Appelli ed azioni per la pace: solidarietà al popolo ucraino
Martedì scorso papa Francesco ha fatto una telefonata al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha raccontato brevemente ai parlamentari italiani di aver spiegato al papa che quella in corso è una guerra di un esercito contro un popolo armato per difendersi:
“Ho riferito a Sua Santità la difficile situazione umanitaria e il blocco dei corridoi di soccorso da parte delle truppe russe. Sarebbe apprezzato il ruolo di mediazione della Santa Sede nel porre fine alla sofferenza umana. Ho ringraziato per le preghiere per l’Ucraina e la pace”.
Nel frattempo durante l’incontro di lunedì 21 marzo a Bratislava, in Slovacchia, i membri del Comitato Congiunto della Conferenza delle Chiese Europee (CEC) e del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) hanno fatto un appello ai capi delle Nazioni e alla comunità internazionale affinché facciano tutto ciò che è in loro potere per porre fine all’attuale guerra che sta distruggendo vite e causando indicibili sofferenze:
“La religione non può essere usata come mezzo per giustificare questa guerra. Tutte le religioni, e noi come cristiani, siamo uniti nel condannare l’aggressione russa, i crimini che vengono commessi contro il popolo dell’Ucraina e la blasfemia che rappresenta l’uso improprio della religione in questo contesto”.
L’appello congiunto è un ringraziamento per il lavoro fatto dalle Chiese e dalle ONG, insieme alle autorità dei paesi vicini all’Ucraina nell’accogliere coloro che fuggono dalla guerra:
“Assistendo alla grande sofferenza di coloro che vivono in Ucraina e fuggono da essa, esortiamo le autorità religiose e politiche a impegnarsi in un vero dialogo e a promuovere una pace duratura. Ringraziamo per l’enorme lavoro svolto dalle Chiese e dalle ONG, così come dalle autorità locali e statali nei paesi confinanti con l’Ucraina e non solo, nell’accogliere coloro che lasciano le loro case e fuggono dalla guerra”.
Inoltre l’appello ha sottolineato il coraggio degli oppositori russi: “Riconosciamo anche le voci del popolo russo che sta coraggiosamente protestando contro l’invasione, e siamo solidali con loro nella loro lotta. Esortiamo a continuare tutte le iniziative che sostengono la vita e che testimoniano l’amore di Cristo per il prossimo”.
L’appello si conclude con un invito a pregare: “Continuiamo a pregare per il dono della pace e invitiamo tutti i cristiani a unirsi a noi in preghiera, rafforzando i loro sforzi per affermare il valore della vita e per promuovere attivamente la riconciliazione”.
Nel frattempo il ‘Movimento Laudato Sì’ propone nel tempo quaresimale il ‘digiuno del gas’: “Quest’anno siamo accompagnati dal verbo ‘ascoltare’, sui passi del cammino sinodale. Camminare insieme presuppone anzitutto l’arte dell’ascoltare, che è alla base, per ciascuno di noi, per essere ‘artigiani di pace’. Anche la Quaresima Laudato Si’ che vivremo quest’anno si ispira al tema dell’ascolto”.
E nel mercoledì delle ceneri ci sarà il ritiro ‘Laudato Sì’, a cui si potrà partecipare in due modalità: nella modalità ‘online’, dalle 16.00 alle 19.00, registrandosi su zoom oppure seguendo in diretta sulla pagina facebook; e nella modalità ‘offline’, seguendo il ‘Ritiro Laudato Sì’ o pregando con la ‘Coroncina Laudato Sì’, accompagnati, nella preghiera per la #pace da don Tonio dell’Olio, presidente della commissione ‘Spirito di Assisi’, e da don Vasyl Hushsvatyy della chiesa bizantina di Santa Maria delle Grazie di Perugia.
La proposta è nata dallo scambio di idee e preghiere tra i ‘Circoli Laudato Sì’ italiani, e lanciata da Svitlana Romanko, responsabile della campagna ‘zero combustibili fossili’ del Movimento Laudato Sì, che vive a Ivano-Frankivs’k in Ucraina. Inoltre il ‘Movimento Laudato Sì’ invita ad un ‘digiuno dal gas’, in solidarietà con i profughi che fuggono dalla guerra in Ucraina e dai conflitti nel mondo:
“E’ un digiuno che vuole anche essere denuncia di come l’industria dei combustibili fossili, il suo potere economico sproporzionato, l’influenza politica e la natura distruttiva delle sue attività hanno portato ad una connessione frequente tra l’estrazione di combustibili fossili, la sofferenza umana, la distruzione del creato ed il conflitto.
Con questo gesto simbolico vogliamo fare la nostra parte con stili di vita sostenibili per una transizione energetica più equa. Come durante la pandemia covid 19, la salute è passata prima degli affari di questa economia del saccheggio, con questo gesto simbolico di digiuno dal gas durante la Quaresima, vogliamo chiedere che i diritti umani, la libertà, la democrazia e la pace passino prima di questa economia estrattiva, di cui la guerra è parte integrante”.
Inoltre la Comunità Papa Giovanni XXIII, la Rete Italiana Pace e Disarmo, Pax Christi, Beati i costruttori di pace, FOCSIV, AOI, ACMOS, Fondazione ‘Benvenuti in Italia’ e ‘Un Ponte Per’ hanno promosso un corridoio umanitario per consentire a persone con fragilità, madri sole e soprattutto bambini, di lasciare l’Ucraina per l’Italia:
“Nel chiedere che si proclami immediatamente il cessate il fuoco, che si dia spazio alla diplomazia internazionale e alle Nazioni Unite per la risoluzione della controversia e che si consenta subito alle organizzazioni umanitarie internazionali di intervenire, ognuno di noi può fare qualcosa di più e di concreto per fermare questo scempio”.
Le associazioni propongono la decisione di questa decisione di ‘non restare spettatori’: “Con i rappresentanti della società civile nonviolenta e pacifista e di altre realtà impegnate nella costruzione della pace, entreremo in territorio ucraino per testimoniare con la nostra presenza sul campo la volontà di pace e per permettere a persone con fragilità, madri sole e soprattutto bambini, di lasciare il loro Paese in guerra e raggiungere l’Italia.
Invitiamo pertanto tutte le organizzazioni impegnate per la costruzione della pace e per la solidarietà internazionale a dare la propria adesione, a prendere parte alla delegazione e a promuovere una serie di azioni di mobilitazione”.