Poveri a Roma come 50 anni fa

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Nello scorso anno alla Caritas di Roma sono state 25.000 le persone che hanno fatto richiesta di aiuto, mentre per 11.800 di esse sono stati avviati programmi organici di aiuto; quindi è una situazione allarmante, come ha affermato mons. Benoni Ambarus, vescovo ausiliare per l’ambito della carità, durante la presentazione del rapporto ‘Le città parallele’:

“Roma è una città in cui ancora in tanti, troppi, dormono e muoiono in strada; molti di più quelli che vivono con lavori in nero e contratti precari, alcuni al limite dello sfruttamento. Una città in cui ‘mettere su famiglia’ per molti è ancora un sogno, così come lo è trovare un’abitazione”.

Ed ha lanciato un appello per fare della capitale una città accogliente: “C’è la necessità di consolidare le misure strutturali, piuttosto che la logica delle piccole elemosine istituzionali; non si contrasta la povertà con la moltiplicazione dei piccoli contributi ai quali, per accedere, bisogna inseguire in modo tortuoso e lento il miraggio di una tantum, e rimettersi alla caccia di una nuova piccola occasione di ‘boccata d’ossigeno sociale’…

Il Rapporto contribuisce ad indicarci i punti su cui lavorare per condividere i valori che da sempre hanno fatto di Roma una città che sa accogliere e includere”.

Il rapporto sottolinea che nel 2022 il reddito medio dei romani è aumentato di € 1.100 rispetto all’anno precedente, posizionando Roma, terza nella classifica delle grandi città, dopo Milano e Bologna; però, al contempo, il potere d’acquisto è diminuito dello 0,6%, mentre è aumentato l’indebitamento, con un aumento dei prestiti del 4,1%, come pure è cresciuta del 9,7% la cessione del quinto dello stipendio; ugualmente si assiste ad una forte prevalenza di lavori instabili: il 18,8% lavoratori atipici (17% in Italia) ed il 13,5% con ‘bassa paga’ (10,4% in Italia).

Da qui deriva l’aumento della richiesta al sostegno alimentare (69,7%): nello scorso anno nelle tre mense sociali sono stati distribuiti 319.387 pasti ed accolte 9.148 persone, 4.092 per la prima volta, di cui 698 minori, soprattutto stranieri non accompagnati, ed il crescente numero di stranieri (81%) richiedenti asilo e protetti internazionali, evidentemente espulsi dal sistema di accoglienza.

Nei cinque ‘Empori della solidarietà’ in 15 anni sono state rilasciate 11.469 tessere alle famiglie per 39.229 persone, con 18.285 minori, di cui metà sono italiani. Non meno pressante la richiesta di aiuto per pagare le bollette: in soli tre mesi, tra il 2022 e il 2023, è andato esaurito il fondo di € 130.000 della diocesi e gestito dalla Caritas.

Inoltre per quanto riguarda la necessità abitativa a Roma si effettuano 18 sfratti ogni giorno a Roma, 6.591 nel 2022, triplicati rispetto al 2021, di cui il 90% per morosità incolpevole; mentre sono 14.000 le famiglie in graduatoria per un alloggio popolare, con un’attesa media di 10 anni; 1.000e persone vivono nei residence per ‘l’emergenza abitativa’, che costano oltre € 25.000.000 l’anno. I ‘senza dimora’ sono 23.420 e 29.270 le famiglie che al 30 settembre hanno chiesto al comune di Roma di ricevere un contributo per pagare l’affitto.

Per quanto riguarda la cura medica nello scorso anno sono state erogate direttamente 25.548 prestazioni sanitarie (+5% rispetto al 2021) ad oltre 3.400 persone provenienti da 100 nazioni. Invece 417 persone sono state seguite al servizio Ostello. Infine nell’ambito del progetto ‘Ferite invisibili’ per le vittime di violenza e tortura sono stati presi in carico 42 pazienti.

Inoltre il rapporto ha sottolineato che nel 2022 l’aumento della spesa per il gioco d’azzardo nella regione si stata di € 10.249.000, in media € 1.793 a persona, con profitti per l’industria del settore per oltre € 800.000.000.

Nel Comune di Roma il volume di gioco dello scorso anno è stato di € 4.962.000.000, di cui € 3.500.000.000 miliardi in modalità telematica) con un importo pro capite di € 1.763.A ciò si aggiunge il fatto che la capitale presenta un tasso di occupazione del 70,6%, un dato di oltre 5 punti superiore alla media nazionale ed a quella regionale: si tratta di un mercato con una forte prevalenza di lavori instabili, il 18,8% di lavoratori atipici (17% del totale nazionale).

La rete dei Servizi e dei Centri di Ascolto ha visto 11.714 iscritti nel sistema SIS-C (Sistema Informatizzato Sociale della Caritas di Roma) nello scorso anno, mentre nel 2021 erano 11.223. L’aumento sostanziale è quello che riguarda le presenze dei cittadini ucraini (1.006 nel 2022 contro le 216 dell’anno precedente). Si stima che siano state oltre 25.000 le persone assistite in questo arco temporale: tra nuovi e coloro già seguiti dai periodi precedenti. Tra gli 11.714, ben 3.617 si sono rivolti ai servizi della Caritas per la prima volta nel 2022.

Rispetto alla condizione alloggiativa, due terzi degli utenti (64%) vive in un’abitazione: il 53% pagando un affitto, l’8% in immobili di proprietà e un restante 3% con comodato d’uso.

Il restante 36% è invece in precarietà alloggiativa: il 14% ospite di amici o parenti, il 9% in ricoveri di fortuna e insediamenti rom, l’8% in strutture comunitarie e centri di accoglienza, il 5% vive in strutture occupate. Per gli stranieri è meno diffusa la condizione affittuaria (47,6%) mentre risulta più accentuata la presenza come ospiti di amici, parenti e datori di lavoro (18%).

In conclusione il Rapporto ha sottolineato che la speranza resta viva, se si fa la scelta di aiutare i poveri: “La speranza però non può prescindere da una seria analisi della realtà e da una scelta di campo su quali siano le priorità, il punto di vista dal quale partire. Per noi questa scelta è chiara, è quella dei poveri.

E’ solo lottando seriamente e dunque anche prevenendo il fenomeno multidimensionale della povertà che si potrà promuovere e tutelare il bene comune, l’interesse generale della città e dunque coltivare concretamente i percorsi di pace e di giustizia, tra loro così interdipendenti come le assurde guerre in atto in Ucraina, in Palestina ed in purtroppo diverse altre regioni del mondo, dimostrano in maniera clamorosa e drammaticamente visibile a tutti”.

Infine il rapporto della Caritas indica anche un percorso da compiere: “L’urgenza allora è quella di sviluppare il principio di corresponsabilità, nella cultura e nei comportamenti dei singoli, come delle comunità, consapevoli che ‘non ci si salva da soli’.

Questo richiede l’apertura di nuovi spazi, la proposta di idee innovative e di sperimentare nuove risposte a problemi vecchi e nuovi: le solitudini, perché la povertà non è solo economica; l’esclusione dalle cure sanitarie; il crescente ‘digital divide’; l’accoglienza e l’integrazione dei migranti; assicurare un tetto, un pasto, un lavoro a troppi che ne hanno davvero bisogno”.

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