Domenica XVI Tempo ordinario: Dio ospite in una famiglia

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Oggi la Parola di Dio ci offre una icona delle vera famiglia cristiana; domenica scorsa la parabola del buon samaritano rispecchiava uno spaccato della vita cristiana: non c’è cristianesimo vero dove non c’è carità concreta; oggi un’altra icona ( non si tratta di una parabola ma di un fatto concreto): Gesù è invitato a pranzo da una famiglia di tre persone: Marta e Maria sono due sorelle, inoltre in casa c’è un fratello Lazzaro.

Marta è tutta presa a preparare il pranzo, addobbare la casa per l’accoglienza dignitosa di un ospite eccezionale; Maria, la sorella, è come rapita dalla presenza del Maestro e se ne sta là, vicino a Gesù, ad ascoltarlo. L’atteggiamento delle due sorelle è assai diverso ed evidenzia l’uno l’amore per la vita attiva, l’altra l’interesse per la vita contemplativa.

Gesù, provocato affettuosamente da Marta, che si sente lasciata sola dalla sorella nelle faccende domestiche: pulizia, addobbo della tavola, preparazione dei pasti, risponde: “Marta, Marta, ti preoccupi di molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è veramente bisogno; Maria ha scelto la parte migliore e non le sarà tolta”.

Gesù non intende condannare l’atteggiamento del servizio, ma l’affanno dal quale tante volte si è presi, come se fosse l’unica cosa essenziale; la cosa veramente necessaria è un’altra: ascoltare la Parola del Signore, e il Signore in quel momento è proprio lì,  presente nella persona di Gesù. Tutto  passerà o ci sarà tolto, ma la Parola di Dio rimane, è eterna e dà senso al nostro agire quotidiano.

Le parole di Cristo Gesù risaltano in modo assai chiaro: nessun disprezzo per la vita attiva, né tanto meno per l’ospitalità; ma Gesù evidenzia l’unica cosa veramente necessaria. La persona umana, evidenziava un giorno l’emerito pontefice Benedetto XVI, deve lavorare, impegnarsi nelle occupazioni domestiche e professionali, ma  ha bisogno in primis di Dio che è luce interiore di amore e verità.

Senza amore anche le attività più importanti perdono di valore e non danno gioia, senza amore tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato. L’evangelista Luca nel riportare l’episodio della casa di Betania, dove convivevano Marta, Maria e Lazzaro, ha voluto evidenziare che la fede e l’affetto  di Maria, la generosità di Lazzaro e lo spirito di servizio di Marta costituiscono un modello di dedizione verso gli ospiti veramente suggestivo.

Dio è sempre ospite nella ‘famiglia umana’ perché la famiglia e nella famiglia si completa l’uomo: ‘non è bene che l’uomo viva solo’ e Dio creò la famiglia, che fu istituita ad immagine di Dio che è ‘amore’. Gesù incarnandosi volle nascere in una famiglia a Betlemme; volle vivere in una famiglia a Nazareth; morendo in croce e risorto, istituì la Chiesa come la grande famiglia delle famiglie. 

Dio deve essere ospite nella famiglia, è sempre ospite in noi e non vuole le nostre cose, ma noi. La sua presenza in noi si rivela nell’amore e nell’impegno: ‘Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui’. Il vangelo ci ricorda che la vera sapienza del cuore consiste nel sapere coniugare questi due elementi: la contemplazione e l’azione.

Il giovane oggi ha diritto di ricevere dalle generazioni passate punti fermi per operare le proprie scelte e costruire la propria vita come una giovane pianta ha bisogno di un solido sostegno, finché crescono le radici, per diventare un albero robusto e produrre frutti validi, come diceva l’apostolo Paolo: ‘Radicati e fondati in Cristo, sempre saldi nella fede’ (Col. 2,7).

Anche questo periodo di ferie estive o di vacanze deve servire a riequilibrare l’attivismo con la contemplazione. La SS.ma Vergine, madre di Gesù e nostra, ci guidi nell’amore di Dio e del prossimo con le mani di Marta e il cuore e la fede di Maria.

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