Lunedì scorso papa Francesco ha incontrato i partecipanti al Capitolo Generale dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, che hanno riflettuto su tre temi: comunione, formazione e missione. Il papa ha incentrato il discorso sul tema della speranza, centro delle riflessioni del Capitolo:
“Voi siete una Famiglia religiosa dedita all’evangelizzazione, e siete riuniti per discernere insieme il futuro della vostra missione nella Chiesa e nel mondo.
Avete scelto, per questo Capitolo, un tema impegnativo, molto simile a quello che è stato scelto per il prossimo Giubileo della Chiesa: ‘Pellegrini di speranza in comunione’.
E’ un tema che riassume la vostra identità sulle strade del mondo, al quale, come discepoli di Gesù e seguaci del vostro fondatore sant’Eugenio de Mazenod, siete chiamati a portare il Vangelo della speranza, della gioia e della pace…
Il
grido della terra e quello dei poveri, le guerre e i conflitti che versano
sangue sulla storia umana, la situazione angosciante di milioni di migranti e
rifugiati, un’economia che rende i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre
più poveri, sono alcuni aspetti di uno scenario dove soltanto il Vangelo può
mantenere accesa la luce della speranza”.
Ed
ha ricordato che il fondatore è stato un viandante: “Anche il vostro Fondatore
è stato viandante, alle origini della vostra Famiglia religiosa, quando andava
camminando con i suoi primi compagni nei villaggi della nativa Provenza,
predicando le missioni popolari e riportando alla fede i poveri che se n’erano
allontanati e che anche i ministri della Chiesa avevano abbandonato. E’ un
dramma questo, quando i ministri della Chiesa abbandonano i poveri”.
Da qui nasce lo slancio missionario: “Pellegrini e viandanti, sempre pronti a partire, come Gesù con i suoi discepoli nel Vangelo. Come Congregazione missionaria, siete al servizio della Chiesa in 70 Paesi del mondo.
A questa Chiesa, che il Fondatore vi ha insegnato ad amare come una madre, offrite il vostro slancio missionario e la vostra vita, partecipando al suo esodo verso le periferie del mondo amato da Dio, e vivendo un carisma che vi porta verso i più lontani, i più poveri, coloro che nessuno raggiunge.
Camminando su questa strada con amore e fedeltà, voi, cari fratelli, rendete alla Chiesa un grande servizio”.
Alla missione è collegata la speranza: “Al tema della speranza avete già dedicato uno dei vostri precedenti Capitoli generali, quando avete sentito una particolare chiamata ad essere testimoni di questa virtù in un mondo che sembra averla persa e che cerca altrove la sorgente della sua felicità.
Essere missionari della speranza significa saper leggere i segni della sua presenza nascosta nella vita quotidiana della gente.
Imparare a riconoscere la speranza tra i poveri a cui siete mandati, i quali spesso riescono a trovarla in mezzo alle situazioni più difficili.
Lasciarsi evangelizzare dai poveri che evangelizzate: loro vi insegnano la via della speranza, per la Chiesa e per il mondo”.
E’ un invito ad essere testimoni di speranza in comunione: “La comunione oggi è una sfida da cui può dipendere il futuro del mondo, della Chiesa e della vita consacrata.
Per essere missionari di comunione bisogna viverla prima di tutto tra noi, nelle nostre comunità e nei rapporti reciproci, e coltivarla poi con tutti senza eccezioni…
Vi esorto ad essere promotori di comunione attraverso espressioni di solidarietà, di vicinanza, di sinodalità e di fraternità con tutti.
Il buon samaritano del Vangelo vi sia esempio e stimolo a farvi prossimi di ogni persona, con l’amore e la tenerezza che l’hanno spinto a prendersi cura dell’uomo derubato e ferito.
Farsi prossimi è un lavoro di tutti i giorni, perché l’egoismo ti tira dentro, ti tira giù, farsi prossimo è uscire”.
Ed infine l’appello a rimanere fedeli al carisma del fondatore: “Il vostro Fondatore, il carisma che vi ha trasmesso e la sua visione missionaria siano e rimangano punti di riferimento per la vostra vita e il vostro lavoro; per rimanere radicati nella vostra vocazione missionaria, soprattutto vivendo il testamento del Fondatore, nell’amore reciproco tra di voi e nello zelo per la salvezza delle anime.
E’ il cuore della vostra missione e il segreto della vostra vita, e per questo la Chiesa ha ancora bisogno di voi”.
E’ un invito a seguire la Madonna come ‘compagna di viaggio’: “Quest’anno avete celebrato la memoria di una grazia speciale che sant’Eugenio ricevette due secoli fa davanti alla statua della Madonna Immacolata nella chiesa della missione, a Aix-en-Provence.
Questo rinnova a voi l’invito a prendere Maria come compagna di viaggio, perché vi accompagni sempre nel vostro pellegrinaggio. Maria pellegrina, Maria in viaggio, Maria che si alzò in fretta per andare a servire.
Dopo aver detto il suo ‘sì’ a Dio mediante l’arcangelo Gabriele, partì in fretta per andare dalla cugina Elisabetta, per condividere il dono e mettersi al suo servizio.
Anche in questo Maria vi sia di esempio, per la vostra vita e per la vostra missione”.