Giornata del mare: navigare insieme in una Chiesa sinodale

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Oggi, come ogni anno, le comunità cattoliche celebrano la ‘Domenica del Mare’, una giornata internazionale di preghiera per i marittimi e le loro famiglie, ma anche per coloro che nella Chiesa offrono loro supporto, come i cappellani e i volontari che si dedicano all’Apostolato del Mare, l’opera con cui si assistono spiritualmente i lavoratori del mare fin dal 1920.

La ‘Domenica del Mare’, istituita ufficialmente dal 1975, dà occasione di prendere coscienza dell’importanza del lavoro svolto dai marittimi, che oggi sono più di 1.000.000, perché con il loro lavoro sulle navi che trasportano merci in tutto il mondo, spesso in modo invisibile rendono possibile la nostra quotidianità e sostengono l’economia, come ricorda il card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, nel messaggio in occasione della giornata.

Nel messaggio egli ricorda la presenza degli Apostoli sulle grandi navi che solcavano il Mediterraneo e la loro condivisione del Vangelo con la gente del mare. Questa memoria delle proprie origini sospinge ogni comunità a ricordare tutti i marittimi forzatamente lontani dai loro cari e dalla propria chiesa, senza accesso all’Eucarestia:

“Siamo una Chiesa sinodale, in cui cioè si cammina insieme. Dobbiamo andare avanti insieme, navigare insieme, senza lasciare nessuno indietro, e arricchirci l’un l’altro. Nessuno pensi di non avere nulla da offrire. Se dunque c’è uno sforzo che quest’anno ci vogliamo proporre è proprio quello di verificare i modi con cui essere più vicini, in uno scambio continuo che renda il vostro lavoro meno lontano dal percorso e dalla fede di tutti”.

Ed ha ricordato che a causa di questo ‘lavoro’ non sempre i lavoratori possono partecipare alla celebrazione eucaristica: “La domenica è il giorno dell’Eucaristia, la Pasqua settimanale: sono molti a non avervi accesso perché forzatamente lontani dai loro cari e dalla propria comunità.

Per tutta la Chiesa celebrare il Risorto significa allo stesso tempo non dimenticare nessuno, far correre la salvezza dappertutto, chiedersi come chi è assente e invisibile possa sentirsi salvato e prezioso, portatore di una dignità che è quella di ogni figlio di Dio”.

E’ una richiesta di ‘attenzione’ da parte delle comunità cristiane: “La Domenica del mare non è dunque riservata agli addetti ai lavori, ma accende l’attenzione di ogni comunità cristiana su coloro grazie ai quali ci raggiungono gran parte dei beni di cui ci nutriamo o facciamo uso ogni giorno”.

Quindi è un messaggio di vicinanza con coloro che lavorano nel mare: “A chi oggi è in mare giunga allora un messaggio corale: la Chiesa vi è vicina. Ciò che vi rallegra e ciò che vi opprime ci sta a cuore. Non abbiamo solo da darvi qualcosa, ma anche da ricevere il vostro racconto, le vostre testimonianze:

il punto di vista sul lavoro, sull’economia, sui rapporti fra religioni e culture diverse, sulle condizioni del mare e della terra, sulla fede, che soltanto dalla vostra esperienza può raggiungere e interrogare tutti i membri della Chiesa e, per loro tramite, le nostre società”.

(Foto: Cei)

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