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Cittadinanzattiva: scuole poco accessibili ai disabili
Da settembre 2023 sono stati 69 i crolli che hanno interessato le scuole, numero mai raggiunto negli ultimi 7 anni: di questi28 si sono verificati nelle regioni del Sud e nelle Isole, così come in quelle del Nord (40,5%), 13 nelle regioni del Centro (19%). In molti casi eventi preannunciati da segnali visibili ma sottovalutati. Sempre elevato il numero degli edifici scolastici che non possiede il certificato di agibilità (59,16%) né quello di prevenzione incendi (57,68%); senza collaudo statico il 41,50% (i dati fanno riferimento al 2022, ultimi resi disponibili sull’Anagrafe dell’edilizia scolastica).
Sono i dati emersi dall’indagine di Cittadinanzattiva, presenti nel XXII Rapporto sulla sicurezza a scuola, come ha spiegato Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva: “Piccoli passi in avanti (ma ancora insufficienti se si considera che, su 40.133 edifici scolastici, 2.876 sono collocati in zona a rischio 1 e 14.467 in zona a rischio 2) si riscontrano rispetto agli interventi di adeguamento e miglioramento sismici: poco più del 3% ha avuto interventi di questo tipo, e l’11,4% è stato progettato secondo la normativa antisismica.
Lo stesso è accaduto con la ristrutturazione, sostituzione/ricostruzione, messa in sicurezza, adeguamento o miglioramento sismico e riqualificazione energetica degli edifici; le risorse ammontano ad € 4.399.000.000, quasi € 500.000.000 in più rispetto ad € 3.900.000.000 iniziali, ma che serviranno per sistemare meno edifici rispetto a quelle previsti inizialmente. Palestre e mense sono previste, ma molto al di sotto del fabbisogno effettivo. Siamo molto preoccupati per la riduzione degli interventi, soprattutto sui nidi, che non riusciranno a colmare i gap esistenti nei territori che più ne necessitano né a raggiungere gli obiettivi europei, ancora più lontani”.
In merito allo stato manutentivo degli edifici, circa il 64% dei 361 docenti intervistati da Cittadinanzattiva rileva la presenza di fenomeni dovuti alla inadeguata o assente manutenzione, prime fra tutte infiltrazioni di acqua (40,1%), distacchi di intonaco (38,7%), tracce di umidità (38,2%). La metà degli intervistati (50,8%) ha segnalato situazioni di inadeguatezza rispetto alla sicurezza e ha riscontrato un intervento a seguito della propria segnalazione.
Riguardo alle prove di emergenza ben il 92% dichiara di aver partecipato mentre l’8% sostiene che non siano state effettuate. In prevalenza le prove hanno riguardato l’incendio (79%) e il rischio sismico (70%), mentre l’alluvione ed il rischio vulcanico restano fanalino di coda (rispettivamente 5% e 1%), nonostante la frequenza crescente dei fenomeni disastrosi provocati dalle alluvioni e dal cambiamento climatico.
Il rapporto ha sottolineato che si investe poco su palestre, mense, spazi verdi e sugli impianti di condizionamento e ventilazione: “Ad oggi, questi ultimi sono troppo pochi, appena nel 6% (3.967) delle sedi scolastiche. La regione Marche è la più virtuosa (26,4%), seguita da Sardegna (15,7%) e Veneto (9,7%); in fondo il Lazio con appena l’1,6% di scuole che ne è dotato. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha subìto tagli rilevanti per quanto riguarda gli asili nido: il Piano prevedeva una spesa di € 4.600.000.000 per 264.480 nuovi posti ma, dopo la revisione del Governo, la cifra è scesa ad € .3.245.000.000 per 150.480 posti; stessa cosa per la costruzione di nuove scuole, da 195 a 166. La causa principale di questa revisione è stata motivata con l’aumento dei costi di costruzione”.
