Il papa ha risposto ai bambini messaggeri di pace
Sono stati oltre 7.000 bambini provenienti da 84 Paesi che questo pomeriggio hanno dialogato con papa Francesco durante l’iniziativa, intitolata ‘I bambini incontrano’, che ha preso spunto dal libro ‘L’enciclica dei bambini’, scritto da padre Enzo Fortunato e da Aldo Cagnoli, con la prefazione del papa stesso: “Cari bambini, vi abbraccio, e sappiate che il vostro Papa e ‘nonno’ farà di tutto perché possiate vivere in un mondo più bello e buono”.
Cinque bambini, uno per ogni continente, hanno salutato papa Francesco:. Sono Pamela 7 anni che viene dalla Siria; Seraphim 7 anni dall’Ucraina; Alessio 10 anni dal Benin; Alejandro 7 anni dal Guatemala; Tomas 9 anni dall’ Australia. Poi, dopo canti e balli, 14 bambini dei 5 continenti hanno rivolto alcune domande al papa, che inizialmente ha chiesto a loro:
“Il tema del nostro incontro è ‘Impariamo dai bambini e dalle bambine’. Ma cosa possiamo imparare da voi? Possiamo imparare qualche cosa? Cosa pensate? Si può imparare o non si può imparare da voi?..
E c’è bisogno di imparare da voi. Io sono sempre felice quando vi incontro, perché mi insegnate ogni volta qualcosa di nuovo. Ad esempio, mi ricordate come è bella la vita nella sua semplicità, e mi insegnate pure come è bello stare insieme! Sono due doni grandi di Dio: stare insieme e con semplicità”.
Prima di ascoltare le domande il papa ha sottolineato che anche i bambini e le bambine possono fare qualcosa: “Io vorrei accogliere tutti voi così, uno per uno, ma siete in tanti, e allora a tutti insieme vi dico, bambini e bambine, che voi siete una cosa meravigliosa, la vostra età è meravigliosa e vi dico di andare avanti.
E voi siete proprio nella Chiesa. Pensiamo ai bambini che in questo momento stanno soffrendo (non dimentichiamolo) per i disastri climatici, per la fame, per la guerra e per la povertà. Voi sapete che c’è gente cattiva che fa del male, che fa la guerra, distrugge… Voi, volete fare del male? Voi volete aiutare?”
Quindi si è sottoposto alle domande dei bambini, specialmente se possono salvare il mondo:” Sì, perché voi siete semplici e voi capite che distruggere la Terra è distruggere noi. Noi dobbiamo custodire la Terra: hai capito questo? Se tu distruggi la Terra, distruggi te stesso. Diciamolo tutti insieme, lentamente, senza gridare: ‘distruggere la Terra è distruggere noi’…
E sai, perché la Terra ci dà tutto per vivere: ti dà l’ossigeno, ti dà l’acqua, ti dà le erbe, ti aiuta tanto per vivere. Se noi distruggiamo la Terra, distruggiamo noi. Tutti insieme: chi distrugge la Terra, distrugge noi. Tutti insieme: distruggere la Terra è distruggere noi”.
E Rania dalla Terra Santa domanda la pace: “Hai fatto una domanda che tocca anche la tua terra che soffre tanto, in questo momento. Se scoppia la guerra: la guerra è già scoppiata, cari. Sentite questo: la guerra è scoppiata in tutto il mondo. Non solo in Palestina: è scoppiata nel Sud dell’Africa, è scoppiata nel Congo, è scoppiata nel Myanmar, è scoppiata in tutto il mondo. Sono guerre nascoste, in Mozambico… in tutto il mondo.
Noi stiamo vivendo una guerra brutta e la guerra ci toglie la pace e ci toglie la vita. Dobbiamo pensare un po’, lavorare per la pace… E questa ragazza, che si chiama Rania, la sua patria è in guerra e si soffre tanto. Facciamo una cosa: in silenzio, facciamo un saluto a Rania e a tutta la gente della sua patria. E tu fai sapere alla gente di Palestina che tutti i bambini hanno salutato. La pace è bella”.
Invece dall’Ucraina ha chiesto il modo per fare pace: “E’ una domanda molto difficile, questa. Come si fa la pace? Vieni, vieni qui. Come si fa la pace, non è facile dirlo. Come si fa la guerra, è più facile, perché la guerra si fa con l’odio, con la vendetta, fare male all’altro, e questo viene dall’istinto. Ma la pace, come si fa? Pensiamo un minuto alla sua domanda, che è molto intelligente. La sua terra è in guerra e sa quanto bisogno abbiamo di pace.
Io faccio la domanda; pensiamo e poi vediamo come rispondiamo. Come si fa la pace? Pensiamo in silenzio. .. Non c’è un metodo per imparare a fare la pace, no. C’è un gesto: la pace si fa con la mano tesa, con la mano dell’amicizia tesa, sempre cercando di coinvolgere le altre persone per andare insieme. La mano tesa. Vi domando: voi volete fare la pace?..
Facciamo un gesto, tutti insieme: la mano tesa, tutti insieme, anche tu, tutti insieme. La mano tesa, così si fa la pace, salutando gli amici, ricevendo tutti a casa. La pace si fa con il cuore e con la mano tesa”.
Ed infine Salma dal Ghana ha chiesto il modo per non sprecare: “Lei ci ha fatto una domanda intelligente e ha chiesto: come possiamo evitare che le persone sprechino tante cose?
Per favore, non sprecare, non sprecare il pasto, perché c’è gente che non mangia; usare sempre il pasto, non buttarlo via: il pasto è una grazia di Dio. Ognuno di noi deve imparare a non sprecare il pasto… E se a mezzogiorno avanza un po’ di pasto, mangiarlo la sera, ma non buttarlo: buttare il pasto è un peccato brutto. Grazie. Brava”.
L’incontro si è concluso con uno scambio di pace tra i bambini, giunti a bordo di 63 bus speciali di cui 30 di Busitalia e 8 treni straordinari messi a disposizione dal Gruppo FS Italiane.
L’incontro è stato patrocinato dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione e organizzato in sinergia con Comunità di Sant’Egidio, Cooperativa Auxilium, Trenitalia e Busitalia (società del Gruppo FS Italiane), Uffici Scolastici Regionali e con il sostegno del mondo francescano, della Fondazione PerugiAssisi e della Federazione Italiana Giuoco Calcio.
(Foto: Santa Sede)