Papa Francesco: intelligenza artificiale contribuisca alla pace

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“La Sacra Scrittura attesta che Dio ha donato agli uomini il suo Spirito affinché abbiano ‘saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro’. L’intelligenza è espressione della dignità donataci dal Creatore, che ci ha fatti a sua immagine e somiglianza e ci ha messo in grado di rispondere al suo amore attraverso la libertà e la conoscenza. La scienza e la tecnologia manifestano in modo particolare tale qualità fondamentalmente relazionale dell’intelligenza umana: sono prodotti straordinari del suo potenziale creativo”.

Così inizia ‘Intelligenza artificiale e pace’, messaggio di papa Francesco per la 57^ Giornata mondiale della pace, che si celebra il 1 gennaio, presentata da p. Riccardo Lufrani, docente di Teologia delle tecno scienze e di Teologia Morale all’Università LUMSA di Roma; prof.ssa Barbara Caputo, docente al Politecnico di Torino, co-fondatrice e presidentessa di Focoos.ai; dal Prof. Mathieu Guillermin, docente associato presso l’Université Catholique de Lyon e coordinatore del progetto internazionale ‘New Humanism at the time of Neuroscience and Artificial Intelligence’ e dal card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che ha sottolineato la visione papale del ‘segno dei tempi’:

“Papa Francesco scorge nel progresso dell’intelligenza artificiale un ‘segno dei tempi’: un tratto distintivo del presente, in continuo cambiamento e che lascia presagire maggiori trasformazioni in futuro. L’espressione ‘segno dei tempi’ indica una nuova realtà umana che emerge da ciò che sta accadendo intorno a noi, che la Chiesa interpreta alla luce del Vangelo, e nella quale noi riconosciamo la buona novella del Regno di Dio venirci incontro. Possono derivarne vari giudizi: alcuni positivi, alcuni negativi; a volte di riconoscenza ed elogiativi, a volte di delusione e persino denunciatori”.

Però l’intelligenza artificiale non è neutrale: “Al contempo, non dovremmo paragonare il progresso tecno-scientifico a uno strumento ‘neutrale’ come il martello: se un martello contribuisce al bene o al male dipende dalle intenzioni di chi lo usa, non da quelle di chi lo produce.

Le tecnologie digitali basate sull’intelligenza artificiale, invece, ‘incorporano’ i valori individuali e sociali dei loro creatori; successivamente esse riflettono anche i valori dei loro utilizzatori. Papa Francesco denuncia il ‘paradigma tecnocratico’, un uso spregiudicato della tecnologia, esclusivamente governato dalla brama di profitto e da interessi di parte…

Ciò che più ci spaventa è l’uso delle intelligenze artificiali ai fini della guerra. Oltre ad essere sempre più sofisticate e distruttive, queste tolgono la responsabilità umana dalla scena della battaglia. In definitiva, nessuno preme il grilletto o fa cadere la bomba, solo un algoritmo”.

Per questo è necessario educare all’uso degli strumenti: “Per quanto riguarda l’informazione, ci sono nuovi modi per distorcere deliberatamente le parole e le immagini, per disinformare e manipolare, e questi seriamente mettono in pericolo l’ordine civile e il governo democratico.

L’educazione, sottolinea il Santo Padre, è fondamentale: formare coloro che progettano gli algoritmi e le tecnologie digitali affinché siano essi stessi più responsabili; poi educare tutti, soprattutto i giovani, a usare le nuove tecnologie in modo consapevole e al pensiero critico rispetto al loro impatto, soprattutto sui poveri e sull’ambiente”.

E questo dipende da ciascuno: “La supervisione e la regolamentazione delle nuove tecnologie sono necessarie in tutte le fasi, dalla concezione alla commercializzazione, fino all’uso effettivo. Abbiamo solo noi stessi (l’umanità) da incolpare per eventuali risultati distruttivi e ripercussioni sfavorevoli. Per disciplinare lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale in modo responsabile, sono necessarie normative efficaci all’interno degli Stati, nonché accordi multilaterali e trattati vincolanti”.

Mentre p. Riccardo Lufrani ha sottolineato che Dio ha dato l’intelligenza all’uomo per ‘governare l’universo’: “Il messaggio di Papa Francesco si apre riaffermando l’alta dignità che Dio concede all’uomo, chiamandolo a partecipare al governo dell’universo.

