V domenica di Quaresima. La nuova legge: misericordia e perdono
Dalla parabola del Figlio prodigo alla concretezza della misericordia e perdono; il Vangelo ci presenta oggi un fatto concreto: una donna colta in flagrante adulterio viene trascinata davanti a Gesù. Sono sempre gli scribi e i farisei desiderosi di cogliere in fallo Gesù per poterlo accusare alla legittima autorità: ‘Signore, dicono, abbiamo colto questa donna in flagrante adulterio; Mosè nella Legge ci ordina di lapidarla. Tu cosa dici?’
Gesù aveva parlato sempre di misericordia e perdono: Dio è il Dio della misericordia; è il Padre che abbraccia e perdona il figliolo prodigo ed invita il figlio maggiore a fare la stessa cosa. Gesù ora è chiamato a dare una risposta: dire ‘sì’ oppure ‘no’; è anche un tranello preparato contro Gesù perché se, agendo conforme alla legge di Mosè, avesse detto: ‘lapidatela’, poteva benissimo essere accusato all’autorità di Roma come sobillatore: in Palestina una esecuzione capitale doveva essere convalidata sempre dal governatore romano; se avesse detto: ‘non lapidatela, perdonatela’, allora dichiaratamente andava contro la legge di Mosè e doveva penalmente risponderne davanti al Sinedrio.
Scribi e farisei attendono una risposta da Gesù, ma Egli scrive a terra con il dito, mentre la donna tremante è a terra; gli interlocutori insistono e Gesù allora, conforme alla legge, dà la sua risposta: ‘Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra’.
Gesù invita i suoi interlocutori ad un esame di coscienza: i santi di Dio, gli amici veri del Signore è giusto che osservino la legge: chi è santo, vero amico di Dio, è giusto che, in nome di Dio, scagli la pietra!
Quelli (scribi e farisei) buttano via la pietra, ed uno ad uno vanno via tutti. Rimane solo Gesù e la donna sempre in mezzo alla strada. Dio ama il suo popolo e non vuole la morte del peccatore ma che si converta a viva.
Per questo ha liberato il popolo ebreo dalla schiavitù dell’Egitto e lo ha trasferito prima nel deserto, nutrendolo con la manna, poi nella Terra Promessa dando una legge: ‘Ascolta Israele, amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore … amerai il prossimo tuo come te stesso’.
Amare è perdono; il dono più bello: dimenticare tutto, se sei veramente pentito; l’apostolo Paolo ci ricorda che il sommo bene per l’uomo è salvare l’anima, avvicinarsi a Dio con l’amore. Gesù mostra il suo amore attraverso la sua passione, morte in croce e risurrezione. Gesù, infatti, è venuto ad instaurare la nuova Alleanza basata sulla misericordia e il perdono: a Gesù preme solo la salvezza dell’uomo.
In croce al buon ladrone dirà: ‘Oggi sarai con me in paradiso’. Gli scribi e i farisei buttano via la pietra e vanno via, Gesù alza gli occhi, vede la donna rimasta sola e tremante e le dice: ‘Dove sono? Nessuno ti ha condannata? Vai e d’ora in poi non peccare più’. Così trionfa la misericordia e il perdono.
L’episodio oggi è un monito anche per noi: siamo in quaresima, tempo di conversione; è il momento di seppellire l’uomo vecchio per rinascere a vita nuova. Per vivere bene è necessario rinascere, rinnovarsi ogni giorno: più profondo e vasto è il rinnovamento, più alta è la vitalità. ‘Navigare necesse est!’ bisogna migliorarsi ogni giorno, contrastare il passo alla vecchiaia rimanendo sempre giovani e pieni di vita.
Gesù fa appello alla coscienza; è pronto sempre a perdonare e ci offre una via nuova per andare avanti. Il perdono mentre ci riconcilia con Dio, ci dona la pace interiore e una spinta sempre avanti. La pagina del Vangelo colpisce, come ben vedi, le nostre abitudini: siamo purtroppo facili a vedere il male degli altri, mentre riflettiamo poco sulla nostra vita.
Siamo vicino alla Pasqua: Gesù non è venuto per condannare ma per redimere; dobbiamo solo sforzarci di correre per conquistare il premio: dimentichi del passato e protesi verso il futuro; questa è l’unica via: si chiama: misericordia e perdono. La Madonna delle grazie ci aiuti a testimoniare a tutti l’amore misericordioso di Dio; imploriamo la Santissima Madre di Gesù e nostra: ‘Rivolgi a noi, madre, gli occhi tuoi misericordiosi’.