Suor Mainetti è beata perché fedele nel quotidiano

Condividi su...

La Chiesa ha beatificato suor Maria Laura Mainetti uccisa a Chiavenna, in provincia di Sondrio, il 6 giugno del 2000 da tre ragazze sedicenni che avevano stretto un patto satanico giurando di un uccidere una persona consacrata. La cerimonia si è svolta nello stadio locale ed è stata presieduta dal card. Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, che ha pronunciato la formula di beatificazione di suor Maria Laura Mainetti, al secolo Teresina Elsa Mainetti, della Congregazione delle Figlie della Croce. Il martirio di suor Mainetti è stato riconosciuto da papa Francesco il 19 giugno 2020 perché compiuto ‘in odium fidei’.

Il prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi ha dato subito lettura della disposizione di papa Francesco: “Noi, accogliendo le suppliche di Monsignor Oscar Cantoni nonché di molti altri fratelli nell’episcopato, udito il parere della congregazione delle Cause dei Santi, con la nostra autorità apostolica concediamo che la venerabile Serva di Dio Martire suor Maria Laura Mainetti, che alla sequela di Gesù si è resa testimone credibile di carità e perdono, d’ora in poi sia chiamata Beata”. La sua festa sarà il 6 giugno.

Nell’omelia, il card. Semeraro si è chiesto  se ancora oggi nella Chiesa ci siano ‘fatti caritativi’ che fanno intravedere la presenza di Cristo fra noi: “Osservate quante vocazioni di uomini e di donne ancor oggi immolano vite giovani e fiorenti all’esercizio e alla testimonianza della carità. La beata Maria Laura Mainetti, che invocò dal Signore il dono della ‘vera carità’, è una di queste testimoni. Anzi, è martire!”

Il card. Semeraro ha sottolineato la gioia della carità: “E’ un momento di grande gioia. La vera carità è un’espressione di suor Maria Laura. Consiste nell’amare Dio più di se stessi. La vera carità è l’opposto del narcisismo. La nostra carità diventa segno di Cristo”.

Il martirio di suor Mainetti riconduce al mistero eucaristico: “Gesù dona la sua vita ai suoi discepoli e la sua consegna ci raggiunge oggi e adesso con il pane e il vino. Le parole di Gesù non sono solo un congedo, ma una promessa. Dalle sue parole fiorisce la speranza. Le parole del Signore sono un abbraccio. Gesù parla di un vino nuovo, di un banchetto festivo. In fin dei conti ogni digiuno è attesa.

Lo berrò nuovo con voi, dice il Vangelo di Marco. Questa aggiunta ci conforta. Il vino nuovo lo gustano già i santi dei quali è scritto beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello. Tra questi invitati oggi la Chiesa riconosce la beata martire Maria Laura Mainetti. L’ora cruciale della sua vita tutti la conosciamo, mentre moriva ella perdonava. Perdonando che si è perdonati”.

Infine citando l’esortazione apostolica ‘Gaudete et exsultate’ il card. Semeraro ha ricordato che la santità è offrire la propria testimonianza ogni giorno: “Oggi, forse, è necessario ricordarlo: il terreno per la fioritura della santità non è l’eccezionale, ma la fedeltà nel quotidiano. E’ in esso che si fa presente il momento opportuno (kairós). Alla fin fine, la ‘vera carità’ che la beata Maria Laura Mainetti scelse e portò a compimento nell’ora del martirio”.

Nei giorni precedenti il vescovo di Como, mons. Oscar Cantoni, aveva scritto una lettera ai fedeli: “Lieta per aver seguito Gesù, suor Maria Laura è diventata per grazia sorella e madre di tutti coloro che ha incontrato, con una disponibilità piena, fino a consumarsi nel dono totale di sé, non per forza, ma per amore, vissuto nella gioia e animato dalla carità di Cristo, che non conosce confini né limiti.

La gente semplice, che possiede un ‘fiuto infallibile’, sa distinguere immediatamente chi svolge passivamente e senza slancio il proprio ministero da chi lo compie invece perché espressione di una pienezza del cuore”.

Quindi è stata una madre: “Suor Maria Laura è stata madre per tutti, segno di una fecondità spirituale che il Signore regala a chi si offre totalmente a Lui. Così a Chiavenna, soprattutto, suor Maria Laura ha vissuto in pienezza la sua maternità spirituale, quella che unisce tenerezza e prontezza nel donarsi, in una disponibilità a tutto campo, tanto da meravigliare quanti la avvicinavano”.

E’ stata una donna delle beatitudini: “In suor Maria Laura la beatitudine riservata ai perseguitati, che l’ha condotta fino al dono supremo di sé nel martirio, si è intrecciata con quella dei poveri. La nostra suor Maria Laura ha maturato, con un esercizio continuo, la beatitudine dei miti e dei misericordiosi, unendosi poi a coloro che promuovono la giustizia e la pace. Il dono del martirio è il frutto maturo di una vita intensamente vissuta, totalmente dimentica di sé, a servizio degli oppressi”.

Infine è stata una donna  amante dell’Eucarestia: “Dichiarandola beata, la Chiesa vuole aiutarci a divenire noi pure come lei. Il suo corpo, mediante una esistenza offerta fino al martirio, è strumento eloquente e luminoso per diffondere ovunque l’amore di Dio per tutti.

La testimonianza della nostra Beata non sia quindi solo un tesoro da custodire e di cui gloriarci, ma uno stimolo eloquente perché anche noi, mangiando e bevendo il Corpo e il Sangue del Signore risorto, viviamo in comunione con Lui e con il Padre, capaci perfino di giungere, proprio come suor Laura, al dono supremo del perdono”.

(Foto: diocesi di Como)

151.11.48.50