Da Terni invocazione a san Valentino per sperimentare l’amore di Dio
Domenica 13 febbraio nella cattedrale di Terni è stata celebrata la festa diocesana di san Valentino, con il pontificale presieduto da mons. Francesco Antonio Soddu, concelebrato dai vicari foranei ed episcopali, alla presenza delle autorità civili. Durante il pontificale il sindaco Leonardo Latini ha acceso la lampada votiva e pronunciato l’atto di affidamento della città a san Valentino, segno di devozione e della disponibilità degli amministratori pubblici ad essere attenti ai bisogni della comunità e a promuovere con onestà e saggezza ciò che giova al bene comune.
La festa del patrono della città di Terni, san Valentino è per la comunità cittadina un’occasione per riflettere sull’identità della città alla luce della testimonianza di san Valentino che ha plasmato cristianamente la città di Terni durante il suo lungo ministero episcopale, come maestro, padre dei poveri e dei giovani innamorati, di custode dell’amore, come ha affermato mons. Soddu:
“Il nostro santo Patrono Valentino si è collocato nella storia come persona saldamente fondata e radicata in Cristo, come albero piantato lungo corsi d’acqua viva. Le sue radici umane hanno attinto alle sorgenti della salvezza e hanno tessuto la sua vita con una infinità di trame d’amore che, intrecciando sapientemente tra loro i numerosissimi fili, hanno potuto produrre mirabili arazzi di rara bellezza, costruiti intorno a fonti storiche, tradizioni e leggende.
Arriva fino a noi oggi san Valentino col suo cuore grande, colmo d’amore per Dio e per quanto Dio ha creato e ristabilito attraverso l’opera d’amore del suo Figlio.
Egli ha saputo incarnare lo spirito delle Beatitudini evangeliche e perciò si è schierato e quindi si è posto dalla parte degli ultimi. Il suo cuore colmo d’amore è il riflesso di quello di Cristo, e si presenta a noi affinché ogni nostro cuore possa avere le medesime caratteristiche”.
La domanda posta dal vescovo verte sull’attualità del messaggio del patrono: “Molti potrebbero dire che non ci vuole molta fantasia ad immaginare la differenza che passa tra maledizione e benedizione; e ancora la differenza che passa tra una persona beata/felice e una che invece non lo è…
La persona che confida nel Signore è come un albero piantato lungo corsi d’acqua, le cui radici non seccano mai e la cui vitalità è sempre garantita. Al contrario, la persona che confida nelle proprie forze, è come un albero di corte radici e per di più piantato in terra arida”.
Però non è facile concretizzare le beatitudini: “E’ facile comprendere questa immagine e calarla nella nostra vita. Più complesso è invece il giusto processo nell’applicazione concreta, che abbiamo attraverso le beatitudini, dove si proclama beato/felice il povero…
Così come duemila anni fa, anche oggi stride il contrasto e sovente (anche nei mondi piccoli o grandi che siano delle realtà ecclesiastiche) si fatica non poco a comprenderne la pienezza di significato”.
La fede di san Valentino è radicata in Gesù: “Carissimi fratelli e sorelle, il nostro santo Patrono Valentino, si è collocato nella storia come persona saldamente fondata e radicata in Cristo, come albero piantato lungo corsi d’acqua viva.
Le sue radici umane hanno attinto alle sorgenti della salvezza e hanno tessuto la sua vita con una infinità di trame d’amore che, intrecciando sapientemente tra loro i numerosissimi fili, hanno potuto produrre mirabili arazzi di rara bellezza, costruiti intorno a fonti storiche, tradizioni e leggende.
Arriva fino a noi oggi san Valentino col suo cuore grande, colmo d’amore per Dio e per quanto Dio ha creato e ristabilito attraverso l’opera d’amore del suo Figlio. Egli ha saputo incarnare lo spirito delle Beatitudini evangeliche e perciò si è schierato e quindi si è posto dalla parte degli ultimi. Il suo cuore colmo d’amore è il riflesso di quello di Cristo, e si presenta a noi affinché ogni nostro cuore possa avere le medesime caratteristiche”.
Oggi san Valentino invita a perseguire il bene: “Cari fratelli e sorelle san Valentino ci incoraggia sulla via del bene, consapevole che davanti a certe questioni complesse, anche gli apostoli di Gesù ebbero delle perplessità, dei dubbi, fino anche ad affermare ‘se le cose stanno così non conviene impegnarsi’…
Ecco, in sintesi, il discorso o meglio il solo principio di convenienza non contribuisce affatto alla crescita autentica sia della persona come della famiglia e quindi della società, della nostra città.
E’ necessario comprendere la grande opportunità che ci viene offerta nell’incarnare nella nostra vita il Vangelo, seguendo l’esempio di coloro che lo hanno saputo fare, di coloro che ci hanno creduto e ci hanno creduto tanto che non hanno minimamente mollato e lo hanno testimoniato sino alla fine. Con coraggio, senza paura, senza timore”.
Terminato il pontificale, la processione cittadina ha accompagnato l’urna del santo per il rientro nella basilica di san Valentino, lungo le vie della città, fino al colle dove si trova la chiesa che custodisce le reliquie e la memoria del Santo. Sul sagrato, prima della benedizione finale del vescovo, c’è stato il saluto del presidente dell’Azione Cattolica diocesana, Luca Diotallevi:
“Valentino, vescovo santo e patrono di Terni, ancora una volta, siamo qui a chiedere la tua intercessione. Prega con noi perché la nostra speranza conservi sempre la forma di Città, speranza della e nella Gerusalemme che scende dal Cielo.
Prega con noi perché non temiamo, ma amiamo ogni città come patria di differenze, patria che l’Altissimo mantiene salda. Prega con noi perché, come Paolo a Corinto, ciascuno e ciascuna ami e cerchi il lavoro, dovere e modo di abitare con responsabilità la città.
Prega con noi perché, come Paolo ad Atene, viviamo la città quale luogo di confronto intellettuale rigoroso, franco, gentile e paziente. Prega con noi perché, come Paolo ad Efeso ed a Roma, condividiamo con tutti la ricerca del diritto: anima condivisa della città.
Valentino, intercedi perché anche noi, come te, se necessario, abbiamo la forza di combattere senza riserve e senza paure contro ogni potere che facendosi assoluto e sovrano tenti di trasformare la Città, la nostra città o un’altra città, in una Babilonia di oppressione e conformismo.
Valentino, prega con noi perché conserviamo la memoria di Enoc, la prima città di cui parlano le Scritture, e perché con essa conserviamo la memoria che ogni città non è luogo di confusione tra bene e male, ma dono sempre rinnovato di altre possibilità, anche per il nostro fratello Caino.
Valentino, vescovo di questa Chiesa e della Chiesa universale, prega con noi perché non dimentichiamo mai che chi è cittadino o cittadina di una città, è cittadino o cittadina di ogni città. Valentino, intercedi oggi e sempre per noi, ternani e ternane, perché anche in questi tempi difficili sappiamo essere cittadini degni della nostra città e di quella che scende dal Cielo, perché abitando l’una operosamente attendiamo l’altra”.
(Foto: Diocesi di Terni)