso in Polonia. Una visita preparata anche da un’altra occasione: la presenza, lo scorso 15 luglio, di Kirill a Katyn, dove ci fu l’eliminazione da parte dell’Nkvd sovietica di 20.000 ufficiali e membri dell’élite politico-culturale polacca, che per anni la contro-propaganda sovietica ha attribuito ai nazisti. Katyn si trova nella diocesi ortodossa di Smolensk, la diocesi che fu guidata dallo stesso Patriarca fino alla sua elezione. A Katyn, Kirill ha consacrato la nuova chiesa ortodossa della Resurrezione di Cristo. Sopra uno degli altari laterali della nuova chiesa sarà posta l’immagine di Nostra Signora di Czestochowa, che sarà donata al patriarca Kirill proprio dall’episcopato polacco durante la sua storica visita. E davanti all’altare, alla luce dei risultati del dialogo, saranno celebrate anche messe cattoliche.