Il Festival Francescano alla prova dell’economia ‘gentile’
La pandemia mondiale del Covid-19 ha inasprito le povertà esistenti e ne ha generate di nuove, approfondendo i gravi squilibri socio-economici. Nell’enciclica ‘Fratres omnes’ papa Francesco scrive che il mondo è di tutti e c’è più che mai bisogno di una ‘economia gentile’: è questo il filo conduttore dell’edizione del Festival francescano organizzato dal Movimento francescano dell’Emilia Romagna che si terrà a Bologna fino al 26 settembre.
Tra gli ospiti gli economisti Luigino Bruni, Stefano Zamagni e Leonardo Becchetti, i vescovi Erio Castellucci e Matteo Maria Zuppi, i religiosi don Luigi Ciotti e padre Alex Zanotelli, i frati teologi Paolo Benanti e Giuseppe Buffon, la direttrice centrale dell’Istat Linda Laura Sabbadini; ma non mancheranno attività e laboratori per i bambini.
Così come gli spettacoli con personaggi come Giovanni Schifoni, Paolo Cevoli e l’attore Neri Marcorè. Fra i momenti di spiritualità, domenica 26 settembre la celebrazione della beatificazione di don Giovanni Fornasini, martire di Montesole. Per tutte le informazioni: www.festivalfrancescano.it.
Alla responsabile della comunicazione del Festival francescano, Chiara Vecchio Nepita, abbiamo chiesto di spiegarci il motivo di un festival extra: “Perché un po’ in presenza e un po’ online. La pandemia ci ha costretti ad esplorare le nuove possibilità offerte dal web, lo scorso anno.
Poi abbiamo chiesto al nostro pubblico se il Festival potesse essere d’aiuto nel cercare di comprendere l’attualità che stavamo vivendo. La risposta affermativa è stata unanime. Così, abbiamo cercato di trasformare l’esigenza in opportunità e anche nei mesi invernali siamo rimasti in contatto con il nostro pubblico attraverso le lezioni di grandi ospiti come Massimo Recalcati, Dacia Maraini, Stefano Zamagni, solo per citarne alcuni”.
Il tema verte su un concetto molto caro a papa Francesco, l’economia ‘gentile’: perché c’è bisogno?
“Il tema ‘Economia gentile. Il mondo è di tutti’ si inserisce nel solco ormai consolidato dell’economia civile e dell’impegno di tutti quelli che credono che un’economia diversa non sia una soluzione di ripiego rispetto a quella attuale, che genera troppi effetti collaterali negativi, ma che sia invece nettamente migliore e che debba essere costruita con convinzione e tempestività.
Il messaggio da questo punto di vista è che la gentilezza rende. Rendono i rapporti con tutti i portatori di interesse e non solo con gli azionisti, rendono i rapporti di cura e attenzione con tutte le persone che lavorano nelle imprese e nelle organizzazioni di varia natura, rende investire in tecnologie green che siano avanzate e sobrie, rende ascoltare i territori e le istanze e i suggerimenti provenienti ‘dal basso’, rende ridurre le disuguaglianze in quanto innesca processi di crescita basati su comunità più coese e solidali”.
In quale modo l’economia gentile è anche francescana?
“San Francesco voleva che tutti lavorassero e la famiglia francescana ha nei secoli messo in campo gli strumenti della concretezza, della creatività, della fraternità per un lavoro dignitoso per tutti.
Grazie alla presenza nelle città, tra le persone, e alla conoscenza diretta delle situazioni di difficoltà, i francescani (religiosi, religiose e secolari) hanno sempre avuto a cuore la predisposizione di strumenti concreti volti a ridare fiducia e credito a quanti avessero la necessità e il desiderio di ri-partire, anche dal punto di vista economico”.
Quale sono le proposte didattiche del festival?
“Per gli insegnanti, gli incontri di giovedì 23 settembre con Roberto Mancini e Luigino Bruni. Per i ragazzi delle medie, venerdì 24 settembre la presentazione del libro ‘Sono Francesco’ con gli autori Alberto Pellai e Barbara Tamborini.
Per gli studenti delle superiori, giovedì 23 e venerdì 24 settembre, la Biblioteca vivente e tanti incontri; tra questi, la tavola rotonda con il giovane schermidore Matteo Neri, l’imprenditore Marco Piccolo e l’operatore umanitario Gennaro Giudetti; il dibattito con i ragazzi di ‘Economy of Francesco’ e l’atteso appuntamento con il Ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi e il giornalista Federico Taddia, in collaborazione con il Liceo Malpighi”.
Il festival si conclude con la beatificazione di don Giovanni Fornasini: chi era?
“Come ha affermato il card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, in occasione della conferenza stampa del Festival, don Giovanni era un ragazzo che ‘non lasciava indietro nessuno’. Questa sua generosità si è scontrata con la brutalità della guerra e il 13 ottobre 1944 fu pestato a morte dai nazifascisti”.
(Tratto da Aci Stampa)