Papa Francesco: le stimmate di san Francesco siano segno di perdono e di pace

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“San Francesco, uomo piagato dall’amore Crocifisso nel corpo e nello spirito, guardiamo a te, decorato delle sacre stimmate, per imparare ad amare il Signore Gesù, i fratelli e le sorelle con il tuo amore, con la tua passione. Con te è più facile contemplare e seguire Cristo povero e Crocifisso. Donaci, Francesco, la freschezza della tua fede, la certezza della tua speranza, la dolcezza della tua carità. Intercedi per noi, perché ci sia dolce portare i pesi della vita e nelle prove possiamo sperimentare la tenerezza del Padre e il balsamo dello Spirito. Le nostre ferite siano sanate dal Cuore di Cristo, per diventare, come te, testimoni della sua misericordia, che continua a guarire e a rinnovare la vita di quanti lo cercano con cuore sincero. O Francesco, reso somigliante al Crocifisso, fa’ che le tue stimmate siano per noi e per il mondo segni splendenti di vita e di risurrezione, che indichino vie nuove di pace e di riconciliazione. Amen”.

Con questa preghiera e con la benedizione con la reliquia di san Francesco papa Francesco ha concluso l’udienza ai i frati minori del santuario di La Verna e della provincia toscana in occasione dell’VIII centenario del dono delle stimmate ricevute dal santo di Assisi nel 1224, con una riflessione sul significato dei segni che ricordano il dolore sofferto da Gesù:

“E proprio di questa conformazione le stimmate sono uno dei segni più eloquenti che il Signore abbia concesso, lungo il corso dei secoli, a fratelli e sorelle nella fede di varia condizione, stato e provenienza. A tutti, nel Popolo santo di Dio, ricordano il dolore sofferto per nostro amore e per la nostra salvezza da Gesù nella sua carne; ma sono anche un segno della vittoria pasquale: è proprio attraverso le piaghe che la misericordia del Crocifisso Risorto, come attraverso dei canali, scorre verso di noi. Fermiamoci a riflettere sul significato delle stimmate, dapprima nella vita del cristiano e poi nella vita del francescano”.

Il papa ha ricordato il valore delle stimmate nella vita di ogni cristiano: “Il discepolo di Gesù trova in san Francesco stimmatizzato uno specchio della sua identità. Il credente, infatti, non appartiene a un gruppo di pensiero o di azione tenuto insieme dalle sole forze umane, ma ad un Corpo vivente, il Corpo di Cristo che è la Chiesa.

E questa appartenenza non è nominale, ma reale: è stata impressa nel cristiano dal Battesimo, che ci ha segnati con la Pasqua del Signore. Così, nella comunione d’amore della Chiesa, ciascuno di noi riscopre chi è: un figlio amato, benedetto, e riconciliato, inviato per testimoniare i prodigi della grazia ed essere artigiano di fraternità”.

Per questo il cristiano è chiamato a fare attenzione a tutti coloro che incontra: “Perciò il cristiano è chiamato a rivolgersi in modo speciale agli ‘stimmatizzati’ che incontra: ai ‘segnati’ dalla vita, che portano le cicatrici di sofferenze e ingiustizie subite o di errori commessi. E in questa missione il Santo della Verna è un compagno di cammino, che sostiene e aiuta a non lasciarsi schiacciare da difficoltà, paure e contraddizioni, proprie e altrui”.

Seguendo le orme di san Francesco il cristiano deve testimoniare la povertà evangelica: “E’ ciò che Francesco ha fatto ogni giorno, dall’incontro con il lebbroso in poi, dimenticando sé stesso nel dono e nel servizio, arrivando perfino, negli ultimi anni, a ‘disappropriarsi’ (questa parola è chiave) in un certo senso di ciò a cui aveva dato inizio, aprendosi con coraggio e umiltà a vie nuove, docile al Signore e ai fratelli. Nella sua povertà di spirito (sottolineiamo questo: Francesco, la povertà di spirito) e nel suo affidamento al Padre ha lasciato a tutti una testimonianza sempre attuale del Vangelo. Se vuoi conoscere bene il Cristo addolorato, cerca un francescano. E voi, pensate se siete testimoni di questo”.

Eppoi anche nella vita di ogni francescano le stimmate sono importanti: “Il vostro Santo fondatore vi offre un potente richiamo a fare unità in voi stessi e nella vostra storia. Infatti, il Crocifisso che gli appare alla Verna, segnando il suo corpo, è lo stesso che gli si era impresso nel cuore all’inizio della sua “conversione” e che gli aveva indicato la missione di ‘riparare la sua casa’. In questo punto del ‘riparare’, vorrei inserire la capacità di perdono. Voi siete bravi confessori: il francescano ha fama di questo. Perdonate tutto, perdonate sempre!”

Le stimmate sono un ammonimento ad un ritorno all’essenzialità del messaggio francescano: “In Francesco, uomo pacificato nel segno della croce, con il quale benediceva i fratelli, le stimmate rappresentano il sigillo dell’essenziale. Ciò richiama anche voi a tornare all’essenziale nei vari aspetti del vostro vissuto: nei percorsi formativi, nelle attività apostoliche e nella presenza in mezzo alla gente; ad essere perdonati portatori di perdono, guariti portatori di guarigione, lieti e semplici nella fraternità; con la forza dell’amore che sgorga dal costato di Cristo e che si alimenta nel vostro personale incontro con Lui, da rinnovare ogni giorno con un serafico ardore che bruci il cuore”.

Il messaggio del papa è un invito ad essere testimoni del Regno di Dio: “Sentitevi chiamati a portare nelle vostre comunità e fraternità, nella Chiesa e nel mondo, un po’ di quell’amore immenso che spinse Gesù a morire in croce per noi. L’intimità con Lui, come avvenne per Francesco, vi renda sempre più umili, più uniti, più gioiosi ed essenziali, amanti della croce e attenti ai poveri, testimoni di pace e profeti di speranza in questo nostro tempo che tanto fatica a riconoscere la presenza del Signore. Possiate essere sempre più segno e testimonianza, con la vostra vita consacrata, del Regno di Dio che vive e cresce in mezzo agli uomini”.

(Foto: Santa Sede)

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