I pacifisti chiedono pace in Ucraina
Fino ad avanti ieri il presidente degli USA, Joe Biden, aveva ‘accettato in via di principio un incontro con il presidente Putin’ a patto che nel frattempo ‘non sia avvenuta un’invasione’ dell’Ucraina, secondo la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, dopo l’annuncio del presidente francese, Emmanuel Macron, di un vertice tra i leader americano e russo.
Poi ieri il presidente russo ha firmato in diretta televisiva, dopo un discorso alla nazione, il decreto con cui la Russia riconosce l’indipendenza dall’Ucraina delle repubbliche separatiste del Donbass, in cui ha detto: “La situazione in Donbass è diventata critica, acuta. Ed oggi mi rivolgo a voi direttamente per non solo valutare cosa sta succedendo, ma anche per informarvi sulle decisioni che si stanno prendendo, su possibili ulteriori passi su questo tema…
L’Ucraina non è un Paese confinante, ma parte integrante della nostra storia, cultura, spazio spirituale. Sono nostri compagni, spesso gli ucraini stessi si considerano parte della Russia, siamo uniti da sempre”.
Al termine del discorso Putin ha firmato il decreto di riconoscimento delle due repubbliche separatiste dell’Est ucraino, Donetsk e Lugansk, alla presenza dei due leader ribelli:
“La leadership ucraina dice costantemente che non vuole applicare pienamente gli Accordi di Minsk; a loro non interessa una soluzione pacifica del conflitto e continuano a colpire i civili nel Donbass”.
Mentre nella scorsa settimana il Consiglio Pan-Ucraino delle Chiese e delle Organizzazioni Religiose aveva rivolto un appello a Russia e Ucraina perché diano prova di buona volontà nel risolvere la de-escalation con un gesto di buona volontà attraverso l’effettiva attuazione dell’accordo sullo scambio delle persone detenute a causa del conflitto, alle condizioni precedentemente concordate nel formato Normandia.
L’appello del Consiglio Pan-Ucraino delle Chiese è stato rivolto contestualmente al presidente della Repubblica Ucraina Volodymyr Zelensky e a quello della Federazione Russa Vladimir Putin: “Considerando i tentativi della comunità internazionale a riprendere i negoziati in formato Normandia, ed esortando tutti i partecipanti al processo a mostrare determinazione e a compiere gli sforzi necessari per scambiare le persone, detenute a causa del conflitto, come primo passo nell’attuazione della strategia globale di de-escalation del conflitto, ci rivolgiamo a voi con la richiesta di intraprendere senza indugio tutte le azioni necessarie per liberare di tutti i detenuti, per misericordia e in vista delle considerazioni umanitarie”.
Infine il Consiglio Pan-ucraino delle Chiese e delle Organizzazioni Religiose ha anche invitato Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin a “fare ogni possibile sforzo diplomatico per prevenire il terribile spargimento di sangue sulla nostra terra che lascerebbe un segno indelebile per molte generazioni, e adoperarsi per una pace duratura e giusta tra i nostri paesi”.
E dall’Italia parte un invito alla pace da p. Alex Zanotelli per evitare che la crisi ucraina si trasformi in un riarmo atomico: “Nel 2021 la spesa militare mondiale si aggira sui duemila miliardi di dollari(nel 2020 eravamo a 1.981 miliardi !) Quasi metà di queste assurde spese sono da attribuirsi a USA/NATO, seguiti a grande distanza da Russia e Cina. E questo riarmo è contagioso.
La notevole militarizzazione della Cina, per esempio, spinge ora le nazioni del Pacifico: Giappone, Indonesia, Corea del Sud, Malesia e Taiwan a fare altrettanto. Ma anche l’Africa è sempre più militarizzata. Nel 2020 le spese per le armi hanno superato $ 43.000.000.000, con una crescita esponenziale nei paesi del Sahel. Ma ancora più agghiacciante è la corsa al riarmo nucleare, da parte delle grandi potenze, soprattutto USA, Russia e Cina”.
Il missionario comboniano ha sottolineato l’escalation delle spese militari: “Lo scontro fra USA /NATO e la Russai sull’Ucraina ha già portato la Russia a siglare un’alleanza con la Cina. E siamo di ritorno ai blocchi Est-Ovest, alla Guerra Fredda e al nuovo riarmo mondiale. Infatti gli scienziati atomici hanno già posto le lancette dell’ ‘Orologio dell’Apocalisse’ a 100 secondi dall’inverno nucleare.
