Il papa invita i vescovi europei a raccontare Gesù

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Ieri, con la messa presieduta da papa Francesco nella basilica di san Pietro, è iniziata l’assemblea giubilare del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, terminata con una preghiera sulla  tomba di san Pietro per rinnovare insieme la professione di fede e dopo una sosta e un momento di preghiera personale presso le tombe di San Paolo VI e di papa Giovanni Paolo I, hanno concluso il breve pellegrinaggio di gratitudine ai papi che hanno accompagnato il CCEE in questi 50 anni, presso la tomba di san Giovanni Paolo II con la recita della preghiera a Maria, Madre d’Europa, scritta proprio dal santo papa polacco a conclusione dell’esortazione apostolica ‘Ecclesia in Europa’.

Nell’omelia papa Francesco ha sottolineato il valore della riflessione: “Il popolo, tornato dall’esilio, si era preoccupato di risistemare le sue abitazioni. E ora si accontenta di starsene comodo e tranquillo a casa, mentre il tempio di Dio è in macerie e nessuno lo riedifica.

Questo invito a riflettere ci interpella: infatti, anche oggi in Europa noi cristiani abbiamo la tentazione di starcene comodi nelle nostre strutture, nelle nostre case e nelle nostre chiese, nelle nostre sicurezze date dalle tradizioni, nell’appagamento di un certo consenso, mentre tutt’intorno i templi si svuotano e Gesù viene sempre più dimenticato”.

Anche oggi non si ha più ‘fame’di Dio: “Tanti sono portati ad avvertire solo bisogni materiali, non la mancanza di Dio. E noi di certo ce ne preoccupiamo, ma quanto ce ne occupiamo davvero? E’ facile giudicare chi non crede, è comodo elencare i motivi della secolarizzazione, del relativismo e di tanti altri ismi, ma in fondo è sterile”.

L’infelicità è dovuta dalla mancanza di carità: “La mancanza di carità causa l’infelicità, perché solo l’amore sazia il cuore. Solo l’amore sazia il cuore. Chiusi nell’interesse per le proprie cose, gli abitanti di Gerusalemme avevano perso il sapore della gratuità.

Può essere anche il nostro problema: concentrarsi sulle varie posizioni nella Chiesa, su dibattiti, agende e strategie, e perdere di vista il vero programma, quello del Vangelo: lo slancio della carità, l’ardore della gratuità. La via di uscita dai problemi e dalle chiusure è sempre quella del dono gratuito. Non ce n’è un’altra”.

Dopo la riflessione inizia la ricostruzione: “E il popolo ricostruisce il tempio. Smette di accontentarsi di un presente tranquillo e lavora per l’avvenire… Di ciò ha bisogno la costruzione della casa comune europea: di lasciare le convenienze dell’immediato per tornare alla visione lungimirante dei padri fondatori, una visione profetica e d’insieme, perché essi non cercavano i consensi del momento, ma sognavano il futuro di tutti…

Da qui si ricostruisce, dalle fondamenta della Chiesa delle origini e di sempre, dall’adorazione a Dio e dall’amore al prossimo, non dai propri gusti particolari, non dai patti e negoziati che possiamo fare adesso, diciamo, per difendere la Chiesa o difendere la cristianità”.

La terza parola riguarda la vista: “E’ il terzo verbo, con il quale si conclude il Vangelo odierno, con Erode che cercava di ‘vedere Gesù’. Oggi come allora si parla tanto di Gesù… L’incontro con Gesù ti dà stupore, e se tu nell’incontro con Gesù non senti lo stupore, non hai incontrato Gesù.

Tanti in Europa pensano che la fede sia qualcosa di già visto, che appartiene al passato. Perché? Perché non hanno visto Gesù all’opera nelle loro vite. E spesso non lo hanno visto perché noi con le nostre vite non lo abbiamo mostrato abbastanza. Perché Dio si vede nei visi e nei gesti di uomini e donne trasformati dalla sua presenza”.

Questo è il compito dei cristiani: “E se i cristiani, anziché irradiare la gioia contagiosa del Vangelo, ripropongono schemi religiosi logori, intellettualistici e moralistici, la gente non vede il Buon Pastore. Non riconosce Colui che, innamorato di ogni sua pecora, la chiama per nome e la cerca per mettersela sulle spalle. Non vede Colui di cui predichiamo l’incredibile Passione, proprio perché Egli ha una sola passione: l’uomo”.

 (Foto: Santa Sede)

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