Papa Francesco contro l’assurdità della guerra
Nei giorni scorsi in Ucraina si sono registrate vittorie di Kiev sul terreno e nuove tensioni sulle forniture energetiche: a Lyman, snodo strategico ad Est, ‘le truppe russe, oltre 5.000 militari, sono circondate dall’esercito ucraino. Hanno fatto appello ai comandi con la richiesta di ritirarsi ma la richiesta è stata respinta’, aveva fatto sapere il capo dell’amministrazione militare di Lugansk, Sergiy Gaidai.
Le truppe ucraine avevano già interrotto le comunicazioni di terra a supporto dei russi nell’area di Drobysheve-Lyman e preso il controllo delle strade. Ma poco dopo è arrivato l’annuncio ufficiale, con l’ammissione anche da parte di Mosca: ritiro dalla città chiave nella provincia di Donetsk ‘verso posizioni più vantaggiose’ e bandiera azzurra e gialla issata sul pennone dai soldati che hanno scacciato gli invasori. Anche in Crimea si segnalano danni a una base aerea russa, che potrebbe essere stata colpita da un’incursione delle forze di Kiev.
Di fronte a tale situazione papa Francesco non si arrende a chiedere ai due Stati la pace, come è avvenuto anche prima della recita dell’Angelus di domenica scorsa: “Mi affliggono i fiumi di sangue e di lacrime versati in questi mesi. Mi addolorano le migliaia di vittime, in particolare tra i bambini, e le tante distruzioni, che hanno lasciato senza casa molte persone e famiglie e minacciano con il freddo e la fame vasti territori.
Certe azioni non possono mai essere giustificate, mai! E’ angosciante che il mondo stia imparando la geografia dell’Ucraina attraverso nomi come Bucha, Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhzhia e altre località, che sono diventate luoghi di sofferenze e paure indescrivibili. E che dire del fatto che l’umanità si trova nuovamente davanti alla minaccia atomica? E’ assurdo”.
Ed ha gridato contro l’assurdità del conflitto: “Che cosa deve ancora succedere? Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione? In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello affinché si giunga subito al cessate-il-fuoco.
Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili. E tali saranno se fondate sul rispetto del sacrosanto valore della vita umana, nonché della sovranità e dell’integrità territoriale di ogni Paese, come pure dei diritti delle minoranze e delle legittime preoccupazioni”.
Ed infine ha rivolto un appello a Putin ed a Zelenskji: “Il mio appello si rivolge innanzitutto al Presidente della Federazione Russa, supplicandolo di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte.
D’altra parte, addolorato per l’immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell’aggressione subita, dirigo un altrettanto fiducioso appello al Presidente dell’Ucraina ad essere aperto a serie proposte di pace.
A tutti i protagonisti della vita internazionale e ai responsabili politici delle Nazioni chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle loro possibilità per porre fine alla guerra in corso, senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo”.
Quello del papa è stato un appello a ricorrere a vie diplomatiche per la pace: “Per favore, facciamo respirare alle giovani generazioni l’aria sana della pace, non quella inquinata della guerra, che è una pazzia! Dopo sette mesi di ostilità, si faccia ricorso a tutti gli strumenti diplomatici, anche quelli finora eventualmente non utilizzati, per far finire questa immane tragedia. La guerra in sé stessa è un errore e un orrore!”
Stesso giudizio era stato dato dal papa durante l’incontro del papa con i gesuiti nell’incontro della ‘regione russa’ della Compagnia di Gesù in Kazakhstan, in cui ha ribadito che è in corso la terza guerra mondiale: “Ed è un errore anche pensare che questa è una guerra tra Russia e Ucraina e basta. No: questa è una guerra mondiale…
Ci sono fattori internazionali che hanno contribuito a provocare la guerra. Ho già ricordato che un capo di Stato, a dicembre dello scorso anno, è venuto a dirmi di essere molto preoccupato perché la Nato era andata ad abbaiare alle porte della Russia senza capire che i russi sono imperiali e temono l’insicurezza ai confini.
Lui ha espresso paura che ciò avrebbe provocato una guerra, e questa è scoppiata due mesi dopo. Dunque, non si può essere semplicisti nel ragionare sulle cause del conflitto. Io vedo imperialismi in conflitto.
E, quando si sentono minacciati e in decadenza, gli imperialismi reagiscono pensando che la soluzione sia scatenare una guerra per rifarsi, e anche per vendere e provare le armi. Qualcuno dice, ad esempio, che la guerra civile spagnola è stata fatta per preparare la Seconda guerra mondiale.
Non so se sia davvero così, ma potrebbe esserlo. Non dubito, però, che stiamo già vivendo la Terza guerra mondiale. In un secolo ne abbiamo viste tre: una tra il 1914 e il 1918, una tra il 1939 e il 1945, e adesso viviamo questa”.
Ed alla domanda sui consigli il papa ha risposto che occorre la vicinanza: “Per me la cosa da fare è dimostrare vicinanza. Questa è la parola chiave: stare vicini, aiutare la gente che soffre. Il popolo deve sentire che il suo vescovo, il suo parroco, la Chiesa è vicina.
Questo è lo stile di Dio. Lo leggiamo nel Deuteronomio: ‘Quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?’ Lo stile di Dio è la vicinanza”.