La pace è possibile, YouTopic Fest quattro giorni 2.000 persone a Rondine

Condividi su...

Domenica scorsa si è conclusa la settima edizione di YouTopic Fest, il Festival internazionale del Conflitto di Rondine, che quest’anno ha fatto registrare in questi ‘quattro giorni disarmanti’ la presenza di circa 2.000 persone, tra giovani, studenti, famiglie che hanno preso parte ai 40 eventi culturali e artistici, workshop e panel, esplorando e percorrendo i passi possibili della via di riconciliazione, come ha chiosato Franco Vaccari, presidente e fondatore di Rondine Cittadella della Pace:

“Usciamo da YouTopic Fest 2023 con tanta speranza in più; una speranza toccata in questi giorni, a iniziare dai giovani e dagli adulti che nei dialoghi intergenerazionali, praticati, scoprono di avere un sacco di energie da mettere a disposizione del mondo per cambiare.

E’ stato un Festival disarmante all’ingresso, e alla fine siamo un po’ più disarmati, non completamente, ma con la consapevolezza che le mille vie della pace sono tutte da percorrere e da battere. E come sempre, mentre chiudiamo la settima edizione, annunciamo il tema di YouTopic Fest 2024, che sarà: La fiducia: averla, riceverla, perderla, ritrovarla al cuore del rischio della vita”.

Ed ha sottolineato la necessità di valorizzare le idee dei giovani: “Oggi portiamo la ‘guerra a pezzi’, quella che si consuma nei tanti luoghi sparsi per il pianeta e che è una grande guerra frantumata nel mondo. Ma è anche la guerra fatta a pezzi dai nostri giovani, che ogni giorno, con la loro testimonianza di vita, dicono ‘No’ all’idea di nemico e sono prova della volontà di non abbandonarsi reciprocamente.

Dobbiamo ostinatamente valorizzare i giovani che da una parte e dall’altra si richiamano e non si arrendono alla logica delle guerre, che non vogliono essere separati ma vogliono ricostruire e riallacciare i rapporti demoliti. Sono semi preziosi che vanno nutriti, e le parole di papa Francesco oggi sono un dono di forza e coraggio per questi ragazzi”.

Il tema del dialogo interreligioso trova spazio di riflessione proprio all’interno di ‘YouTopic Fest’: tra gli ospiti relatori del panel di giovedì 8 giugno, dal titolo ‘Religioni e fratellanza nel Mediterraneo: generazioni in dialogo’, è intervenuto anche il card. Matteo Zuppi, presidente della CEI, reduce dalla missione in Ucraina:

“Qui a Rondine c’è tanta storia, incontro, dialogo e i ragazzi e le ragazze che studiano qui sono non solo il futuro, ma il nostro presente. La guerra si ha non soltanto quando esplode, ma già quando non ci si parla più, quando non ci si capisce, quando ci si tiene a distanza, c’è pregiudizio, ignoranza.  Qui mi pare ci sia esattamente il contrario. Qui c’è già tanta pace. Speriamo che questa pace arrivi dovunque nel mondo.

La convivenza, tra gli altri, anche di ragazzi e ragazze russi e ucraini qui a Rondine, dimostra ancora una volta che il futuro è quello di provare a stare insieme, quello che dice papa Francesco: fratelli tutti. E’ da lì che veniamo ed è là che dobbiamo andare. Qualche volta è così faticoso, tanto da sembrare impossibile”.

Il festival ha proposto, quindi, quattro giorni ‘disarmanti’ per offrire un’esperienza integrale dell’umano partendo dal tema della fragilità, per non farsi travolgere o restare paralizzati in quest’epoca in cui tutto è caratterizzato da complessità e accelerazione, ma per fare il ‘passo possibile’ nel modo che è proprio di Rondine, quello della cura della relazione, secondo il pensiero di Franco Vaccari:

“Con questa iniziativa, Rondine si presenta al cuore ferito delle città. L’idea di questo evento è partita sette anni fa quando gli ex studenti di Rondine sono tornati alla Cittadella raccontando dolori, speranze, successi e insuccessi.

Con questa nuova edizione il desiderio è stato quello di aprirsi alla cittadinanza dicendo: ‘Siate curiosi. La guerra divide, mentre la pace unisce, non arrendiamoci alla logica della violenza!’. Così YouTopic rappresenta un tentativo di fare il passo possibile verso la pace”.

Cosa è stato ‘Youtopic festival’: “YouTopic Fest è stato il Festival internazionale dedicato al conflitto, in cui cittadini, rappresentanti delle istituzioni, imprenditori, giornalisti, accademici e artisti si confrontano alla pari con giovani provenienti da tutto il mondo. Fino a domenica 11 giugno il borgo medievale vicino Arezzo ha ospitato incontri, dibattiti, workshop, mostre, spettacoli, attività culturali e sportive, partendo dal titolo ‘Nel tempo accelerato, quale spazio alla fragilità e al dolore?’

Dalla dimensione interiore e interpersonale ai conflitti interculturali e interreligiosi, fino ad arrivare alle forme più alte di degenerazione, come l’odio, la violenza, la guerra. YouTopic Fest, giunto alla 7° edizione, è stato uno spazio di incontro e confronto dove mettersi in gioco nelle relazioni personali e collettive, per diventare anche noi ‘camminatori per la pace’, assieme a giovani che hanno scelto di fare questo passo verso il nemico, trasformando il conflitto in opportunità di crescita personale e collettiva, a servizio del bene comune”.

