Papa Francesco invita le suore a testimoniare con coraggio

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‘Se una consacrata non testimonia il Risorto finisce lì la vita sua’: con queste parole papa Francesco ha accolto le 300 partecipanti alla 70^ assemblea generale dell’Unione Superiore Maggiori d’Italia (USMI) sul tema ‘In cammino sinodale, donne testimone del Risorto’, che fino ad oggi si trovano a Roma per eleggere la presidente che guiderà l’Unione per un nuovo quinquennio con un confronto sul tema del Sinodo, ‘In cammino sinodale. Donne testimoni del Risorto’.

Durante l’incontro il papa ha chiesto di essere testimoni del Risorto: “Le prime testimoni della Risurrezione del Signore sono state proprio le donne, le discepole, che con la loro audacia ci ricordano sempre di nuovo che ‘Gesù Cristo può anche rompere gli schemi noiosi nei quali pretendiamo di imprigionarlo e ci sorprende con la sua costante creatività divina’… Quelle donne coraggiose si sono lasciate sorprendere e spingere dalla forza e dalla luce del Risorto e si sono messe in cammino per cercarlo. Erano coscienti di quanto è importante avere il Signore vivo nel cuore”.

E’ stato un invito a ‘tornare’ alla fonte: “E’ curioso, questo, quando capita di dire: ‘Cosa facciamo adesso in questa situazione?’ – ‘Preghiamo un po’, vediamo cosa ci dice il Signore nel Vangelo…’, ed ecco che da lì viene l’ispirazione, da lì esce una nuova strada, a volte esce che una famiglia religiosa prenda decisioni che sembrano spaventose, ma no, quella cosa è del Signore!

Sempre andare con coraggio, cercare il Signore, che cosa ci dice oggi; non che cosa ci ha detto ieri, questo lasciatelo alle suore di ieri, ma quello di oggi… E le donne sono brave per questo, sanno creare cammini nuovi, sanno dare… Sono coraggiose”.

Questo è il cammino sinodale: “La presenza di Gesù non ci chiude in noi stessi, ci spinge verso l’incontro con gli altri e verso la decisione di camminare con gli altri. Queste donne non hanno scelto né di tenere la gioia dell’incontro solo per sé, né di fare il cammino da sole: hanno scelto di camminare insieme agli altri.

Perché è proprio della donna essere generosa, è così… Camminare insieme, hanno scelto di camminare insieme: ricordiamo sempre che ‘per camminare insieme è necessario che ci lasciamo educare dallo Spirito a una mentalità veramente sinodale, entrando con coraggio e libertà di cuore in un processo di conversione’…

Non dimentichiamo che il cammino sinodale lo fa lo Spirito Santo: Lui è il capo del cammino sinodale, Lui è il protagonista. E le donne, in questa dinamica, vanno avanti con i Pastori, anche quando tante volte non vi sentite valorizzate e a volte comprese, siete disponibili ad ascoltare, a incontrare, a dialogare, a fare progetti insieme. Aperte, con la grazia dello Spirito Santo”.

In questo senso le donne sono ‘seminatrici di speranza’: “Oggi ci manca questa piccola virtù umile che è la speranza, ci manca tanto. Abbiamo versioni mondane: l’ottimismo, il buon senso alto… No, la speranza, la più piccola ma la più forte delle virtù, quella che non delude, non delude mai.

E voi dovete essere seminatrici di speranza, che non è lo stesso di seminatrici di ottimismo, no, di speranza, che è un’altra cosa. L’incontro con Gesù Risorto riempie di speranza e ‘questo implica essere il fermento di Dio in mezzo all’umanità’… A volte troviamo persone che davanti alle opere finiscono male, come schiave delle opere, senza la libertà che dà lo Spirito per andare avanti.

Sorelle, rimanete fedeli alla chiamata perché il Signore è fedele. Chiamata, risposta fedele e speranza, andare avanti con la speranza… I vostri numerosi progetti parlano di questa dedizione piena di speranza. Continuate su questa strada! La speranza è molto importante per andare avanti”.

E’ un invito a testimoniare la speranza: “Se una consacrata non testimonia il Risorto, finisce lì la sua vita. Secondo, il cammino sinodale, ascoltare, guardare la realtà, toccare la realtà, non essere ‘in orbita’. E questo è il terzo, seminatrici di speranza…

Il cammino sinodale non è avere risposte e prendere decisioni. Il cammino sinodale è camminare, ascoltare, sentire e andare avanti. Il cammino sinodale non è un parlamento; il cammino sinodale non è una raccolta di opinioni. Il cammino sinodale è mettersi in ascolto della vita sotto la guida dello Spirito Santo che è il protagonista del Sinodo. E voi andate su questa strada con rinnovato entusiasmo, come donne testimoni del Risorto”.

Insomma è un invito a non coltivare l’amarezza, definito ‘l’amaro del diavolo’: “Ma l’amarezza è il liquore del diavolo: il diavolo ci cucina dentro, con questo liquore. Non parlo dell’ottimismo: l’ottimismo è una cosa psicologica. Parlo di speranza, di apertura allo Spirito, e questo è teologico, e una vocazione religiosa deve andare su questo cammino.

Ma quando si coltiva l’aceto invece dello zucchero, qualcosa non funziona. L’amarezza, l’acidità del cuore, fa tanto male… Questo è l’elisir del diavolo, questa amarezza, liquore di amarezza. Per favore, niente di questo! Soltanto lasciare che sia lo Spirito a darci questa dolcezza che è una dolcezza spirituale”.

(Foto: Santa Sede)

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