Papa Francesco agli imprenditori: curare l’anima per rigenerare economia

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Nei giorni scorsi papa Francesco ha ricevuto in udienza gli imprenditori dell’associazione ‘Anima per il sociale nei valori di impresa’, costituita 20 anni fa nell’ambito dell’Unione degli Industriali e delle Imprese delle Province nel Lazio, puntualizzando la parola ‘anima’:

“Avete scelto per questo di usare la parola ‘anima’: parola molto impegnativa! Essa fa pensare a una realtà che non ha una propria visibilità, ma dall’interno stimola e motiva il vostro ambiente di lavoro”.

Ed ha offerto una riflessione sul significato del ‘bene comune’: “Oggi, tenendo l’obiettivo puntato sul bene comune, risulta necessario che la politica e l’economia, in costante dialogo tra loro, si pongano decisamente al servizio della vita, la vita umana e la vita del creato, nostra casa comune, non al servizio della non-vita o della morte, come purtroppo succede a volte”.

E’ un invito a non scoraggiarsi nel creare occupazione: “Qualcuno pensa che i criteri etico-sociali siano come una ‘gabbia’ che mortifica la libertà e la creatività economica. In realtà, è proprio il contrario, o almeno può esserlo.

Infatti, se vogliamo che il mondo futuro sia abitabile e degno dell’uomo, bisogna che l’economia sia più libera dal potere della finanza e più creativa nel ricercare forme di produzione orientate a un’ecologia integrale.

Che l’economia sia concreta, non ‘liquida’ né ‘gassosa’, come è il pericolo delle finanze. La globalizzazione deve essere ‘governata’, in modo che il globale non vada a scapito del locale, ma le due dimensioni stiano in connessione virtuosa e feconda”.

L’economia deve iniziare dal ‘basso’ per affrontare la globalizzazione: “Penso ed auspico che la costruzione di un’economia nuova, rispettosa della dignità umana e dell’ambiente, possa e debba partire dal basso.

Anzi, è già partita dal basso: in tutto il mondo ci sono tante esperienze di impresa etica e sostenibile che tracciano un cammino. Occorre favorire la comunicazione e la condivisione tra queste esperienze, così che si formi una rete capace di incidere a livelli sempre più estesi”.

Insomma è necessario ‘curare l’anima’: “E per questo occorre resistere alla tentazione dell’attivismo e trovare tempi per riflettere, per pensare, per contemplare. A volte l’attivismo ci distrugge l’interiorità; non parlo di religiosità ma di interiorità umana.

Poi, quella per una religione è un’opzione personale, ma prima c’è l’interiorità umana. Anche per questo l’associazione può essere utile, con delle proposte. Ma è soprattutto un’esigenza personale: ciascuno, se vuole animare, deve lasciarsi animare interiormente dal bene, dal bello e dal vero”.

Quindi anche l’economia ha bisogno della poesia: “Lo dimostrano le testimonianze di imprenditori italiani che hanno saputo far crescere non solo i profitti ma anche la vita, la qualità della vita, la qualità del lavoro, con libertà e creatività, perché avevano una coscienza illuminata, una interiorità illuminata. E questo ti porta alla creatività, ti porta alla poesia. Anche il lavoro dell’uomo è poesia: fare le cose”.

Però all’inizio dell’incontro il papa ha fatto un riferimento alla guerra in Ucraina, epilogo di una crisi iniziata nei primi anni del XXI secolo: “La grande crisi finanziaria del 2007-2008 avrebbe dovuto spingere in questa direzione.

Sì, c’è stata una reazione positiva, ma mi pare che sostanzialmente il mondo abbia continuato e continui a essere governato da criteri obsoleti. Per non parlare dell’ambito geopolitico-militare, dove diverse guerre regionali e specialmente la guerra in corso in Ucraina dimostrano che chi governa le sorti dei popoli non ha ancora recepito la lezione delle tragedie del XX secolo”.

Per questo il card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per lo sviluppo umano integrale, si è recato nuovamente in Ucraina, su richiesta di papa Francesco, come ha confermato il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni:

“Sua Eminenza il Cardinal Czerny parte nuovamente alla volta dell’Ucraina per manifestare la vicinanza del Santo Padre a quanti vivono con dolore le conseguenze della guerra in corso… Papa Francesco segue con la preghiera questa missione, come quelle dei giorni scorsi. Tramite Sua Eminenza, desidera rendersi prossimo a coloro che fuggono dai combattimenti e soffrono per la violenza di altri uomini”.

(Foto: Santa Sede)

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