XXIX domenica del Tempo Ordinario: la preghiera come dialogo intimo con Dio
Il Vangelo ci presenta sovente Gesù in preghiera, in dialogo intimo con il Padre. Nella parabola del Vangelo, oggi, abbiamo come protagonisti un giudice disonesto ed iniquo e una povera vedova che chiede giustizia: questa invoca giustizia mentre Il giudice fa ‘orecchie da mercante’. La vedova insiste ed in fine viene accontentata solo per la sua petulanza nel chiedere.
Il Signore fa una giusta considerazione: quel giudice, anche se iniquo, alla fine soccombe davanti alla legittima insistenza della povera vedova; Dio, che è giudice e padre, non farà giustizia a chi lo invoca con fede, con costanza e con amore? Da qui l’esortazione di Gesù: quando pregate, dite: ‘Padre nostro…’, nella forma più semplice, perché pregare è dialogare con Dio Padre; lo stesso Gesù ci dà l’esempio.
Se la preghiera è proprio questo dialogo del figlio con il padre, ogni preghiera assume le note della spontaneità e della libertà, due caratteristiche di vero dialogo fra fratelli e figli che si confidano con Dio-Padre riconoscendolo creatore e padre.
Da qui l’esortazione dell’apostolo Paolo al discepolo Timoteo: ‘rimani saldo nella fede’ e matura questo rapporto con Dio che hai imparato a conoscere in casa dai genitori cristiani, veri maestri nella fede, e nella Chiesa vivendo in mezzo ai fratelli; non essere mai schiavo di formule imparate a memoria o apprese dai libri; ma la preghiera sia apertura del cuore e spontaneità.
l pagani, diceva Gesù, moltiplicano le parole credendo più efficace la preghiera; la spontaneità è sempre preziosa sia nella preghiera privata che comunitaria. Allora: dove pregare? è necessario andare in Chiesa? Ovunque puoi pregare perché Dio è spirito e verità; ma in Chiesa non si va solo per pregare ma per ascoltare la Parola di Dio, per conoscere ed approfondire le verità della fede e per nutrirei dell’Eucaristia, pane per la vita eterna; dice infatti Gesù.: “Se siete stanchi, affaticati, oppressi? venite a me, io vi ristorerò. Prendete e mangiate: questo è il mio corpo”.
La Bibbia, la sacra Scrittura è libro ispirato da Dio e mira ad insegnare, a correggere, a formare secondo giustizia, a vivere l’amore verso Dio, a vivere da figli di Dio. Si rende necessario allora impegnarsi nella fede, restare saldi nell’amore verso Dio, nutrirsi della parola di Dio per diffondere poi l’insegnamento di Cristo con la parola e la testimonianza, per la realizzazione ‘dell’unico ovile sotto lo stesso Pastore’. L’apostolo Paolo esorta il discepolo Timoteo: “Ti scongiuro davanti a Dio, annuncia la parola, ammonisci, rimprovera, esorta in ogni occasione opportuna e non opportuna”.
E’ necessario impegnarsi con la Parola e con la Testimonianza: con le parole e con le azioni. Le parole, dicevano giustamente i nostri padri, volano, gli esempi trascinano. Anche Gesù prima operava, poi insegnava e poteva ripetere: ciò che ho fatto io, fate pure voi. “Mi chiamate Signore e Maestro e dite bene perché lo sono; ma io vi ho lavato i piedi … vi ho dato l’esempio; fate così anche voi”.
Dove pregare? E’ la stessa domanda che un giorno la samaritana fece a Gesù: voi ebrei pregate a Gerusalemme, noi samaritani saliamo sul monte; la risposta di Gesù non si fece attendere: Dio è spirito e verità; in ogni luogo, in ogni momento sei davanti a Dio che è spirito e verità e la preghiera è l’anima dello spirito; quando Mosè alzava le braccia in segno di preghiera, Israele era sempre più forte.
La vedova della parabola chiede giustizia al giudice disonesto ma questa, senza uno sponsor, non riesce ad ottenere nulla; in fine viene accontentata dal giudice solo per la sua ostentata ed interminabile petulanza. Gesù presenta oggi questa parabola per darci un insegnamento sull’importanza della preghiera che è insostituibile quando evidenzia fede vera e sincera; Gesù invita ad alimentare sempre la nostra fede.
La preghiera e la parola di Dio sono il più valido sostegno alla nostra debolezza e precarietà, alimentano la nostra fede e la nostra adesione a Dio, che è Padre e misericordia infinita. Gesù ci invita a pregare con insistenza non perché Dio non conosce i nostri bisogni, ma perché la nostra arma contro il male è solo la preghiera, che ci rende forti; essa ci è di vero aiuto se evidenzia fede profonda. Pregare allora non per convincere il Signore con le nostre parole ma per ravvivare la nostra fede e il suo aiuto di Padre e pastore.
“Vi ho dato l’esempio, dice Gesù, come ho fatto io, fate voi”: pregare è invocare l’aiuto di Dio, come tu invochi ‘mamma’ quando ti senti in pericolo; pregare è aprire la finestra della tua anima ed invocare Dio perché l’anima tua non è là dove tu ti trovi con il corpo, ma è là dove tu ami; allora e solo allora non ti sentirai più solo, la tua stanza diventa l’universo, non avrai più paura perché Qualcuno è sempre vicino a te, è sempre con te.