Papa Francesco invita ad adorare Dio

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Concludendo la recita dell’Angelus papa Francesco ha invitato a pregare per la pace in Ucraina ed in Terra Santa, chiedendo corridoi umanitari e la liberazione degli ostaggi:

“Ringrazio tutti quanti, in tanti luoghi e in diversi modi, si sono uniti alla giornata di digiuno, preghiera e penitenza che abbiamo vissuto venerdì scorso implorando la pace nel mondo. Non desistiamo. Continuiamo a pregare per l’Ucraina e anche per la grave situazione in Palestina e in Israele e per le altre regioni in guerra. A Gaza, in particolare, si lascino spazi per garantire gli aiuti umanitari e siano liberati subito gli ostaggi. Che nessuno abbandoni la possibilità di fermare le armi. Cessi il fuoco!”

E nella celebrazione eucaristica di conclusione sinodale papa Francesco ha indicato che i comandamenti sono orientati ad amare Dio: “L’adorazione è la prima risposta che possiamo offrire all’amore gratuito, all’amore sorprendente di Dio.

Lo stupore dell’adorazione è essenziale nella Chiesa, soprattutto in questo momento in cui abbiamo perso l’abitudine dell’adorazione. Adorare, infatti, significa riconoscere nella fede che solo Dio è il Signore e che dalla tenerezza del suo amore dipendono le nostre vite, il cammino della Chiesa, le sorti della storia. Lui è il senso del vivere”.

Ed ha messo in avvertimento contro l’idolatria: “Adorando Lui ci riscopriamo liberi noi. Per questo l’amore al Signore nella Scrittura è spesso associato alla lotta contro ogni idolatria. Chi adora Dio rifiuta gli idoli perché, mentre Dio libera, gli idoli rendono schiavi.

Ci ingannano e non realizzano mai ciò che promettono, perché sono ‘opera delle mani dell’uomo’… E questo è un rischio che possiamo correre sempre: pensare di ‘controllare Dio’, di rinchiudere il suo amore nei nostri schemi. Invece, il suo agire è sempre imprevedibile, va oltre, e perciò questo agire di Dio domanda stupore e adorazione. Lo stupore, è tanto importante!”

L’adorazione è rimedio contro l’idolatria: “Vigiliamo, perché non ci succeda di mettere al centro noi invece che Lui. E torniamo all’adorazione. Che sia centrale per noi pastori: dedichiamo tempo ogni giorno all’intimità con Gesù buon Pastore davanti al tabernacolo.

Adorare. La Chiesa sia adoratrice: in ogni diocesi, in ogni parrocchia, in ogni comunità si adori il Signore! Perché solo così ci rivolgeremo a Gesù e non a noi stessi; perché solo attraverso il silenzio adorante la Parola di Dio abiterà le nostre parole; perché solo davanti a Lui saremo purificati, trasformati e rinnovati dal fuoco del suo Spirito. Fratelli e sorelle, adoriamo il Signore Gesù!”

Infatti per sconfiggere l’idolatria Gesù chiede di amare Dio ed il prossimo: “Nel grande comandamento Cristo lega Dio e il prossimo, perché non siano mai disgiunti. Non esiste un’esperienza religiosa che sia sorda al grido del mondo, una vera esperienza religiosa.

Non c’è amore di Dio senza coinvolgimento nella cura del prossimo, altrimenti si rischia il fariseismo. Magari abbiamo davvero tante belle idee per riformare la Chiesa, ma ricordiamo: adorare Dio e amare i fratelli col suo amore, questa è la grande e perenne riforma.

Essere Chiesa adoratrice e Chiesa del servizio, che lava i piedi all’umanità ferita, accompagna il cammino dei fragili, dei deboli e degli scartati, va con tenerezza incontro ai più poveri”.

Ed ha invitato a portare nel mondo il lievito evangelico: “Fratelli e sorelle, penso a quanti sono vittime delle atrocità della guerra; alle sofferenze dei migranti, al dolore nascosto di chi si trova da solo e in condizioni di povertà; a chi è schiacciato dai pesi della vita; a chi non ha più lacrime, a chi non ha voce.

E penso a quante volte, dietro belle parole e suadenti promesse, vengono favorite forme di sfruttamento o non si fa nulla per impedirle. È un peccato grave sfruttare i più deboli, un peccato grave che corrode la fraternità e devasta la società. Noi, discepoli di Gesù, vogliamo portare nel mondo un altro lievito, quello del Vangelo: Dio al primo posto e insieme a Lui coloro che Lui predilige, i poveri e i deboli”.

Quindi è un invito a lasciarsi guidare da Dio: “Fratelli e sorelle, si conclude l’Assemblea Sinodale. In questa ‘conversazione dello Spirito’ abbiamo potuto sperimentare la tenera presenza del Signore e scoprire la bellezza della fraternità.

Ci siamo ascoltati reciprocamente e soprattutto, nella ricca varietà delle nostre storie e delle nostre sensibilità, ci siamo messi in ascolto dello Spirito Santo.

Oggi non vediamo il frutto completo di questo processo, ma con lungimiranza possiamo guardare all’orizzonte che si apre davanti a noi: il Signore ci guiderà e ci aiuterà ad essere Chiesa più sinodale e più missionaria, che adora Dio e serve le donne e gli uomini del nostro tempo, uscendo a portare a tutti la consolante gioia del Vangelo”.

(Foto: Santa Sede)

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