E come ogni anno Cittadinanzattiva, attraverso la rassegna stampa locale, ha segnalato gli episodi di
distacchi di intonaco, crolli di soffitti, controsoffitti, solai, tetti; ma anche di finestre, muri di
recinzione ed alberi caduti all’interno degli edifici scolastici o in prossimità di essi: quest’anno quelli avvenuti tra settembre 2023 e settembre 2024 sono stati 69, (numero mai raggiunto negli ultimi 7 anni), di cui 28 nelle regioni del Sud e nelle Isole (40,5%) e stesso numero in quelle del Nord (40,5%), 13 nelle regioni del Centro (19%): “Tali episodi hanno provocato il ferimento di 9 studenti e studentesse, 3 docenti, 2 collaboratori scolastici, 1 educatrice, 4 operai oltre che danni agli ambienti e agli arredi, interruzione della didattica, provocando ingenti disagi e paura agli studenti e alle loro famiglie”.
Inoltre nell’anno scolastico 2022/23 sono 311.201 gli alunni con disabilità (4,4%), in aumento rispetto al precedente in cui erano 290.089. Solo il 40%delle scuole risulta accessibile per gli studenti con disabilità motoria. La situazione è ancora più grave per gli alunni con disabilità sensoriali, per i quali le segnalazioni visive sono presenti nel 17% delle scuole mentre mappe a rilievo e percorsi tattili sono presenti nell’1,2%.
Aumentano anche gli studenti con cittadinanza non italiana, anche neanche negli asili nidi, tantoché nello scorso anno scolastico sono stati 869.336 gli studenti (su 7.194.400) con cittadinanza non italiana (12%), in aumento rispetto all’anno precedente: “La presenza di studenti con cittadinanza non italiana è ormai un fatto strutturale che impone la revisione della legge sulla cittadinanza per dare pieno riconoscimento a bambini/e, ragazzi/e che nascono o arrivano da piccoli nel nostro Paese.
E’ straordinario il numero di firme che in pochi giorni si è riusciti a raggiungere per il referendum abrogativo, che Cittadinanzattiva sostiene sin dall’inizio per proseguire un impegno che nasce con la nostra campagna Obiettivo cittadinanza.. Invitiamo i cittadini che ancora non hanno firmato, a farlo in queste ore per superare il traguardo delle 500.000 firme entro il 30 settembre. Ce lo chiedono gli italiani giovani e meno giovani che da anni sono nel nostro Paese e studiano e vivono accanto ai nostri ragazzi e ragazze”.
Infine è possibile partecipare a ‘Scatti di sicurezza’, un contest fotografico promosso da Cittadinanzattiva e rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado. Il tema è la sicurezza strutturale ed interna degli edifici scolastici e tutto ciò che è legato alla prevenzione e alla gestione dei rischi naturali presenti sui propri territori. L’obiettivo è quello di coinvolgere direttamente gli studenti, in piccoli gruppi o classi, sul tema rappresentandolo attraverso foto di denuncia, corredate da slogan – messaggio, di situazioni di insicurezza mai risolte o anche di situazioni positive che evidenzino una buona pratica messa in atto, o attività di prevenzione, realizzate a scuola o sul territorio circostante.
E’ possibile inviare una o più fotografie e slogan al seguente indirizzo di posta elettronica: scuola@cittadinanzattiva.it entro e non oltre il 28 Febbraio 2025, compilando l’apposita documentazione scaricabile dal sito www.cittadinanzattiva.it. Le foto vincitrici verranno premiate in occasione della XIX edizione del Premio Scafidi ad aprile 2025.
CittadinanzAttiva e Save the Children: rendere servizio pubblico le mense scolastiche
€ 84 ed € 85 al mese: è quanto una famiglia ha speso in media nell’anno scolastico in corso per la mensa di un figlio iscritto rispettivamente alla scuola dell’infanzia e alla primaria. Si tratta di € 4,20 ed € 4,26 a pasto. La regione mediamente più costosa è la Basilicata (109€ mensili) mentre quella più economica è la Sardegna (61€ nell’infanzia e 65€ per la primaria), secondo un’indagine svolta da CittadinanzAttiva; quindi l’incremento rispetto alla precedente indagine, riferita al 2022/23, è stato di oltre il 3%, ma le variazioni sono molto differenti a livello regionale: in Calabria si registra un aumento di oltre il 26%, mentre in Umbria la riduzione più evidente di circa il 9%.
