Appello per la Colletta dei Cristiani in Terra Santa

Condividi su...

“Proprio mentre l’umanità si stava lentamente risollevando dalle conseguenze della pandemia, abbiamo assistito poche settimane orsono agli sconvolgimenti provocati dal terribile terremoto. Esso è stato percepito anche a Gerusalemme, ma ha provocato danni e seminato un numero altissimo di morti in Siria e nel sud della Turchia, terre visitate dalla predicazione apostolica e luoghi in cui è fiorito il cristianesimo delle origini con insigni tradizioni monastiche ed eremitiche, o scuole teologiche che hanno contribuito allo sviluppo della comprensione del mistero di Cristo di cui noi tutti siamo debitori, anche se spesso non le conosciamo, a causa delle persecuzioni che le estinsero”: è questo il cuore dell’appello per la Colletta dei Cristiani in Terra Santa.

Nella lettera il prefetto del dicastero per le Chiese Orientali, mons. Claudio Gugerotti, ha evidenziato il significato dell’offerta: “Il gesto materiale dell’offerta, cui Egli ci chiama, sia accompagnato anzitutto da una parola che faccia riscoprire il senso di mantenere viva la memoria delle origini, come richiama il profeta Isaia: ‘considerate la roccia da cui foste tagliati’.

La Chiesa si è diffusa nel mondo con la predicazione degli apostoli, e ciascuno di noi col Battesimo è divenuto la pietra chiamata a restare unita al fondamento, che è Cristo Signore, per poter costruire un edificio spirituale: in Gerusalemme sono le nostre sorgenti, e noi vogliamo restare uniti e solidali con i fratelli e le sorelle che là continuano a testimoniare il Vangelo”.

Il prefetto ribadisce la necessità di non disperdere la memoria: “Custodiamo la memoria storica del Cenacolo, rendendo cenacoli di preghiera e carità le nostre case e le nostre parrocchie. Rinforziamo gli spazi della Basilica del Santo Sepolcro e riportiamoli alla loro luce, ma facciamo abitare i nostri cuori dall’annuncio del Risorto.

Manteniamo la Basilica della Annunciazione a Nazareth, ma lasciamo sconvolgere le nostre vite ogni giorno dalla Parola del Signore come fece la Vergine Maria. Uniamoci agli angeli festanti dei mosaici della Basilica della Natività a Betlemme, ma prendiamoci cura di quanti nascono e restano ai margini della nostra società, come fu per il Santo Bimbo nella Grotta attorniato soltanto dai pastori”.

E contemporaneamente è stato reso noto anche il Rapporto Sommario della Custodia di Terra Santa sui progetti e opere realizzati con la colletta 2021/2022. La ‘Colletta per la Terra Santa’ nasce dalla volontà dei Pontefici di mantenere forte il legame tra tutti i Cristiani del mondo e i Luoghi Santi: è la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai Luoghi Santi e lo strumento che la Chiesa si è data per mettersi a fianco delle comunità ecclesiali del Medio Oriente.

Nei tempi più recenti, papa Paolo VI, attraverso l’Esortazione Apostolica ‘Nobis in Animo’ (25 marzo 1974), diede una spinta decisiva in favore della Terra Santa, da Lui visitata nello storico pellegrinaggio del 1964.

Il Dicastero per le Chiese Orientali ha sottolineato che i territori che beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla Colletta sono i seguenti: Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.

Di norma, la Custodia di Terra Santa riceve il 65% della Colletta, mentre il restante 35% va al Dicastero per le Chiese Orientali, che lo utilizza per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale e i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio Oriente.

Anche per il biennio 2021/2022, la presenza francescana in Terra Santa, si è manifestata attraverso la progettazione, programmazione e l’esecuzione dei seguenti progetti e opere: Opere rivolte ai pellegrini, Opere rivolte a favore della comunità locale, Rodi, Progetti in Siria e Libano sostenuti da PTS Pro Terra Sancta, Stipendi ordinari della Custodia di Terra Santa.

Nel rapporto ci sono anche stipendi mensili di circa 1.027 impiegati in Israele (69%) e Palestina (31%) divisi tra 15 scuole (62% del numero totale degli impiegati), 4 Case Nove per pellegrini (8% del numero degli impiegati), 80 santuari, 25 parrocchie e tante attività varie.

Ed il Custode di Terra Santa, fra Francesco Patton, ha evidenziato in una lettera il compito dei Frati minori: “Il nostro compito di frati minori della Custodia di Terra Santa è proprio quello di prenderci cura contemporaneamente delle pietre benedette e sante che sono i santuari e delle ‘pietre vive’ che sono i cristiani locali e i pellegrini.

Le pietre benedette della memoria ci ricordano l’annunzio dell’angelo a Maria, la mangiatoia nella quale il figlio di Dio appena nato fu deposto, la casa dove crebbe sotto lo sguardo vigile di Giuseppe imparando a lavorare, i luoghi della sua vita pubblica, della sua predicazione e dei miracoli da lui compiuti attorno al lago di Galilea, la Città Santa di Gerusalemme con i momenti che segnano le tappe della passione morte e risurrezione che ci ha portato riconciliazione e salvezza, e la nascita della Chiesa.

Prendersi cura di questi luoghi non significa aver a cuore qualcosa di poco importante, perché questi luoghi ci richiamano il fondamento storico, concreto e reale della nostra fede”.

Infine ha ribadito che occorre prendersi cura anche dei fedeli: “Certo, non è sufficiente prendersi cura di queste pietre sante e benedette che conservano la memoria del Vangelo; noi siamo chiamati anche a prenderci cura anche delle ‘pietre vive’, di quelli che sono i fedeli locali che attorno ai santuari vivono la loro vita cristiana nelle locali comunità parrocchiali e siamo chiamati a prenderci cura anche dei pellegrini che qui giungono da tutti i paesi del mondo.

A questo servono le iniziative per migliorare e rendere più accoglienti i santuari, a questo servono le attività pastorali, ma anche quelle sociali, come le scuole, le attività caritative, la costruzione di complessi abitativi e molte altre iniziative.

Siamo a servizio anche della Chiesa universale, rappresentata dai tanti pellegrini che giungono ai Luoghi Santi proprio per poter alimentare la propria fede, talvolta rinnovarla o recuperarla. Siamo a servizio anche di una Chiesa ferita da troppi anni di conflitti e di guerre (basti pensare al conflitto in Siria che ha ormai superato il dodicesimo anno)”.

151.11.48.50