Il papa ai fedeli: sognate come san Giuseppe

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Al termine dell’udienza generale odierna papa Francesco ha invitato i fedeli a pregare il Padre Nostro per la pace in Ucraina: “E ora, con il Padre Nostro, vi invito a pregare per la pace in Ucraina, e a farlo spesso nel corso di questa giornata: chiediamo con insistenza al Signore che quella terra possa veder fiorire la fraternità e superare ferite, paure e divisioni”.

Ed il suo pensiero ricorre alla Seconda Guerra Mondiale: “Abbiamo parlato dell’olocausto. Ma pensate che anche in Ucraina più di 5.000.000 sono stati annientati durante il tempo dell’ultima guerra. E’ un popolo sofferente; ha sofferto la fame, ha sofferto tante crudeltà e merita la pace.

Le preghiere e le invocazioni che oggi si levano fino al cielo tocchino le menti e i cuori dei responsabili in terra, perché facciano prevalere il dialogo e il bene di tutti sia anteposto agli interessi di parte. Per favore, mai la guerra”.

Invece nell’udienza generale papa Francesco ha presentato san Giuseppe sognatore, perché il “sogno simboleggia la vita spirituale di ciascuno di noi, quello spazio interiore, che ognuno è chiamato a coltivare e a custodire, dove Dio si manifesta e spesso ci parla”.

E il papa ha sottolineato che nella vita non solo Dio parla, ma è necessario riconoscere la Parola di Dio: “E’ importante quindi riuscire a riconoscere la voce di Dio in mezzo alle altre voci.

Giuseppe dimostra di saper coltivare il silenzio necessario e, soprattutto, prendere le giuste decisioni davanti alla Parola che il Signore gli rivolge interiormente. Ci farà bene oggi riprendere i quattro sogni riportati nel Vangelo e che hanno lui come protagonista, per capire come porci davanti alla rivelazione di Dio. Il Vangelo ci racconta quattro sogni di Giuseppe”.

Ricordando i sogni di Giuseppe il papa ha sottolineato la potenza della preghiera: “Penso in questo momento a tante persone che sono schiacciate dal peso della vita e non riescono più né a sperare né a pregare. San Giuseppe possa aiutarle ad aprirsi al dialogo con Dio, per ritrovare luce, forza e pace.

E penso anche ai genitori davanti ai problemi dei figli. Figli con tante malattie, i figli ammalati, anche con malattie permanenti: quanto dolore lì. Genitori che vedono orientamenti sessuali diversi nei figli; come gestire questo e accompagnare i figli e non nascondersi in un atteggiamento condannatorio”.

L’invito è quello di non spaventarsi, raccontando episodi di vita a Buenos Aires: “E a questi genitori dico: non spaventatevi. Sì, c’è dolore. Tanto. Ma pensate come ha risolto i problemi Giuseppe e chiedete a Giuseppe che vi aiuti. Mai condannare un figlio.

A me fa tanta tenerezza, me lo faceva a Buenos Aires, quando andavo nel bus e passavo davanti al carcere: c’era la coda delle persone che dovevano entrare per visitare i carcerati…

Questo coraggio; coraggio di papà e di mamma che accompagnano i figli sempre, sempre. Chiediamo al Signore di dare a tutti i papà e a tutte le mamme questo coraggio che ha dato a Giuseppe. E poi pregare perché il Signore ci aiuti in questi momenti”.

E la preghiera è legata alla vita; non è gesto intimistico: “La preghiera però non è mai un gesto astratto o intimistico, come vogliono fare questi movimenti spiritualisti più gnostici che cristiani. No, non è quello. La preghiera è sempre indissolubilmente legata alla carità.

Solo quando uniamo alla preghiera l’amore, l’amore per i figli per il caso che ho detto adesso o l’amore per il prossimo riusciamo a comprendere i messaggi del Signore. Giuseppe pregava, lavorava e amava (tre cose belle per i genitori: pregare, lavorare e amare) e per questo ha ricevuto sempre il necessario per affrontare le prove della vita”.

Ha concluso l’udienza con una preghiera a san Giuseppe: “San Giuseppe, tu sei l’uomo che sogna, insegnaci a recuperare la vita spirituale come il luogo interiore in cui Dio si manifesta e ci salva. Togli da noi il pensiero mai che pregare sia inutile; aiuta ognuno di noi a corrispondere a ciò che il Signore ci indica.

Che i nostri ragionamenti siano irradiati dalla luce dello Spirito, il nostro cuore incoraggiato dalla Sua forza e le nostre paure salvate dalla Sua misericordia. Amen”.

(Foto: Santa Sede)

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