A livello di singoli capoluoghi di provincia, sono le famiglie di Barletta a spendere di meno per il singolo pasto (2€ sia per l’infanzia che per la primaria) mentre per l’infanzia si spende di più a Torino (6,60€ a pasto) e per la primaria a Livorno e Trapani (6,40€). Fra le città metropolitane, soltanto Roma rientra nella classifica delle meno care, con un costo a pasto per la famiglia ‘tipo’ di circa 2,32€ in entrambe le tipologie di scuola.
Questi i dati che emergono dalla VII Indagine sulle mense scolastiche, con la quale abbiamo ha preso in esame le tariffe di tutti i 110 capoluoghi di provincia sia per la scuola dell’infanzia che per la primaria, come ha dichiarato Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale ‘Scuola’ di Cittadinanzattiva:
“Da anni chiediamo che la ristorazione scolastica diventi un servizio pubblico essenziale, e fra le raccomandazioni previste anche dal ‘Piano di Azione nazionale per l’attuazione della garanzia infanzia’ vi è quella di rendere il pasto scolastico gradualmente gratuito per tutti, partendo dai bambini e dalle bambine che vivono in famiglie in povertà assoluta.
Una condizione che purtroppo accomuna sempre più minori: il 4,9% dei minori di 16 anni è in condizione di deprivazione alimentare e il 2,5% non può permettersi un pasto proteico al giorno. Nel frattempo riteniamo prioritario che la Commissione Parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, insieme a tutti gli stakeholder interessati compresi gli utenti, avvii una indagine conoscitiva per individuare un piano di interventi su aspetti quali: qualità e costo delle derrate alimentari, filiera di approvvigionamento, rispetto dei menù, ruolo delle Commissioni Mensa, fasce di agevolazione nelle tariffe, sistema degli appalti, condizioni lavorative del personale addetto, rispetto dei CAM, monitoraggio dei programmi pubblici mense bio e frutta e verdura a scuola, progetti di educazione all’alimentazione corretta”.
Secondo l’Anagrafe nazionale, un terzo degli edifici scolastici, ossia 13.533 su 40.160, sono dotati di locale mensa. La distribuzione però non è omogenea, in quanto nelle regioni del Sud Italia poco più di un edificio su cinque dispone di una mensa scolastica (al Centro è il 41% e al Nord il 43%) e la quota scende al 15,6% in Campania e al 13,7% in Sicilia. La regione con un numero maggiore di scuole dotate di mensa è la Valle d’Aosta (72%), seguita da Piemonte, Toscana e Liguria dove è presente in 6 edifici su 10. In Puglia, Abruzzo e Lazio sono presenti in un edificio su quattro.
Il PNRR non viene incontro alle esigenze delle scuole del Sud, almeno non nella misura sperata. Su 1052 interventi previsti ed € 600.000.000 di fondi stanziati, il Sud riceve (da graduatorie di giugno 2023, le ultime disponibili) la metà delle risorse, contro il 58% previsto da piano originario.
Inoltre, sul totale degli interventi previsti a livello nazionale, poco più della metà (541 su 1052) prevede la costruzione di nuovi locali mensa; per il 21% si tratta di interventi di demolizione, ricostruzione ed ampliamento e per il 28% di riqualificazione, riconversione e messa in sicurezza di spazi e mense preesistenti.
Per questo CittadinanzAttiva propone di riconoscere le mense scolastiche come servizio pubblico essenziale e di impedire qualsiasi forma di esclusione dai bambini le cui famiglie siano in condizioni di povertà; contrastare i casi di morosità ingiustificata; uniformare le tariffe minime e massime, almeno per aree territoriali del Paese (Nord, Centro e Sud).