In quale modo è possibile realizzare la fratellanza nel Mediterraneo?

“Dai Balcani al Medio-Oriente fino al Nord Africa, ‘Mediterraneo. Frontiera di pace, educazione e riconciliazione’ è il progetto ‘Opera-segno’, promosso dalla CEI in collaborazione con Caritas e realizzato da Rondine Cittadella della Pace, grazie ai fondi provenienti dall’otto per mille destinato alla Chiesa Cattolica, che coinvolge giovani professionisti accomunati dal desiderio di portare pace e benessere nel Mediterraneo.

A Rondine trovano uno spazio per conoscersi, confrontarsi e riconciliarsi, con se stessi e il proprio ‘nemico’, affrontare il conflitto in tutte le sue forme e formarsi come leader di pace. Soprattutto, i partecipanti vengono supportati nella costruzione di progetti ad alto impatto sociale, per poter far ritorno nei propri paesi promuovendo concretamente la coesione e lo sviluppo tra le comunità locali del Mediterraneo”.

Alcune settimane fa è stato firmato un protocollo d’intesa con l’ONU: in cosa consiste la firma per un nuovo partnerariato?

“Tramite la firma del protocollo d’intesa tra Rondine ed UNAOC, l’Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite alla presenza della Missione Permanente d’Italia alle Nazioni Unite, avvenuta lo scorso aprile, la Cittadella della Pace è stata formalmente riconosciuta come un attore forte nei contenuti e affidabile a livello di interazione con le Nazioni Unite, verso la creazione di progettazioni condivise, per sostenere e promuovere l’attivismo dei giovani di tutto il mondo verso la pace, il dialogo, anche nelle zone più difficili del pianeta sconvolte da conflitti armati o da difficili ricostruzioni post-conflitto”.

Come educare ad una nuova cultura, che trasformi i conflitti?

“Oggi vediamo i nostri giovani bloccati. Nei loro comportamenti ci sono già tutte le differenze e i conflitti, come la fragilità, la disabilità, l’appartenenza a minoranze e maggioranze, il genere, il fatto di vivere dentro i disagi sociali e i conflitti civili, armati o no. Il conflitto è inevitabile, è parte integrante dell’essere ‘altro’ nella relazione.

Occorre quindi imparare a stare nel conflitto con un diverso paradigma, accettando la sfida di abitare il conflitto per conoscerne le dinamiche e quindi trasformarlo creativamente in un’occasione positiva, di crescita e di cambiamento. Solo così potrà nascere una nuova cultura della relazione che contiene tutte le differenze, ma senza l’inganno del nemico. Questa è la sfida quotidiana dei giovani di Rondine”.

Come è possibile abitare il conflitto?

“Si parte dal cuore del Metodo Rondine: la relazione, un big-bang energetico che contiene tutto il potenziale per la rigenerazione dell’umano. Attraverso la competenza relazionale acquisita, la persona si apre a un reale cambiamento dentro ogni altro aspetto della vita e al di fuori, nella società.

Il ‘fare impatto’ di Rondine sta nel cambiamento della persona all’interno delle proprie relazioni, a partire dalla condivisione delle esperienze dei giovani che provengono dai luoghi delle guerre e che a Rondine convivono, si formano e lavorano insieme per la trasformazione del conflitto e la ricostruzione delle relazioni tra comunità divise nei loro paesi, dimostrando che è possibile percorrere vie di riconciliazione”.

Quindi il Metodo Rondine può prevenire il conflitto?

“Da questo punto di vista, il metodo Rondine, che sperimentiamo da 25 anni, agisce prima e dopo il conflitto degenerato. Viene proposto prima e dopo. Prima, perché scova il progressivo affermarsi della costruzione del nemico e getta l’allarme nelle coscienze ovunque si vada costruendo, attraverso quei segni precursori che all’inizio non sembrano tali, però sono degli alert: il pregiudizio, le campagne propagandistiche, la semplificazione, la schematizzazione, l’enfatizzazione dei media, fino al cinismo e all’indifferenza strutturati, i punti di non ritorno.

E poi il metodo opera dopo, quando il nemico si è insediato e ha spaccato tutto; quando ha fratturato tutte le relazioni tra le persone, tra le società, tra gli Stati, nelle economie, nelle comunicazioni, nell’arte, nello sport, tutto è frantumato.

Allora c’è da decostruire il nemico, cioè svelenire il cuore, le menti e il pensiero. Ed è un lavoro che richiede anni per riportare le relazioni alla loro positività; perché il mondo viene imbrattato dalla guerra, ma le coscienze ne vengono avvelenate.

Quindi, il metodo Rondine lavora prima, nell’avere questa coscienza vigile di quando si sta per insediare il nemico; e lavora dopo, quando si è tragicamente costruito, per vedere in quale inganno si è caduti e quindi per svelenire e togliere questo inganno: così possiamo costruire la pace concretamente!”

(Tratto da Aci Stampa)

Free Webcam Girls
151.11.48.50