La terza Domenica di Avvento presenta il precursore di Gesù: Giovanni Battista

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L’avvento è tempo di attesa! L’attesa che viviamo è un’attesa gioiosa. Questa domenica è detta: ‘lastre’: comincia con le parole di Paolo: ‘Rallegratevi sempre nel Signore’. Il motivo di questa gioia è semplice: il Signore è vicino. La figura che domina nel Vangelo è Giovanni Battista: un uomo che destò tanto entusiasmo attorno a sé da suscitare interesse  in tutta Gerusalemme; un uomo che ha una missione da espletare: preparare la via al Signore.

Un uomo che invita alla penitenza e alla conversione con le parole e l’esempio della sua vita; Egli si presenta con il dire: ‘Convertitevi, il Regno di Dio è vicino!’  La gente accorreva a lui e si domandava: chi è costui? E’ forse il Messia che aspettiamo? I farisei e i Capi del popolo mandarono a lui una delegazione con domande incalzanti: chi sei?, chi credi di essere?, sei Elia?, sei il profeta che aspettiamo?, perché battezzi?

L’inchiesta ha lo scopo di accertare la vera identità di Giovanni, che aveva destato tanta gioia e interesse.  Alla delegazione Giovanni risponde: No! (per ben tre volte). Non dice: io sono…, ma io non sono quello che voi pensate; io sono solo la voce che grida: ‘Convertitevi!’; io parlo ma le parole non sono mie. Io battezzo con acqua, ma c’è uno che voi non conoscete, viene dopo di me e al quale non sono degno di sciogliere i legacci dei sandali; è Lui che battezzerà con il fuoco divino.

Giovanni non approfitta dell’entusiasmo suscitato nel popolo; non svende la sua personalità per apparire un personaggio sulla cresta delle onde. La sua risposta è assai chiara: Io non sono il Cristo , il Messia. La grandezza personale di Giovanni sta tutta nella ferma coscienza dei propri limiti e nella fedeltà alla propria missione. Io sono la voce che invita a cambiare vita, a diventare retti ed onesti  perché il Regno di Dio è vicino.

La voce è qualcosa di esile, ma è una cosa che ha un compito da esplicare. Certo c’è voce e voce: c’è una voce che è solo una emissione di suoni, c’è la voce   che è un vero messaggio divino. Giovanni è la voce di Dio che chiama, che invita a preparare la via del Signore. 

La gente aveva scambiato Giovanni per il Cristo, per il Messia ed era accorsa da tutta Gerusalemme al fiume Giordano; ma Giovanni chiarisce bene: non sono il Messia, non sono il Profeta, anzi vi dico che Egli è già in mezzo a voi, ma voi non lo conoscete; io Giovanni svolgo la mia missione di voce che invita alla conversione. 

In questo Natale 2023 dovremmo forse porgere la stessa domanda a noi stessi. Chi sono io?, chi sei tu?; ci prepariamo veramente al Natale, alla venuta di Cristo Gesù? Qual è la missione che svolgiamo ciascuno di noi? La missione del Cristiano è identica a quella di Giovanni Battista; questi non era ‘la luce’, ma è venuto per rendere testimonianza alla Luce perché tutti credessero per mezzo di lui. 

Giovanni Battista era solo ‘una lucerna che arde e splende’ (Gv. 5,35); l’evangelista lo introduce in forma solenne: ‘Venne un uomo mandato da Dio; venne come testimone per rendere testimonianza alla luce’. Il Battista è stato il primo testimone di Gesù con la parola e con il dare la vita per la difesa della verità di Dio.

Con la venuta di Gesù, con la costituzione della Chiesa ciascuno di noi  è chiamato a rendere testimonianza alla Luce sia con le parole che con la vita e le opere. Quando ci presenteremo dinanzi a Dio, dobbiamo rispondere se, come Giovanni, siamo stati testimoni credibili  con le parole e con le opere. 

Non basta parlare, predicare, battezzare, bisogna essere esempio vivo di quello che siamo diventati con il Battesimo: figli di Dio, fratelli e sorelle tra di noi. Dio è amore, si rende testimonianza con l’amore concreto. Si celebra il Natale amando non solo con le parole ma con i fatti: allora, e solo allora si è credibili.

La salvezza annunciata da Cristo Gesù è avere la vita. Gesù viene a noi dicendo: io sono il Vivente, non voglio la morte  ma la vita. Cosa desidera l’uomo se non vivere, avere la vita; Gesù dice: ‘Sono venuto perché chi crede in me abbia la vita e l’abbia in abbondanza’ (Gv. 10, 10). Si tratta di una vita che inizia sulla terra ed ha la sua continuità  nei cieli. Per questo Gesù moltiplica i pani … nella preghiera ci fa dire: ‘dacci oggi il pane quotidiano’.

La salvezza portata da Gesù si misura su questo terreno, sulla capacità di contrastare la logica di morte in nome di Cristo Gesù, che  è il pane della vita. Prepariamoci al Natale del Signore vivendo dell’Eucaristia, pane di vita eterna. La vita sulla terra è preparazione alla vita nel Regno dei cieli.  Amci, carissimi, buon Natale e viva la vita, dono di Dio all’uomo.

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