Papa Francesco: principio petrino e principio mariano hanno uguale importanza

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Oggi papa Francesco ha proseguito nelle udienze programmate, ma con le dovute precauzioni verso una lenta guarigione, come ha detto ai partecipanti al seminario di ‘Etica nella gestione della salute’:

“Il dottore non mi ha lasciato andare a Dubai. Il motivo è che fa molto caldo lì, e si passa dal caldo all’aria condizionata. E questo in questa situazione bronchiale non è conveniente. Ringrazio Dio che non è stata una polmonite. E’ una bronchite molto acuta, infettiva. Non ho più la febbre, ma continuano ancora gli antibiotici e cose del genere”.

Eppoi ha detto che è necessario prendersi cura della salute: “Mi piace molto la medicina preventiva, perché previene. Prima che arrivino gli eventi. Vi ringrazio per quello che fate. Non solo è necessario cercare soluzioni mediche, farmacologiche, ma anche accarezzare la salute, cioè pensare al bene della salute. E come conservare quel bene. Non solo curare ma conservare”.

Ed incontrando i membri della Commissione Teologica Internazionale a cui ha consegnato il discorso che aveva preparato, ha rivolto un saluto a braccio, ha sottolineato che la donna deve essere maggiormente rappresentata nella Commissione: “Ringrazio per quello che fate. La teologia, la riflessione teologica, è molto importante. Ma c’è qualcosa che non piace a me di voi, scusatemi la sincerità.

Una, due, tre, quattro donne: poverette! Sono sole! Ah, scusami, cinque. Su questo dobbiamo andare avanti! La donna ha una capacità di riflessione teologica diversa da quella che abbiamo noi uomini. Sarà perché io ho studiato tanto la teologia di una donna.

Mi ha aiutato una tedesca brava, Hanna-Barbara Gerl, su Guardini. Lei aveva studiato quella storia e la teologia di quella donna non è tanto profonda, ma è bella, è creativa. E adesso, nella prossima riunione dei nove Cardinali, avremo una riflessione sulla dimensione femminile della Chiesa”.

Ed ha ribadito la necessità del pensiero della donna nella Chiesa: “La Chiesa è donna. E se noi non sappiamo capire cos’è una donna, cos’è la teologia di una donna, mai capiremo cos’è la Chiesa. Uno dei grandi peccati che abbiamo avuto è ‘maschilizzare’ la Chiesa.

E questo non si risolve per la via ministeriale, questa è un’altra cosa. Si risolve per la via mistica, per la via reale. A me ha dato tanta luce il pensiero balthasariano: principio petrino e principio mariano. Si può discutere questo, ma i due principi ci sono. E’ più importante il mariano che il petrino, perché c’è la Chiesa sposa, la Chiesa donna, senza maschilizzarsi”.

E’ stato un invito a ‘smaschilizzare’ la Chiesa: “E voi vi domanderete: dove porta questo discorso? Non soltanto per dirvi che abbiate più donne qui dentro (questo è uno), ma per aiutare a riflettere. La Chiesa donna, la Chiesa sposa. E questo è un compito che vi chiedo, per favore. Smaschilizzare la Chiesa”.

Mentre nel discorso preparato il papa aveva sottolineato il ‘lavoro’, a cui la Commissione è chiamata a discernere dalle questioni antropologica ed ecologica: “Ma il vostro lavoro vi vede anche impegnati a proporre una riflessione aggiornata e incisiva sulla permanente attualità della fede trinitaria e cristologica confessata dal Concilio di Nicea, che ci apprestiamo a commemorare 1700 anni dopo la sua celebrazione, in coincidenza con il Giubileo indetto per l’anno 2025. Vorrei allora condividere con voi tre motivi che rendono tanto promettente la riscoperta di Nicea”.

Quindi il primo motivo è spirituale: “A Nicea è stata professata la fede in Gesù Figlio unigenito del Padre: Colui che si è fatto uomo per noi e per la nostra salvezza è ‘Dio da Dio, luce da luce’. Non è solo la luce di una conoscenza impensabile, ma è luce che rischiara l’esistenza con l’amore del Padre.

Sì, c’è una luce che ci guida nel cammino e dirada le oscurità, e questa luce, che abita le nostre vite, è sorgiva ed eterna: come testimoniarla, se non con una vita luminosa, con una gioia che si irradia?.. Sta ai teologi diffondere bagliori nuovi e sorprendenti della luce eterna di Cristo nella casa della Chiesa e nel buio del mondo”.

Il secondo motivo è sinodale: “A Nicea si è celebrato il primo Concilio ecumenico… La sinodalità è la via per tradurre in atteggiamenti di comunione e in processi di partecipazione la dinamica trinitaria con cui Dio, per mezzo di Cristo e nel soffio dello Spirito Santo, viene incontro all’umanità. Ai teologi è affidata la grande responsabilità di sprigionare la ricchezza di questa meravigliosa ‘energia umanizzante’… Non accontentatevi di quanto già acquisito: tenete aperti il cuore e la mente al ‘semper magis’ di Dio”.

Infine il motivo ecumenico in vista degli eventi del 2025: “Come non richiamare la straordinaria rilevanza di questo anniversario per il cammino verso la piena unità dei cristiani? Non solo, infatti, il Simbolo di Nicea accomuna i discepoli di Gesù, ma proprio nel 2025, provvidenzialmente, la data della celebrazione della Pasqua coinciderà per tutte le denominazioni cristiane. Come sarebbe bello se segnasse l’avvio concreto di una celebrazione sempre comune della Pasqua!”

Infine ai membri della fondazione della GMG di Lisbona ha ricordato l’entusiasmo dei giovani: “Ricordo tante persone semplici, tantissime. Ricordo anche i pastéis, che sono buonissimi… Tante persone semplici che hanno offerto il loro lavoro, il loro entusiasmo”.

(Foto: Santa Sede)

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