A Lisbona i vescovi invitano i giovani italiani a testimoniare l’amore di Dio

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Mercoledì sera alla ‘Festa’ degli italiani alla Gmg di Lisbona il presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, ha invitato i giovani ad allenarsi quotidianamente alla fede: “Allenarsi nella fede imparando ad amare Gesù. In questi giorni tutti noi ci stiamo allenando ed è qualcosa che non finisce mai, come l’amore. Qualche volta si inciampa quante cadute, non troviamo il modo giusto, alleniamoci ad imparare ad amare Gesù. Ognuno di noi è pieno nella fede e imparando ad amare può cambiare questo mondo, combattendo il male e l’ingiustizia”.   

Mentre questa mattina sono continuate le catechesi, che conducono alla veglia ed alla celebrazione eucaristica conclusive con papa Francesco, nella mattinata odierna sono proseguite le catechesi guidate dai vescovi italiani, in cui mons. Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia, li ha invitato ad ‘investire’ il tempo snelle relazioni: “L’ascolto e il confronto sono le due colonne per costruire un dialogo che permetta alla Chiesa di crescere, ognuno si può sentire come voi chiamato a contribuire, potendo così partecipare a un cammino insieme ragazzi e adulti”.

Alle loro domande mons. Ghizzoni ha proposto la Madre di Dio: “Maria ci indica che prendersi cura degli altri è una strada da percorrere senza temere di perdere tempo. Lei avrebbe potuto pensare prima a sé stessa, alle sue difficoltà, rimanendo così chiusa in casa. Intuisce invece che solo uscendo dalle sue mura sicure, mettendosi in gioco per andare verso Elisabetta, può ricevere qualcosa di grande per la sua vita”.

Mentre mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania, ha iniziato a rispondere alle domande dei giovani sulla Chiesa: “Papa Francesco ci insegna ad essere testimoni dell’amore di Dio per noi. Ci invita a mettere il cuore in ciò che facciamo. In un momento in cui si parla solo di armi, il Papa tiene l’orizzonte fisso sulla pace e dialoga con tutti, anche se le responsabilità sono chiare… Le storie d’amore hanno bisogno di tempo e non si possono consumare in una notte. Il vero amore è un’avventura meravigliosa. E’ Dio in mezzo agli uomini”.

Invece l’arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, mons. Roberto Repole, ha raccontato la vicinanza di Dio: “E se tu incontri Gesù, se lo ascolti, se stai con Lui, tu fai l’esperienza della vicinanza di Dio, non sei solo. Non solo, ma per dire che, poiché Dio è vicino, allora tutto viene trasformato.

Le cose che sembrano avere un valore in questo mondo (i soldi, il successo, la gloria) sono oramai spazzatura, non contano niente. E invece conta l’amore, conta la ricerca della giustizia, conta la capacità di essere uniti e solidali tra donne, uomini, di tutti i continenti, di tutti i Paesi. Questo conta!”

La vicinanza di Dio aspetta l’accoglienza: “La vicinanza di Dio, la sua presenza non è qualcosa che ti compri, che prendi perché tu sei bravo; no, è qualcosa che trovi così, inaspettatamente, come un tesoro nel campo. L’unica cosa che devi fare è di essere aperto a ricevere un dono così grande; se sei aperto, allora ti si spalancano delle porte infinite.

E nello stesso tempo questa vicinanza e questa presenza di Dio la realizzi, la sperimenti, quando continui a cercare, come quel mercante di perle che cerca, che non si stanca e non smette mai di cercare”.

In fondo Dio è un desiderio: “Pochissimi ci dicono, invece, che abbiamo dei grandissimi desideri dentro di noi e non dobbiamo spegnerli, non dobbiamo smettere di cercare. Abbiamo un desiderio di vita vera; abbiamo un desiderio e una sete di felicità; abbiamo un desiderio grandioso di essere amati e di amare. Se cerchiamo, non smettiamo di desiderare e non spegniamo i nostri desideri”.

(Foto: Cei)

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