L’altra proposta è quella di rendere gli studenti protagonisti dell’educazione alimentare e dei corretti stili di vita, mettendoli al centro dei percorsi formativi in ambito scolastico affinché diventino essi stessi informatori di salute presso i loro coetanei e le proprie famiglie; quindi eliminare dai distributori automatici delle scuole il cibo spazzatura, ed inserire solo prodotti freschi e naturali, possibilmente locali.
Quindi anche per l’ong ‘Save the Children’ è prioritario rendere le mense scolastico un servizio pubblico: “Il servizio della mensa scolastica diventa ogni anno più costoso per le famiglie in Italia e le disuguaglianze territoriali penalizzano il Sud dove bambine e bambini hanno minori possibilità di accesso. I dati diffusi oggi da Cittadinanzattiva confermano la necessità di un investimento maggiore per garantire a tutti gli alunni della scuola primaria, su tutto il territorio nazionale, l’accesso servizio di refezione scolastica”.
La mensa scolastica è fondamentale per garantire a studentesse e studenti, soprattutto quelli in condizioni di maggior bisogno, il consumo di almeno un pasto sano ed equilibrato al giorno. Ad oggi invece solo poco più di un bambino su due in Italia (55,2% degli alunni della scuola primaria) ha accesso alla mensa e meno di due classi su cinque (38,3%) sono a tempo pieno: “E’ necessario rendere l’offerta di un pasto sano al giorno un servizio pubblico essenziale per il quale stabilire uno specifico LEP (livello essenziale delle prestazioni). Un primo passo in questa direzione sarebbe istituire un ‘Fondo di contrasto alla povertà alimentare a scuola’ da destinare ai comuni che utilizzano una quota di bilancio per consentire l’accesso alla mensa agli studenti della scuola primaria in difficoltà economiche e aumentare le risorse destinate al Fondo di solidarietà comunale”.
Centro Astalli: in aumento le disuguaglianze tra i migranti
Il Rapporto annuale del Centro Astalli, presentato nelle settimane scorse, contiene una fotografia aggiornata sulle condizioni di richiedenti asilo e rifugiati che durante il 2023 si sono rivolti alla sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, ed hanno usufruito dei servizi di prima e seconda accoglienza a Roma e nelle città italiane in cui opera (Bologna, Catania, Grumo Nevano, Palermo, Padova, Trento, Vicenza).
Il Rapporto, oltre a contenere un resoconto di un anno di attività del Centro Astalli, è uno strumento per capire chi sono i migranti che giungono in Italia per chiedere asilo, quali le principali difficoltà che incontrano nel percorso per il riconoscimento della protezione e per l’accesso all’accoglienza o a percorsi di integrazione. Attraverso testimonianze e approfondimenti si cerca di far emergere i principali nodi sulle migrazioni forzate in Italia: vie d’accesso, vulnerabilità, inclusione sociale, come ha presidente del Centro Astalli, p. Camillo Ripamonti:
“Il 2023 si è aperto con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto sicurezza sul soccorso in mare (DL n. 1/2023 Disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori) che regolamentava il salvataggio in mare operato dalle ONG, considerato il ‘pull factor’ (smentito poi dai numeri del 2023) delle partenze dalle coste del nord Africa. La tragedia di Cutro del 26 febbraio 2023 ha dato modo al Governo di varare una nuova decretazione d’urgenza, il cosiddetto Decreto Cutro, poi convertito in legge (DL 10 marzo 2023, n. 20); esso con il pretesto della lotta ai trafficanti ha in realtà messo in atto una politica dissuasiva e punitiva delle partenze, culminato nell’accordo per la deportazione in Albania.
All’inizio di ottobre, una nuova decretazione d’urgenza è intervenuta attuando delle modifiche sull’accoglienza di minori non accompagnati (DL 5 ottobre 2023, n. 133). Ma sembra che tutto questo non abbia intercettato veramente i bisogni delle persone, anzi sotto certi aspetti ha complicato la loro vita (richiedenti asilo accolti solo nei CAS, quasi scomparsa del permesso di soggiorno per motivi speciali, non convertibilità dei permessi di soggiorno)”.
