A Milano mons. Delpini invita gli amministratori ad essere sentinelle del bene

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Mentre lunedì pomeriggio a Roma si apriva la sessione autunnale del consiglio episcopale permanente della Cei a Milano mons. Mario Delpini condivideva una riflessione sul bene comune nel consiglio comunale della città a conclusione della visita pastorale, mettendo in evidenza il ruolo e la missione degli amministratori pubblici e dei banchieri, ‘sentinelle’ del bene comune:

“Le sentinelle stanno alle porte della città, stanno sulle mura perché devono vigilare se non si presenti all’orizzonte qualche nemico e dare l’allarme. L’immagine è per dire la responsabilità che le banche e gli amministratori hanno a proposito del denaro che entra in città. In città infatti entrano molti soldi. Ma sono amici o sono nemici della città?

La sentinella vigila e dà l’allarme. In città c’è denaro sporco, denaro che viene da traffici illeciti, denaro che si insinua nelle situazioni di indebitamento che non trovano accesso al credito e perciò si aprono alla tentazione seducente del denaro prontamente disponibile, come un frutto avvelenato che avvelena poi l’azienda, il negozio, la famiglia”.

E’ compito delle istituzioni la vigilanza: “Il denaro sporco è a servizio della prepotenza della malavita organizzata e si insinua là dove gli enti pubblici consentono a zone grigie, a burocrazie ingarbugliate. L’amministrazione pubblica è come la sentinella che vigila e dà l’allarme, perché non basta l’impegno delle forze dell’ordine e della guardia di finanza, se non si forma una coscienza civica che distingue il bene dal male.

Le banche sono come sentinelle che vigilano e danno l’allarme per prevenire le forme di sovraindebitamento, per non rendersi inaccessibili a chi ha bisogno di un aiuto per risollevarsi”.

Il discorso dell’arcivescovo ambrosiano è’ un invito a combattere l’usura: “La sentinella vigila e dà l’allarme. In città c’è denaro che proviene da fondi di investimento che trovano Milano attraente. Forse i milanesi sono indotti dalla cronaca gridata a temere che i profughi, i rifugiati siano l’invasione da respingere, perdendo il senso delle proporzioni e il buon senso della solidarietà. In realtà l’invasione più temibile potrebbe essere quella di capitali anonimi, di quantità di denaro che vengono da chi sa dove e da chi sa che storia ingiusta.

La sentinella vigila e domanda: che cosa si propongono coloro che investono a Milano? La sentinella vigila e dà l’allarme se percepisce che le intenzioni dell’investimento non promettono a Milano di essere migliore per chi a Milano vive”.

Gli amministratori ed i banchieri sono chiamati a vigilare affinché la vita democratica non degeneri nella confusione: “Il Consiglio Comunale e le Banche sono istituzioni chiamate a contribuire a custodire la città. E’ ovvio che la città non è costruita solo dall’Amministrazione, ma dai cittadini e da tanti corpi intermedi che la abitano.

Occorre lavorare su questa molteplicità di soggetti perché dialoghino tra loro e si convincano del vantaggio costituito dal lavoro condiviso per affrontare le sfide presenti. Ad ogni modo possiamo evidenziare in questo contesto la responsabilità dell’Amministrazione Comunale e delle Banche.

I custodi sono persone che hanno ricevuto un incarico e vivono il loro servizio con fierezza. Sono consapevoli del valore che devono custodire e quindi se ne prendono cura con attenzione quotidiana. I custodi della città esercitano una attenzione quotidiana perché il patrimonio che hanno ricevuto non si rovini”.

Insomma, essi sono gli ‘artigiani della manutenzione’, che hanno una ‘visione’ globale della città: “Gli artigiani della manutenzione non dimenticano l’orizzonte globale, tanto meno a Milano, e non ignorano gli scricchiolii del sistema, ma operano entrando nel particolare, come l’artigiano chiamato per la riparazione di un guasto, come l’artigiano incaricato della manutenzione di un particolare. E’ necessaria la visione. Ed è necessario l’intervento spicciolo, il rappezzo provvisorio, il gesto minimo ma significativo”.

Insomma sono ‘seminatori’ di futuro: “I seminatori di futuro sono chiamati a incontrarsi, a parlarsi, a condividere valutazioni, dati, prospettive, interrogativi coltivando la lungimiranza come dovere e il coraggio come virtù. I seminatori di futuro possono condividere l’interpretazione delle priorità. In particolare interrogano la società civile, la finanza, la comunità cristiana alcune sfide particolarmente impegnative”.

Infine mons. Delpini ha lanciato la ‘provocazione’ offrendo alcune ragioni per la crescita sociale della città: “Possiamo fare cenno alla situazione di desolazione di una città che sembra non desiderare i bambini e sentire fastidio per gli anziani.

Il tema della demografia, da decenni registrato tra gli allarmi più drammatici considerato con una sorta di rassegnazione all’impotenza, interroga tutta la società e le istituzioni, che si sentono costrette a una sorta di rispettoso pudore e di imbarazzata reticenza.

orse possiamo almeno porre la domanda su come si possa seminare un pensiero, un sentire che consideri i bambini non una spesa, non un intralcio, ma un investimento, una promessa e ne favorisca il compimento”.

In apertura del consiglio comunale il sindaco Beppe Sala aveva coniugato volontariato ed economia: “Milano è la capitale finanziaria del Paese, così come è la capitale del volontariato italiano con oltre 180.000 persone impegnate in attività benefiche, ed è sede di una grande Diocesi.

Questi primati sono strettamente connessi, perché nell’anima ambrosiana, la cultura del lavoro, dell’impegno professionale e dell’innovazione imprenditoriale coesistono da sempre con la solidarietà, la generosità e l’aiuto al prossimo”.

(Foto: Arcidiocesi di Milano)

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