Venti di guerra in Ucraina

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La Russia deve fornire le prove che non intende invadere l’Ucraina; mentre gli Usa devono inviare la prossima settimana risposte scritte alle più volte sollecitate richieste di ‘garanzie’ di Mosca: questo è il frutto del colloquio a Ginevra tra il segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, ed il ministro degli Esteri russo, Sergeij Lavrov, che non prodotto grande risultati sulla via della pace.

Anzi si stanno ammassando truppe ed armati al confine, facendo affiorare la difficoltà del dialogo, mentre i vescovi europei esprimono sostegno al popolo ucraino, come ha sottolineato mons. Gintaras Grušas, presidente del CCEE:

“Mentre l’intera Comunità internazionale interpreta le azioni delle forze militari russe come una vera minaccia per la pace in tutto il mondo, ci stringiamo, in questo periodo di paura e di incertezza per il futuro del Paese, ai fratelli e alle sorelle nella fede e a tutto il popolo ucraino”.

Richiamando gli appelli del papa i vescovi si appellano alla responsabilità dei presidenti delle nazioni europee: “Anche noi, come pastori del Continente europeo vogliamo fare appello ai Responsabili delle Nazioni, affinché non dimentichino le tragedie delle Guerre mondiali del secolo scorso e affinché venga difeso il diritto internazionale, l’indipendenza e la sovranità territoriale di ciascun Paese.

Insieme al Santo Padre, vogliamo chiedere ai Governanti di ‘trovare soluzioni accettabili e durature in Ucraina’, basandosi sul dialogo e sul negoziato e senza ricorrere alle armi”.

Ed infine un appello anche ai cristiani per pregare per la pace: “In questo momento estremamente delicato, chiediamo ai cristiani di pregare per il dono della pace in Ucraina affinché i Responsabili siano ‘contagiati dal bene della Pace’ e affinché la crisi venga superata, esclusivamente, attraverso il dialogo”.

Nello scorso dicembre l’Executive Committee di IPPNW aveva redatto lo Statement, un documento che invita al dialogo per scongiurare la guerra: “E’ fondamentale riconoscere le esigenze di sicurezza della Russia, dell’Ucraina e dell’UE.

Le manovre militari vicino ai confini russo e ucraino e le forniture di armi all’Ucraina devono essere interrotte immediatamente. Mentre le manovre invernali russe al confine con l’Ucraina e in Crimea sono percepite come una minaccia dalla comunità occidentale, anche le esercitazioni militari della NATO vicino ai confini della Russia e nel Mar Nero sono azioni inutili e pericolose.

Ad esempio, tra marzo e giugno del 2021, ‘Defender-Europe 2021’, la più grande esercitazione militare guidata dall’esercito americano degli ultimi decenni, si è svolta in Europa con la partecipazione di 31.000 soldati provenienti da 27 Paesi”.

Lo Statement aveva sottolineato gli ‘errori’ delle due parti nel ‘conflitto’, invitando l’Europa a compiere iniziative diplomatico: “L’Occidente dovrebbe riconoscere che l’espansione verso est della NATO influisce in modo sostanziale sugli interessi di sicurezza russi. IPPNW ricorda l’impegno verbale preso al presidente sovietico Gorbaciov di non espandere l’alleanza atlantica verso est oltre i confini di tutta la Germania.

La Russia deve capire che la sua attività militare in Georgia, Moldova e Ucraina crea problemi di sicurezza tra i suoi vicini. I tempi sono maturi per avviare un cambio di paradigma nella politica di sicurezza con la Russia. I Paesi della NATO nell’UE dovrebbero esercitare pressioni sull’Alleanza per far rivivere i concetti di sicurezza comune”.

Il conflitto in Ucraina dura da quasi 8 anni con circa 14.000 e papa Francesco continua nella sua incessante preghiera di pace, come al termine della recita dell’Angelus di domenica scorsa, dove ha proposto una giornata di preghiera, svoltasi mercoledì 26 gennaio:

““Seguo con preoccupazione l’aumento delle tensioni che minacciano di infliggere un nuovo colpo alla pace in Ucraina e mettono in discussione la sicurezza nel Continente europeo, con ripercussioni ancora più vaste.

Faccio un accorato appello a tutte le persone di buona volontà, perché elevino preghiere a Dio onnipotente, affinché ogni azione e iniziativa politica sia al servizio della fratellanza umana, più che di interessi di parte. Chi persegue i propri scopi a danno degli altri, disprezza la propria vocazione di uomo, perché tutti siamo stati creati fratelli”.

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