Il momento presente

Haiku 169

un’ambulante – 
“mazzetti di lavanda
da regalare!”

woman peddling – 
“lavender nosegays
to give as gifts!”

 

La parola non è mai casuale, o almeno non lo è una parola che crea. In strada, una donna vende fiori fragranti per pochi centesimi. Per una manciata di spiccioli, l’esperienza della natura che inebria e rinnova i sensi. E li fa ringraziare per ciò che è creato: molto più prezioso dell’arte umana, si dà senza condizioni, è alla portata di chi vorrà coglierne. A nessuno nega la propria ricchezza.

Haiku 168

un desiderio
di mandorli fioriti
più della neve

 

a wish
for almond trees blooming
more than the snow does

Inverno, tempo di speranza. Per gli occhi, ogni giorno, sono innumerevoli le meraviglie. La neve, candore assoluto e un senso di pienezza lieve, silenziosa. Presto sarà sciolta, ne berranno i campi. E  allora il cuore, che di Bellezza vive, già si prepara ad altra meraviglia. Prefigura la rotondità bianca dei nuovi fiori che affolleranno i rami, può quasi avvertirne il profumo da un prato assolato. Nel desiderio, fa spazio all’attesa. Si fa esso stesso attesa.

Haiku 167

banchi di nubi –  
intuisco visioni
dimenticate

 

cloud banks –  
I can sense forgotten  
visions

Nuvole. Le abbiamo ammirate tanto, da bambini. Le abbiamo viste passare leggere e sfilacciate, come distratte, a primavera, in quei pomeriggi finalmente luminosi di risate, in bicicletta. O procedere pompose e solenni, in banchi grigi e lenti. Talvolta, nei momenti in cui il corso dell’esistenza è sembrato improvvisamente accelerare, le abbiamo viste correre sulla nostra testa. Quasi ad annunciare il nuovo che arriva, la vita che bussa alla porta e regala persone nuove, apre scenari. E noi, aggrappati dall’altro capo di una fune invisibile, lo sguardo fiducioso, a dire “sì”. Per crescere.

Bertone a Lecce: “Siate perseveranti nel bene e nella carità”

La “Casa della carità” di Lecce “è il segno della carità che si fa concreta e visibile”; anche “nel Salento, zona eccezionale, benedetta da Dio per la sua storia, la sua arte e la sua solidarietà”. Lo ha detto il cardinale Tarcisio Bertone, che domenica scorsa ha inaugurato la nuova struttura della diocesi, “assai impegnata – ha aggiunto – nel servizio alle diverse forme di antiche e nuove povertà”.
D’altronde, ha spiegato il Segretario di Stato vaticano, “se vogliamo essere autentici discepoli di Cristo, dobbiamo sempre farci attenti alle persone che hanno bisogno del pane quotidiano e del pane dell’amore, per accogliere, sostenere, offrire ospitalità ai molti che bussano al cuore della nostra Chiesa”. Dobbiamo essere “perseveranti nella gara per il bene e la carità”, ha sottolineato ancora. E poi ha aggiunto: “la concreta solidarietà diventa luce e forza per il cammino della famiglia: il futuro della solidarietà in questa comunità diocesana sta anche nelle vostre mani”.

Haiku 166

soffi di vento –
lo sguardo ed una foglia
l’unica danza

breaths of wind –
the gaze and a leaf
the only dance

Autunno. Mentre la vita scorre rapida, in un orizzonte tracciato di scie di automobili e case sparse, un ricciolo di verticalità scompiglia i capelli, turba i baveri alzati. A naso in su, la novità arriva in giravolte: sospinto sul fondo grigio del cielo, a riprese alterne, un veleggiare di foglie gialle. Da quale ramo, da quali radici vengano, esauste, è impossibile dirlo. Il solo legame con l’esistenza è ormai in questo sguardo che sceglie di accompagnarne una, una sola, nel suo movimento caduco, leggero e imprevedibile.

Haiku 165

consolazione
come la melagrana
che qui è sparsa

consolation
like the pomegranate
scattered here

Un’immagine autunnale, il frutto del melograno. In una casa attraversata dai primi freddi, su una tavola che con i pasti dispensa calore. Nel grigio diffuso che il cielo proietta dalle finestre, il frutto desiderato si frantuma, disseminato in una folla di grani carminio. Meraviglia dei bambini, qui è la bellezza misteriosa di quel che nel rompersi, nello sgranarsi, nel morire lascia fissare su di sé lo sguardo.

Haiku 164

una bambina –
la vecchia foto al mare
con mio padre

a little girl –
the old photo on the beach
with my father

 

Un paesaggio marino, il sole d’ogni estate. Che nulla di più di un’estate qualunque sarebbe, se a farla teatro del ricordo non ci fosse una sagoma da riconoscere. Familiare. Mio padre stava fermo, guardava forse qualcosa all’orizzonte, a filo di un blu certamente più generoso di quel che oggi si lascia bere dagli angoli di una foto sbiadita. Aggrappata al suo fianco, spaventata forse dall’obiettivo, una bambina.

Haiku 163

una lumaca –
neppure il sole ignora
il suo passaggio!

 

a snail –
not even the sun ignores
its passage!

 

Leggere uno haiku è essere disposti a farsi sorprendere dalla grandezza di ciò che è minimo. In qualche modo, la lettura chiede l’esercizio di mettere da un canto la fascinazione della grandezza e della complessità, per affinare invece lo sguardo su ciò che intorno, con nuda semplicità, meravigliosamente “è”. Nei miei haiku, vera protagonista è la creaturalità di ogni vivente: riconosciuta, contemplata, illuminata, essa è sorgente di gratitudine. Come quando, tornando a casa un pomeriggio dopo la pioggia, ho visto passare, sulla pietra bagnata, la lumaca dello haiku di oggi. Con una scia luminosa e unica, fatta per la meraviglia degli occhi e la gioia del cuore. 

Haiku 162

dietro la scia
del treno della notte
due o tre case

behind the wash
of the night train
two or three houses

Haiku 161

Settembre, piove.
Odorava di sabbia
l’ultimo scroscio!

 

September, it’s raining.
And yet it smelled of sand,
the last downpour!

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