Dal rapporto è emerso che aumentano marginalità e disuguaglianze: “In tutti i servizi del Centro Astalli si sono fatti sentire forte gli effetti dell’inflazione e delle decretazioni d’urgenza emanate dal Governo in materia di immigrazione, che hanno fatto salire esponenzialmente i numeri delle richieste di aiuto per tutto l’arco dell’anno appena trascorso.
Sono sempre di più i rifugiati e i richiedenti asilo che vivono in strada, hanno sistemazioni precarie sul territorio di Roma (e non solo) e necessitano di un accompagnamento strutturato. Numerose anche le difficoltà manifestate da singoli e nuclei monoparentali nel far fronte al rincaro delle materie prime”.
. Più di 2.600 utenti hanno usufruito della mensa di Roma che ha distribuito oltre 67.000 pasti (erano stati poco più di 46.000 nel 2022, con un aumento del 45%): tra loro il 28% (1 persona su 3) è richiedente asilo: “E’ aumentata la presenza di donne migranti, incremento dovuto al gran numero di ucraine, titolari di protezione temporanea, che dall’inizio del conflitto e per molto tempo a seguire non hanno avuto la necessità di rivolgersi a servizi di bassa soglia (probabilmente grazie alla campagna mediatica a loro sostegno), ma anche di cittadini peruviani, colombiani e venezuelani, in fuga dai loro Paesi a causa di situazioni di violenza generalizzata e di insicurezza sociale”.
Invece a Palermo i volontari hanno riscontrato un aumento della povertà assoluta: sono infatti raddoppiati gli accessi ai servizi di prima accoglienza offerti dall’associazione; mentre a Trento, è stato potenziato il servizio dei dormitori notturni dove si è riusciti a dare accoglienza a 177 richiedenti asilo senza dimora con l’aumento di marginalità, disuguaglianze ma anche le complessità delle situazioni di cui le persone migranti sono portatrici: “I processi di semplificazione in atto nel tentativo di contenere le migrazioni, non solo sono destinati a fallire nel tempo, ma rendono gli spostamenti e i viaggi dei migranti ancora più mortali e difficili”.
Il rapporto ha evidenziato che sono state 8.541 le persone che hanno perso la vita lungo le rotte migratorie di tutto il mondo nel 2023, anno in cui sono stati registrati più morti in assoluto: 3.105 le persone morte e disperse nel Mediterraneo, più di 29.000 in totale le vittime dal 2014 (dati OIM): “Le risposte politiche a queste tragedie hanno visto l’inasprimento del contrasto all’attività delle navi umanitarie, la realizzazione di accordi economici per dissuadere gli arrivi, aumentare i rimpatri e cooperare con regimi antidemocratici;
l’emanazione di regole di accesso più rigide per i richiedenti asilo in Europa, compresi i minori, mettendo una seria ipoteca sul rispetto dei diritti di persone già duramente provate da situazioni caratterizzate da persecuzioni e violenze subite nei Paesi di origine e in quelli di transito. Strategia onerosa quella dell’esternalizzazione delle frontiere, unita alla pratica dei respingimenti e delle espulsioni illegali, con metodi brutali e coercitivi lungo le rotte europee, con la conseguenza che centinaia di migliaia di persone rimangono imprigionate in terre di mezzo, e vedono aumentare il carico dei traumi a cui sono sottoposti”.
Lo stato generale di fragilità trova riscontro nelle quasi 10.000 visite mediche, di base e specialistiche svolte presso il SaMiFo (Salute Migranti Forzati) con un aumento del 15% a fronte di un’utenza aumentata solo dell’1,6%: “Oltre alla vulnerabilità evidente per persone portatrici di condizioni oggettive (anziani, minori, donne in gravidanza ecc.) o di diagnosi già acclarate, esiste nel mondo dei rifugiati una vulnerabilità più nascosta, spesso legata ai traumi vissuti e non ancora elaborati che per emergere e cominciare una cura ha bisogno di tempo, attenzione e di un’accoglienza dentro luoghi idonei. Pensare di riservare un’accoglienza (sia in termini di alloggio che di documenti) ai soli soggetti vulnerabili, significa scegliere di contribuire ad accrescere il numero delle persone vulnerabili”.
