L’esarca p. Nin invita a vivere Natale

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“…Tu che sei saggio, vieni a vedere il neonato avvolto nei panni, rifletti come tutta la creazione è sottomessa ai suoi ordini, meravigliati di vederlo in una mangiatoia… lui che col suo Padre regge cielo e terra. Guarda Colui che siede sul carro nei cieli, e la Vergine lo porta nel suo grembo, Lui davanti a cui si prostrano le schiere di Gabriele, e quelli della casa di Giuseppe lo portano nelle loro braccia…. Il cielo è troppo stretto se lui vi si poggia, ma il grembo di Maria è assai vasto per contenerlo… Che i figli di Adamo facciano salire con tutto il cuore il ringraziamento; che il cielo e la terra ed il mare innalzino la lode al giorno della tua nascita che ha loro ringiovanito”.

Con questo passo della liturgia siriaca per il Natale l’esarca apostolico della Grecia, p. Emmanuil Nin, ha scritto una lettera per il Natale ai fedeli bizantini, ‘Con noi ed accanto a noi’, proponendo questo testo: “Si tratta di un testo proveniente da una Chiesa cristiana tra le più antiche e venerabili. Un testo in cui, con delle immagini belle e allo stesso tempo contrastanti, si fa presente il mistero della nostra fede…

Attraverso immagini come queste, che ci colpiscono certamente, la liturgia siriaca, e quella di tutte le altre Chiese cristiane, in questo periodo dell’anno liturgico ci avvolge, ci fa partecipi del mistero unico ed ineffabile: Dio si fa uomo, Dio si fa l’Emmanuele, il Dio con noi e sempre accanto a noi”.

Natale è l’incarnazione di Dio nell’umanità: “La celebrazione del Natale di nostro Signore Gesù Cristo ci porta a contemplare, a celebrare e a vivere quello che è il mistero centrale della nostra professione di fede: il Verbo eterno di Dio si incarna dallo Spirito Santo e dalla sempre Vergine Maria e si fa uomo, si fa uno di noi;

rimanendo veramente Dio, diventa veramente uno di noi, con noi e sempre accanto a noi cammina nel nostro mondo, accanto agli uomini, accanto ad ognuno di noi, non ci lascia mai da soli, e ci fa sentire la sua Parola, la sua Buona Novella, quel Vangelo che ci annuncia l’amore, la misericordia, il perdono, quel Vangelo anche tagliente come una spada a due tagli, che ci chiede di perdonare settanta volte sette, di porre l’altra guancia, di amare anche i nostri nemici. Con noi e sempre accanto a noi piange per la sofferenza e la morte che continuano a colpire la nostra umanità”.

Dio si fa uomo ‘accanto a noi’: “Con noi e accanto a noi percorre quel cammino da Betlemme a Gerusalemme, dalla gioia della sua nascita, accolta e celebrata da Giuseppe e Maria, dai pastori e dai magi, alla sua gloriosa passione e risurrezione, sofferta e celebrata da Maria, dalle discepole e dagli apostoli;

da quella mangiatoia che è già sepolcro, a quella tomba che diventa per noi altare da dove ci dà il suo alimento di vita. Fasciato come bambino neonato, con noi e accanto a noi fino ad essere avvolto in un sudario per diventare il primogenito di coloro che risuscitano dai morti”.

Anche nella morte Dio è ‘accanto a noi’: “Con noi e accanto a noi, nascendo come uomo, ci fa nascere alla sua vita divina, per mezzo della sua Parola, dei sacramenti, dei fratelli, per mezzo della Chiesa. Morendo come uomo, diventa partecipe della nostra morte, quella quotidiana e quell’ultima, per portarci con lui di nuovo nel paradiso. Con noi e accanto a noi diventa oggi veramente Emmanuele, Dio con noi.

Non un Dio lontano, impersonale, ma un Dio fratello ed amico, che, con noi e accanto a noi, ci mostra il suo viso mite e severo, da uno sguardo penetrante e veritiero, quel volto da Pantocratore che ha tutto nelle sue mani, quelle stesse mani che tante volte, con noi e accanto a noi, ci prenderanno e ci caricheranno nelle sue spalle da pastore buono”.

Natale è fare questa memoria: “Costui è Colui che celebriamo, l’Emmanuele, Dio con noi e accanto a noi, e non lo celebriamo per farne una memoria di fatti lontani e quasi dimenticati, ma in una professione di fede che ce lo fa proclamare vivente e vivificante, come lo proclamano alcune liturgie orientali al momento in cui si ricevono i Santi Doni: l’Emmanuele, Dio con noi e accanto a noi, nell’Oggi del nostro mondo, della nostra storia e nell’Oggi della nostra Chiesa”.

Il Natale è vivere nel mondo da cristiani: “Un mondo in cui noi, cristiani, viviamo da cittadini, da uomini e donne che vogliono e aspettano possa rinascere dalle ceneri dell’inverno pandemico verso una nuova primavera, che per noi cristiani è sempre una nuova Pasqua.

Un oggi del nostro mondo che ancora ci impone dei limiti, delle ristrettezze, nel nostro lavoro, nei nostri impegni, nel nostro essere accanto i fratelli, nel nostro vivere pienamente come cristiani una vita di fede che suppone delle presenze fisiche, fraterne, veramente sacramentali.

Un oggi del nostro mondo che ci mette alla prova anche a livello materiale, con tante forme di povertà, di sofferenza, e che, come quel grande Oggi di Betlemme che celebriamo nel Natale, ci chiede anche a noi di essere sempre accanto ai fratelli, accanto agli uomini”.

In questo ‘oggi’ vive la Chiesa, ricordando il viaggio apostolico di papa Francesco: “Una Chiesa, la nostra in Grecia, piccolo gregge, debole e anche inerme tante volte, ma pure lui amato e voluto dallo Sposo, dal Nymfios che continua ad abbracciarla, ad amarla, ad amarci, a portarci ai piedi della sua croce fino alla risurrezione.

Una Chiesa, la nostra Chiesa Cattolica di tradizione bizantina in Grecia, piccolo gregge pure noi e provati in tanti modi, ma fermi nella fede dei nostri padri fino ad oggi. Una Chiesa la nostra che quest’anno ha avuto il dono, la grazia, di ricevere come pellegrino in terra apostolica, il vescovo di Roma, successore di Pietro, papa Francesco, che ha voluto pellegrinare su questa nostra terra greca ormeggiata, calcata ed evangelizzata da Paolo, nella celebrazione dei suoi duecento anni di nuova libertà come popolo, nel cuore del Mediterraneo.

Una visita, quella del Papa, un pellegrinaggio che ci ha fatto sentire veramente cattolici, aperti a tutti nell’amore che nasce, che sgorga unicamente da Cristo stesso e dal suo Vangelo”.

La lettera è un’esortazione alla preghiera ed alla partecipazione alla vita della Chiesa: “… ci sia in tutti voi una ripresa della vita ecclesiale, sacramentale e liturgica, fatta nella presenza in chiesa, nelle domeniche e nei giorni festivi, con una partecipazione assidua, presenziale e fisica alle celebrazioni nelle nostre chiese.

La vita di fede nelle Chiese Cristiane passa attraverso la frequentazione e la celebrazione presenziale e fisica dei sacramenti. Essi, in quanto tali, sono mezzi di grazia e di vita divina per tutti noi. Attraverso i sacramenti il Signore, l’Emmanuele, è sempre con noi e accanto a noi nella vita della Chiesa”.

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