Giornata mondiale della salute: occorre costruire un mondo più sano

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Il COVID-19 ha aumentato le disuguaglianze esistenti in materia di salute e benessere nel mondo e proprio da qui è partito lo slogan della Giornata mondiale della salute 2021, celebratasi ieri, 7 aprile: ‘Costruire un mondo più giusto e più sano’. Le malattie e le morti per COVID-19 sono state più elevate tra i gruppi che affrontano discriminazioni, povertà, esclusione sociale e condizioni di vita e di lavoro quotidiane avverse, comprese le crisi umanitarie.

 L’Oms stima che l’anno scorso la pandemia abbia portato in povertà estrema tra i 119.000.000 ed i 124.000.000 di persone in più. E ci sono prove convincenti che abbia ampliato il divario di genere nell’occupazione, con le donne uscite dal mondo del lavoro in numero maggiore rispetto agli uomini.

Queste disuguaglianze, sottolinea l’Oms, nelle condizioni di vita delle persone, nei servizi sanitari e nell’accesso al potere, al denaro e alle risorse non sono però una novità come dimostrano i principali indicatori di salute:

i tassi di mortalità sotto i 5 anni tra i bambini delle famiglie più povere sono il doppio di quelli dei bambini delle famiglie più ricche; l’aspettativa di vita per le persone nei paesi a basso reddito è di 16 anni inferiore a quella per le persone nei paesi ad alto reddito e, ad esempio, 9 decessi su 10 a livello globale per cancro cervicale si verificano nei paesi a basso e medio reddito.

 Ed in tale occasione il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha inviato un messaggio per ‘costruire un mondo più giusto e più sano per tutti’, in quanto non ci salva da soli: “L’impatto della pandemia è stato più forte sulle comunità più vulnerabili, più esposte alla malattia, con meno possibilità di avere accesso ai servizi sanitari di qualità.

Noi stiamo vivendo una crisi, ma come ricorda papa Francesco, da una crisi non si esce uguali, o usciamo migliori o usciamo peggiori… L’anno difficile ci ha ricordato anche l’importanza della solidarietà umana e la consapevolezza che nessuno si salva da solo.

A tale proposito il papa ci invita a vivificare e mettere al centro del nostro agire i valori della fratellanza, della giustizia, dell’equità, della solidarietà, dell’inclusione per non lasciare che i nazionalismi chiusi o leggi di mercato ci impediscano di vivere come una vera famiglia umana”.

La salute è un valore della giustizia: “Per un mondo più giusto e più sano è necessario acquisire uno sguardo diverso sulla salute umana e sulla cura che tenga conto della dimensione fisica, psicologica, intellettuale, sociale, culturale e spirituale della persona.

Acquisire questo sguardo integrale ci permette di capire che assicurare a ciascuno le cure sanitarie necessarie è un atto di giustizia, cioè rendere alla persona ciò che è nel suo diritto. Chi assiste i malati e i sofferenti deve avere questo sguardo d’insieme ispirandosi continuamente ad una visione olistica della cura: operatori sanitari e pastorali all’unanimità per la salute integrale dei loro assistiti”.

Nel messaggio un ringraziamento particolare a coloro che si è preso cura degli altri ed ha auspicato investimenti adeguati per la prevenzione: “E’ urgente prendersi cura di coloro che ci hanno curato. I governanti e responsabili delle politiche economiche e sanitarie hanno la responsabilità di garantire condizioni di lavoro migliori degli operatori sanitari.

Ciò richiede investimenti economici misurati, prudenti ed etici, che siano volti ad accompagnare lo sviluppo delle potenzialità umane; parimenti si indica la formazione degli operatori sanitari alla salute integrale come bene di singole persone e della collettività; questo chiama a promuovere la prevenzione, la cura e la pedagogia per un’educazione alla salute integrale”.

Infine è stata chiesta maggiore attenzione ai presidi sanitari: “Le disuguaglianze sanitarie sono ingiuste, ma sono anche prevenibili con strategie che mirino a garantire un equo accesso all’assistenza sanitaria, soprattutto per i gruppi più vulnerabili ed emarginati.

Una maggiore equità nella tutela della salute nel mondo si può raggiungere solo attraverso un rinnovato impegno morale da parte dei paesi con maggiori risorse verso i paesi più bisognosi.

E’ auspicabile che si arrivi a garantire a tutti gli individui e a tutte le comunità la copertura sanitaria universale. E’ un obbiettivo impellente da raggiungere per costruire un mondo più giusto e più sano, un mondo migliore, un mondo di pace che sogniamo e crediamo ancora possibile”.

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