Solennità di Pentecoste: Vieni, Santo Spirito!
‘Pentecoste’ termine di origine greca, indica un periodo di cinquanta giorni, è una festa assai antica che nel mondo ebraico veniva celebrata il 50° giorno dopo la Pasqua. Era una festa del mondo dell’agricoltura. Per il mondo cristiano è qualcosa di diverso perché tale ricorrenza coincide con l’attuazione della promessa di Gesù: ‘Non vi lascerò orfani, ma vi invierò lo Spirito Consolatore’. Lo Spirito Santo è la Terza persona divina che guida la Chiesa per volontà divina. Il suo arrivo è descritto negli atti degli apostoli.
Anzi lo stesso anno liturgico è scandito proprio da queste tre solennità: Natale (festa in onore del Padre, che ha creato il cielo e la terra), in essa ringraziamo Dio che ci ha creato a sua immagine e somiglianza. Pasqua (la festa nella quale ringraziamo il Figlio, il Verbo eterno, Gesù che è morto in croce per salvarci e riconciliarci con Dio). Pentecoste (l’arrivo dello Spirito Santo che guida la Chiesa in mezzo al mondo).
Gli Atti degli Apostoli descrivono l’irruzione dello Spirito Santo nel giorno della pentecoste ebraica sugli Apostoli riuniti nel Cenacolo, dove Gesù aveva mangiato con i suoi l’ultima cena e dove Gesù Risorto era apparso ai suoi Apostoli e discepoli. La descrizione negli Atti (At. 2, 1-11) è ricca di dettagli: il Cenacolo, dove erano radunati gli apostoli e quanti vi abitavano: gli Apostoli sono elencati per nome ed insieme ad essi i discepoli e Maria, la madre di Gesù e madre della Chiesa nascente.
La presenza di questo nuovo Israele, di questo popolo della Nuova alleanza era costituito all’incirca di centoventi persone, numero multiplo di dodici (collegio apostolico). La Chiesa, questo nuovo Israele, viene ad essere costituito non da volontà umana ma dalla forza dello Spirito Santo; ecco perché sant’Agostino la chiama ‘Societas Spiritus’ e sant’Ireneo dirà: ‘Dove c’è la Chiesa, c’è lo spirito di Dio’. Una Chiesa che ha come prerogativa quella di essere cattolica, cioè destinata ad abbracciare i popoli di tutte le nazioni.
La Pentecoste infatti, la discesa dello Spirito Santo nel momento in cui erano presenti popoli di tutte le nazioni, si può considerare come il battesimo della Chiesa, Gesù stesso aveva ordinato ai discepoli di rimanere a Gerusalemme dove ‘sarete battezzati dallo Spirito santo tra non molti giorni’.
La Pentecoste segna perciò il Battesimo della Chiesa che intraprende la sua missione nel mondo, una missione a dimensione personale e comunitaria: l’ ‘io’ del vero discepolo e il ‘noi’ della Chiesa-comunità; due dimensioni che si intrecciano perché nella Chiesa di Cristo siamo tutti fratelli, invochiamo Dio ‘Padre nostro che sei nei cieli’, costituiamo insieme quell’ovile in cui Gesù è il buon pastore. Questa unità costituisce il cosiddetto: Corpo mistico di Cristo in cui Gesù è il capo, noi siamo le membra.
Nasce il nuovo popolo di Dio, grazie all’azione dello Spirito santo, nel quale alla vecchia logica del mondo subentra quella nuova logica i cui valori sono la fraternità, la pace, la misericordia e l’amore.
In questo regno si entra con il Battesimo, si cresce con i sacramenti nei quali opera lo Spirito santo con i doni della fede, Speranza e carità, con i sette doni conferiti nella Cresima e con i carismi: chiamati tutti e ciascun cristiano ad essere apostoli e testimoni di Cristo Risorto.
Laddove babele era diventata il simbolo della disgregazione e dispersione, la Pentecoste ricostruisce l’unità del popolo di Dio in chiave di amore e servizio con la potenza dello Spirito Santo. Il Regno di Dio dove Gesù dà vita alla Nuova Alleanza: Egli è l’atteso attorno al quale si riuniscono in unità i figli e le figlie del nuovo Israele.
Lo Spirito santo aiuta l’uomo a superare la debolezza e la fragilità non accusando o ricattando con la minaccia della giustizia divina ma mostrando una strada nuova, regia: quella della misericordia infinita di Dio, la strada della misericordia e del perdono: ‘A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi non li rimettete, resteranno non rimessi’. Davanti a Dio ormai non c’è più ebreo o pagano, amico o nemico, ma c’è l’uomo redento da Cristo Gesù con il sacrificio della croce.
Lo Spirito santo che intervenne nell’incarnazione di Gesù nel seno verginale di Maria, che illuminò la fede di Abramo e fece di lui il padre del primo popolo di Dio; lo stesso Spirito conferisce ora ai credenti i suoi doni, la sua illuminazione, la forza di amare e perdonare ed è principio di coesione e di unità nella Chiesa per tutti gli uomini amati dal Signore e redenti dal sacrificio in croce di Cristo Gesù.
Tutti infatti siamo chiamati ad accogliere questo fuoco divino come Maria, che ascoltò la voce dell’Angelo e per opera dello Spirito Santo accolse nel suo cuore e nel suo corpo il Verbo eterno. Maria Santissima, la Vergine dell’ascolto, la santa madre di Gesù e della Chiesa, ottenga per tutte e comunità e per ogni credente una rinnovata effusione dello Spirito consolatore: ‘Manda il tuo Spirito, Signore, e sarà rinnovata la faccia della terra’.