La Chiesa è vicina ai marittimi

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Si celebra oggi la Domenica del Mare che ogni anno è occasione per ricordare gli 1.700.000 lavoratori dell’industria marittima, ma anche i tanti cappellani e volontari della Stella Maris che continuano ad offrire il loro supporto, ad ogni latitudine, come ha ricordato il card. Peter K.A. Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, nel Messaggio per la Giornata: “Il mondo si è fermato, ma le navi non hanno mai smesso di trasportare da un porto all’altro attrezzature mediche e medicinali essenziali per sostenere la lotta contro la diffusione del virus

In questo 2021, la ricorrenza ‘è motivo di preghiera e di riflessione’, sottolinea da parte sua don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Apostolato del mare della CEI: “Siamo soliti pensare al mare in termini di vacanze e di turismo. C’è una bellezza che attrae e rigenera. Tuttavia questa domenica non dovrà farci dimenticare le tragedie del mare: gli immigrati morti in viaggio di speranza, i marittimi su cui hanno pesato i mesi di pandemia, l’inquinamento di plastica dell’ambiente marino”.

Il l messaggio del card. Turkson porta all’attenzione dell’opinione pubblica un dato di fatto significativo: sebbene questa sia la seconda Domenica del mare celebrata nel contesto della pandemia e il mondo si è fermato, le navi “non hanno mai smesso di trasportare da un porto all’altro attrezzature mediche e medicinali essenziali per sostenere la lotta contro la diffusione del virus”.

Da qui l’appello agli armatori, alle società di gestione, agli agenti e ai reclutatori, affinché considerino i membri d’equipaggio più di una semplice ‘forza lavoro’ e si ricordino che “sono esseri umani». Viene poi sollecitato lo sviluppo di pratiche lavorative basate «sulla dignità umana piuttosto che sul profitto» e si invoca la piena disponibilità di tutto quanto necessario «per migliorare il benessere mentale, fisico e spirituale dei marittimi”.

Un’altra piaga che affligge i lavoratori del mare è senza dubbio la pirateria. Nel testo si ricorda che dal gennaio 2021 sono stati segnalati 38 atti di pirateria, con 33 navi abbordate, due tentativi di attacco, due navi contro cui è stato aperto il fuoco e una dirottata.

Pertanto, il messaggio si rivolge a tutti i governi e alle organizzazioni, chiedendo loro di ‘individuare soluzioni durature al flagello della pirateria’, consapevoli della necessità di affrontare “il problema fondamentale della diseguaglianza nella distribuzione dei beni tra i Paesi e dello sfruttamento delle risorse naturali”.

Nel messaggio si menziona poi la Federazione internazionale dei lavoratori dei trasporti (Itf), che ha segnalato «un raddoppio delle navi abbandonate», passate da 40 nel 2019 a 85 nel 2020: l’abbandono avviene per una serie di diversi motivi.

Quello più comune “è la decisione deliberata di un armatore di sbarazzarsi di una nave che non ritiene più economicamente sostenibile, equipaggio compreso… Bloccato in un Paese straniero, con salari non pagati, nessuna prospettiva di guadagno immediato e senza cibo, l’equipaggio abbandonato si trova in condizioni disumane e le famiglie subiscono conseguenze finanziarie immediate e devastanti”.

Nel messaggio si fa riferimento anche al fatto che “il numero dei naufragi e degli incidenti marittimi è in calo; ma anche uno solo è troppo, soprattutto quando i marittimi vengono feriti, muoiono, sono dispersi in mare o vengono ingiustamente criminalizzati e detenuti a tempo indeterminato… Queste sciagure sono provocate dalle forze della natura, ma ci sono casi di negligenza da parte di coloro che preferiscono privilegiare il profitto rispetto alla sicurezza”.

Inoltre in questa domenica la Presidenza della CEI invita le comunità ecclesiali a non dimenticare quanti hanno perso la loro vita mentre cercavano di raggiungere le coste italiane ed europee e come segno concreto, propone che in tutte le parrocchie, festa di san Benedetto, patrono d’Europa, venga letta questa ‘preghiera dei fedeli’:

“Per tutti i migranti e, in particolare, per quanti tra loro hanno perso la vita in mare, naviganti alla ricerca di un futuro di speranza. Risplenda per loro il tuo volto, o Padre, al di là delle nostre umane appartenenze e la tua benedizione accompagni tutti in mezzo ai flutti dell’esistenza terrena verso il porto del tuo Regno.

Al cuore delle loro famiglie, che non avranno mai la certezza di ciò che è successo ai loro cari, Dio sussurri parole di consolazione e conforto. Lo Spirito Santo aleggi sulle acque, affinché siano fonte di vita e non luogo di sepoltura, e illumini le menti dei governanti perché, mediante leggi giuste e solidali, il Mare Nostrum, per intercessione di san Benedetto, patrono d’Europa, sia ponte tra le sponde della terra, oceano di pace, arco di fratellanza di popoli e culture”.

Sarà un modo un modo per fare memoria ed esortare ogni cristiano a essere, sull’esempio del Santo patrono d’Europa, maestro di civiltà. Secondo l’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni (OIM), nei primi cinque mesi dell’anno sono morte nel Mediterraneo centrale 632 persone (+200% rispetto allo scorso anno), di cui 173 accertate e 459 disperse.

Sono più di quattro al giorno, a cui purtroppo occorre aggiungere le vittime degli ultimi tragici naufragi, delle altre rotte del mare, tra cui quella delle Canarie che ha avuto una tremenda escalation nell’ultimo anno, e i tanti fratelli e le tante sorelle morti lungo il deserto del Sahara, in Libia o nei Balcani.

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