2^ Domenica di Avvento: preparate la via del Signore

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L’avvento è tempo di attesa, tempo propizio per andare incontro  a Cristo Gesù che viene. Il brano del Vangelo ci fa ascoltare la lieta notizia, che apre il cuore alla speranza: viene Gesù, la vita riparte. La voce gioiosa di Isaia apre il cuore alla speranza: Egli viene con potenza: come il pastore porta gli agnellini sul petto, conduce dolcemente la pecore madri. Giovanni Battista annuncia: ‘Nel deserto preparate la via del Signore. Le montagne debbono essere abbassate, le vie tortuose debbono diventare diritte’. 

Gesù viene veramente ed è il Figlio di Dio; il nostro atteggiamento nei suoi riguardi non può essere di indifferenza o all’insegna del pessimismo; Egli viene solo per salvarci.  Il brano del Vangelo inizia proprio così: ‘Inizio del Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio’; un inizio che è un vero messaggio gioioso.  Chi è Gesù Cristo? Non si tratta di nome e cognome; significa: Gesù è il Cristo, il Messia, l’Atteso da secoli. Colui che viene è il Figlio di Dio. Avvento è allora: andare incontro a Gesù, che è il Salvatore, è il Messia. 

Questa verità già annunciata dal profeta Isaia, è oggi ribadita da Giovanni Battista, che è il precursore immediato. Giovanni lungo il Giordano annuncia questa verità e la gente lascia Gerusalemme, corre verso il Giordano per chiedere a Giovanni: cosa dobbiamo fare? Giovanni dà l’annuncio: ‘Convertitevi e fate frutti di conversione’. Convertirsi a Dio non è cambiare professione, mestiere; ma è ‘fare bene’ quello che ciascuno è chiamato a fare a seconda della propria vocazione.

Non si tratta di studiare strategie politiche o economiche o sociali; neppure attuare riforme radicali calate dall’alto; si tratta di orientare la vita in chiave di amore, di servizio, perché Dio è amore. L’avvento ci chiama a questa conversione del cuore o, come si esprimeva papa san Giovanni Paolo II: ‘Aprite le porte a Cristo, anzi spalancate le porte a Cristo’.

Gesù infatti non è il Dio del passato, di 2000 anni addietro, ma è il Dio di oggi e di sempre. Giovanni Battista ci offre uno splendido esempio di conversione: siamo chiamati ad essere  come Giovanni, testimoni ed evangelizzatori di Gesù.

Per fare questo non occorrono grandi studi di filosofia o di teologia; è necessario avere coraggio, fede, convinzione, esperienza e coerenza. Conversione è avere il coraggio di fare autocritica sul nostro comportamento: togliere il nostro egoismo e sostituirlo con l’amore, con l’apertura verso l’altro: riconoscere di essere debole e peccatore ed avere il coraggio di cambiare atteggiamento. La conversione vera comporta il dolore per i peccati, il desiderio  di liberarsene, il proposito di escluderli dalla propria vita. 

L’altro aspetto è distacco dalla cose mondane, che sono mezzi e non fine della vita, e la ricerca di Dio e del suo regno.  Il distacco non è fine a se stesso ma è finalizzato al conseguimento di qualcosa di più grande: Il regno di Dio, la comunione con Dio, l’amicizia con Dio, che invochiamo; ‘Padre nostro’.  La nostra vita ha come finalità conseguire la vita eterna.  La conversione è perciò veramente una grazia di Dio, questo Dio che ci ama; che è il Buon pastore che cerca la pecorella smarrita, che ha fatto di tutti gli uomini una grande famiglia. 

Giovanni Battista ci dà l’esempio con la sua austerità: suo vestito era una pelle di cammello, suo cibo quanto trovava nella campagna: locuste selvatiche e miele dai favi. Il suo messaggio poi è chiarissimo. “Preparate la via del Signore perché il Regno di Dio è vicino”. La gente, che lo ascoltava, addirittura aveva pensato che Giovanni fosse il messia; ma Giovanni chiarisce subito:

‘Non sono io; io non sono degno neppure di sciogliere i legacci dei suoi sandali’. Alla gente che dice: perché battezzi se non sei il Messia?, Giovanni chiarisce subito: ‘Io battezzo con acqua, ma colui che viene dopo di me, battezzerà  con lo Spirito Santo e con il fuoco divino’. 

L’avvento è un’attesa, ma è un’attesa che deve trovarci tutti preparati all’incontro finale. Gesù  ha fatto la sua prima venuta 2000 anni addietro; è presente in mezzo a noi con la sua Parola divina, nei sacramenti, nella persona dei nostri fratelli: basta aprire gli occhi con Fede per riconoscerlo. Questo Gesù ritornerà ancora una volta ma come giudice della storia: giudice dei vivi e dei morti, dei buoni e dei cattivi, è necessario allora che ci trovi veramente preparati .

Quando avverrà? I tempi di Dio non sono i nostri tempi, davanti al Signore mille anni sono come un giorno, un giorno come mille anni. Oggi purtroppo l’uomo ha creato le armi per autodistruggersi. Nella prima venuta si è presentato nell’umiltà più assoluta, nell’ultima venuta sarà il Giudice della storia,  Re e Signore.

Nell’attesa è necessaria la nostra personale conversione. Gesù vuole tutti salvi, ma  Dio rispetta la nostra libertà di scelta perché ci ha creati uomini liberi. La Vergine santissima, della quale abbiamo celebrato la festa dell’Immacolata Concezione, madre di Gesù e madre nostra, ci aiuti per aprirci a Dio e al suo amore che rigenera e salva.

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