E il nostro paese partecipa allegramente a questa corsa al riarmo. Lo scorso anno per armare l’Italia, il governo Draghi ha investito in armi circa € 30.000.000.000. Non solo, il Ministero della Difesa (Guerini) e dello Sviluppo Economico (Giorgetti) hanno presentato progetti per trenta miliardi presi dal Recovery Fund.
Per di più le Forze Armate italiane stanno armando i droni Reaper, i sottomarini, le fregate FREMM con i missili Cruise, permettendole così di condurre missioni di attacco in qualsiasi parte del mondo. Così i nostri droni passeranno da semplici vedette a killer di precisione”.
Tale escalation di vendita di armamenti avviene con il silenzio del popolo italiano: “E tutto questo sta avvenendo nell’indifferenza e nel silenzio del popolo italiano. E’ scandaloso il silenzio del Parlamento davanti a un governo Draghi che investe sempre più in armi e taglia i fondi alla sanità pubblica e alla scuola.
In un tale contesto non dovremmo meravigliarci se la crisi Ucraina in Europa o su Taiwan in Asia, potrebbero farci precipitare in una guerra nucleare con la Russia o con la Cina. Basta un incidente ed è la fine. E’ questa militarizzazione mondiale che ci porterà nel baratro dell’inverno nucleare!”
Anche Pax Christi si schiera per il disarmo, come ha chiesto il movimento pacifista ucraino: “Dobbiamo fermare l’accumulo di truppe, l’accumulo di armi e equipaggiamento militare in Ucraina e dintorni, il folle lancio di denaro dei contribuenti nella fornace della macchina da guerra invece di risolvere gravi problemi socioeconomici e ambientali. Dobbiamo smettere di assecondare i capricci crudeli dei comandanti militari e degli oligarchi che traggono profitto dallo spargimento di sangue.
Chiediamo la riduzione e il disarmo globali, lo scioglimento delle alleanze militari, l’eliminazione degli eserciti e dei confini che dividono le persone… di sancire la neutralità del nostro Paese con la Costituzione dell’Ucraina. La guerra è un crimine contro l’umanità. Pertanto, siamo determinati a non sostenere alcun tipo di guerra e a lottare per l’eliminazione di tutte le cause di guerra”.
Pax Christi Italia chiede che sia rispettato l’art. 11 della Costituzione Italiana: “Chiediamo al nostro Governo e all’Europa tutta di prendere iniziative urgenti e significative con una posizione di neutralità attiva, per ottenere una de-escalation immediata della tensione e avviare la ricerca di un accordo politico negoziato nel rispetto della sicurezza e dei diritti di tutte le popolazioni coinvolte, chiarendo la propria indisponibilità a sostenere avventure militari. A tutti i Paesi coinvolti diciamo: fermatevi! L’ONU abbia la centralità nella gestione della crisi applicando finalmente la propria Carta Costitutiva in tutti i suoi articoli”.
Mentre il Movimento non Violento sottolinea che vivere in pace è diritto di ogni persona: “La crisi ucraina rischia di sfociare in guerra aperta. La corda, tirata da una parte e dell’altra, può spezzarsi in ogni momento. Poi nessuno riuscirà più a controllare e contenere la degenerazione bellica quando la violenza delle armi prenderà il sopravvento sulla ragione umana. Fino a che c’è ancora speranza di poter risolvere la crisi con la diplomazia, il dialogo, la politica, bisogna tentare l’impossibile. Non c’è un minuto da perdere”.
Ed invoca una posizione attiva da parte dell’Italia:”A Voi, signor Presidente e signori Ministri, chiediamo di farvi immediatamente parte attiva in sede europea per ottenere che l’Unione abbia una sola voce e parli la lingua della pace… Questo è ciò che ci aspettiamo dal nostro Governo: non l’invio di truppe nel teatro della prossima guerra, ma l’avvio di una politica europea di pace”.
Il futuro dell’Europa è nelle iniziative di pace: “Oggi il futuro di pace dell’Europa, e del mondo intero, è nelle nostre mani, è nelle Vostre mani. Avete una grande responsabilità, ma non siete soli, poiché ognuno deve fare la propria parte. Noi facciamo la nostra, poiché sappiamo che rifiutarsi di partecipare alla guerra e ai preparativi di guerra è un diritto umano fondamentale, che intendiamo esercitare”.