Dio ha dotato l’uomo della capacità di trasformare il mondo, come ricorda Francesco citando la ‘Gaudium et Spes’. Questa capacità si fa sempre più efficace con il progresso delle scienze e delle tecniche, che accresce il potere di dominio dell’uomo sulla natura e gli permette di costruire sempre più efficacemente la realtà storica”.

Nel messaggio il papa ha sottolineato luci ed ombre dell’intelligenza artificiale: “Da anni papa Francesco ci avverte che stiamo vivendo un cambiamento d’epoca: l’uomo sta trasformando la realtà storica e naturale in modo radicale.

Tuttavia, gli effetti di questa trasformazione non sono univoci: il miglioramento generale delle condizioni di vita dell’umanità, sottolinea infatti il Pontefice, va di pari passo con crescenti destabilizzazioni e disuguaglianze che minano la pacifica convivenza.

Papa Francesco individua nell’Intelligenza Artificiale la tecnologia che più di tutte amplifica la capacità trasformativa del mondo, sottolineandone con precisione impatti positivi e rischi”.

Il messaggio del papa è invito quindi a costruire la civiltà della pace: “Occorre una metafisica realistico-dinamica che renda conto del funzionamento della realtà storica, fornendo categorie metafisiche realiste che ci permettano di operare nella costruzione della società in armonia con la legge eterna.

Lo strumento interpretativo filosofico-teologico realistico-dinamico individua le leve che governano la realtà storica, attraverso le quali possiamo infondere nella società il contenuto della carità sociale e politica, che si esplicita nei cinque principi della Dottrina Sociale della Chiesa.

Non ci resta che accogliere l’invito del Papa a contribuire, ognuno nel suo ambito, a garantire che i progressi nello sviluppo di forme di Intelligenza Artificiale “servano in definitiva alla causa della fraternità umana e della pace nel mondo,” cioè a costruire la Civiltà dell’Amore e della Pace”.

Mentre la prof.ssa Barbara Caputo ha sottolineato la necessità di un costante impegno affinchè essa diventi uno strumento di pace: “Perché l’Intelligenza Artificiale sia strumento di Pace, dobbiamo impegnarci perché questo cambi…

Dobbiamo impegnarci a garantire formazione tecnica di qualità nel campo dell’Intelligenza Artificiale a tutte le giovani donne e uomini, da tutto il mondo, che desiderano mettere a frutto i loro talenti in questa disciplina, con dedizione ed entusiasmo. L’Intelligenza Artificiale sarà vero progresso per l’umanità solo se la sua conoscenza tecnica approfondita cesserà di essere dominio di pochi”.

Infine il prof. Mathieu Guillermin ha parlato di un messaggio di speranza: “Un messaggio di speranza perché, lungi da qualsiasi rifiuto tecnofobico, riconosce il grande potenziale positivo dell’IA. Ma anche un appello all’impegno e alla responsabilità, poiché nulla garantisce a priori che i risultati dell’IA saranno positivi…

Ovviamente, dobbiamo controllare il più possibile i nostri processi tecnologici, assicurarci che siano affidabili, soprattutto quelli coinvolti nell’automazione come gli algoritmi di IA. Tuttavia, questo sforzo verso un controllo sempre maggiore non deve farci dimenticare la necessità di riflettere sui fini e sulle intenzioni. La trappola potrebbe addirittura rivelarsi più perniciosa”.

E’ un invito a non farsi ‘imprigionare’ dalla tecnologia: “Gli algoritmi possono essere in grado di prevedere in modo affidabile le diagnosi basate sulle immagini mediche, i livelli di rischio nelle questioni bancarie o giudiziarie, ecc. In molti casi, la nostra capacità umana di andare oltre il misurabile e il calcolabile è indispensabile.

Dobbiamo sempre lasciare spazio a una vivace riflessione sui nostri valori e su come applicarli. Gli algoritmi possono essere in grado di prevedere ciò che una persona desidera, ciò che attira la sua attenzione.

Ma non dovrebbero mai permettere di imprigionare le persone nei loro profili, di negare loro l’opportunità di essere presentati con informazioni divergenti e talvolta destabilizzanti, l’opportunità di imparare a valutare lo scarto tra un desiderio e la sua soddisfazione”.

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