‘Non voglio maledire la vita tra uno sbadiglio e l’altro: voglio donarla’: la testimonianza di Nicoletta

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Proponiamo la bellissima testimonianza di una ragazza che ha fatto spazio a Dio nella sua vita e l’ha vista fiorire: perché i giovani, conoscendo queste storie, possano a loro volta decidere di lasciare a Lui il timone…

Ciao, io sono Nicoletta, ho 26 anni e sono di Perugia. Attualmente lavoro in un’azienda di consulenza informatica a Roma, dove mi sono trasferita lo scorso novembre. Ancor prima di trasferirmi ho cominciato a prendere contatti con la GiFra (Gioventù Francescana) di Roma, per potermi inserire nella fraternità più vicina.

Questo percorso, già iniziato nella mia città di origine, mi ha infatti continuato ad accompagnare e formare nel mio cammino di fede personale e comunitario, un cammino pieno di frutti, cadute, semafori e strade (apparentemente) senza uscita (i cosiddetti ‘santi pali’, come li chiama il mio padre spirituale).

Ma cominciamo dalle origini: io sono cresciuta in un contesto credente, mia madre in particolare mi ha insegnato tutto, ma mi ci è voluto qualche anno prima di capire quanto fosse importante Dio per me, e la Chiesa con Lui.

Dopo aver frequentato più o meno attivamente la parrocchia, ho sentito il desiderio di fare un percorso che mi permettesse di entrare più in profondità nella mia relazione con Dio, e quindi che mi guidasse nella lettura della Parola.

Così, da matricola universitaria ho intrapreso il cammino dei Dieci Comandamenti a Perugia, presso la pastorale universitaria che ho iniziato a frequentare in quello stesso periodo. Ricordo di aver vissuto, nel contesto della pastorale, un’esperienza di totale accoglienza, nonostante mi fossi avvicinata a questa realtà con un po’ di timidezza iniziale e senza conoscere nessuno.

Nel giro di due anni mi ritrovai ad essere io stessa ad accogliere studenti, soprattutto fuori sede, alla cena comunitaria e autogestita che organizzavamo ogni domenica dopo la messa. E così la mia timidezza è andata via via scemando, ma soprattutto ho capito l’importanza di accogliere l’altro, senza distinzioni né giudizi di alcun tipo, nella Madre Chiesa e nella vita, in generale.

Il cammino dei Dieci Comandamenti invece mi ha spinta ad interrogarmi in profondità su me stessa, sulla mia vocazione, sul mio rapporto non sempre autentico con Dio e su come, quest’ultimo, potesse veramente e concretamente permettermi di vivere la mia vita con gusto, in pienezza, accompagnata e guidata dalla Parola.

Ma mi ha dato molto di più. In un momento di grande difficoltà, quando l’unica altra via possibile sembrava essere la disperazione, sono riuscita a gettare via tutte le maschere che ancora una volta portavo davanti a Dio, ho emesso un ‘grido spirituale’, se così si può chiamare, davanti al crocifisso, ed ho ricevuto consolazione.

Quel Dio che prima mi ostinavo a vedere come giudice mi stava facendo sentire amata, accompagnata e compresa, e pensavo al fatto che Gesù non mi stava puntando il dito contro, ma al contrario stava piangendo insieme a me, come quando era andato a trovare il suo amico Lazzaro, che era morto da tre giorni (cfr. Gv 11). Potrà sembrarvi banale, ma quello sguardo d’amore mi ha permesso di elaborare una ferita davvero profonda e di andare avanti.

Durante gli anni della pandemia poi, mentre ancora una volta quella ferita, ancora fresca, ed altre nuove ferite si facevano sentire, ho sperimentato come la preghiera portasse grazie su grazie, dal superare con successo gli esami dell’università ma anche più banalmente svegliarmi con il sorriso, pur non vedendo cambiamenti oggettivi nella mia vita.

Proprio nel pieno della pandemia ho cominciato a desiderare, mossa dallo Spirito Santo in preghiera, di intraprendere un cammino comunitario, per gustare il camminare insieme e l’imparare l’uno dall’altro. Fu così che iniziai la GiFra. Che dirvi di più… ancora oggi, non senza dubbi, continuo a gustare la presenza del Signore come Padre, Sposo e Amico nella preghiera personale e fraterna in GiFra.

Sto lavorando nel cambiare visione della mia vita, un dono inestimabile per cui ringraziare ogni mattina – e non da maledire, tra uno sbadiglio e l’altro – consegnando ogni fatica al Signore e affrontandola da figlia amata. Mi rendo sempre più conto di sperimentare momenti di gioia grande ancora oggi, e la Parola dà un sapore speciale al ‘terribile quotidiano’.

In fraternità posso dire che sto imparando ad ascoltare maggiormente l’altro, e allo stesso tempo a lasciarmi aiutare dai fratelli senza orgoglio. Noi fratelli non ci siamo scelti per simpatia o affinità caratteriali, ma ci siamo ritrovati a stare insieme, ciascuno attirato dal Signore in modo particolare in questa modalità di vivere la fede.

Nel dono dei fratelli intravedo la cura del Signore per me, vedo come Lui spesso mi parli attraverso ciascuno di loro, e ci insegni il valore del servizio, con il mandato di portarlo ai volti che incrociamo tutti i giorni.

GiFra: cammino cristiano per giovani fino ai 30 anni volto a chi desidera imparare a vivere il Vangelo sulle orme di San Francesco d’Assisi, con una particolare attenzione al servizio, al vivere nella modalità della fraternità e alla ricerca vocazionale personale, mirata anche a conoscere la realtà dell’OFS (Ordine Francescano Secolare) che è la famiglia francescana di riferimento. Ad oggi ci sono fraternità GiFra in tutta Italia, per conoscerle basta cliccare sul link https://www.gifraitalia.it/

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