Inoltre nello scorso anno il Centro Astalli, con il sostegno dell’Elemosineria Vaticana, ha erogato contributi per il pagamento delle tasse necessarie al rilascio del permesso di soggiorno e titolo di viaggio per 463 rifugiati, perlopiù nuclei familiari originari dell’Afghanistan:
“Nel momento in cui le persone iniziano, con difficoltà, il loro percorso in Italia viene loro chiesto un pagamento non irrilevante. Più soli, invisibili, marginalizzati, spaesati, numerosi sono stati i cittadini stranieri che si sono rivolti agli sportelli del servizio legale con permesso di soggiorno per Protezione speciale in scadenza. Se pensiamo che in passato questa forma di protezione veniva concessa dalle Commissioni Territoriali allo scopo di ‘sanare’ diversi tipi di situazioni, ci rendiamo facilmente conto delle conseguenze negative che le decisioni politiche prese avranno su molte persone”.
Inoltre nello scorso anno il servizio di accompagnamento all’autonomia a Roma ha sostenuto 659 persone: “Promuovere l’autonomia delle persone rifugiate significa abbattere le barriere che si frappongono ad un’integrazione piena e autonoma, per questo nel corso dell’anno sono state realizzate attività volte a favorire anche la loro inclusione finanziaria ed è proseguita l’attività di contrasto al digital divide con lo scopo di garantire l’accesso di rifugiati e richiedenti asilo ai servizi della Pubblica Amministrazione…
La società italiana è una società multiculturale nella quale, tuttavia, oggi non assistiamo al moltiplicarsi di processi di coesione, scambio e incontro. Crediamo sia importante investire nel patrimonio sociale delle nostre comunità, valorizzando le diversità che le possono rendere più ricche e forti. In tutte le realtà della Rete territoriale del Centro Astalli si costruiscono ogni giorno spazi di cittadinanza e giustizia, cercando soluzioni che vengano incontro alle esigenze dei rifugiati e della società che li accoglie”.
(Foto: Centro Astalli)
Aldo Moro e la visione di una nuova Europa
“Per quanto riguarda l’Europa il Governo si propone di continuare la propria azione diretta ad assicurare la piena ripresa dell’attività comunitaria nel rispetto dei Trattati al fine di realizzare l’integrazione economica quale premessa dell’unità politica dell’Europa. Tale azione si svolgerà in tutte le sedi comunitarie, economiche e politiche, continuando ad interessare ad essa il Parlamento ed il Paese e portando avanti il progetto di elezione a suffragio universale di un Parlamento europeo”: questo inciso è parte del discorso di Aldo Moro alla Camera dei Deputati ed al Senato in occasione del suo insediamento da presidente del Consiglio dei ministri.
Una ricorrenza, quella del ritrovamento del corpo di Aldo Moro, che coincide con la festa dell’Europa, che a ben vedere non è proprio casuale, in quanto ricorda la dichiarazione di Robert Schuman per ‘creare’ l’Unione Europea come unità degli Stati e dei popoli, come ha sottolineato il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella: “Dal 1985 si celebra la Festa dell’Europa e i valori che ad essa sono intrinsecamente legati: pace, democrazia, tutela dei diritti delle persone e dei popoli.
Il 9 maggio segna l’anniversario della dichiarazione con la quale nel 1950 Robert Schuman proponeva la creazione di una comunità di Stati i cui membri avrebbero messo in comune le produzioni di carbone e acciaio, convinto che ‘la pace mondiale non potrebbe essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano’. Parole che risuonano, oggi, in tutta la loro straordinaria forza e drammatica attualità”.
Nel messaggio il presidente Mattarella ha ricordato che l’Unione Europea ha garantito ai suoi Stati, fino a qualche anno fa, la pace: “L’Unione Europea, nella sua vita, ha saputo affrontare con successo sfide e crisi, confermando la sua capacità di assicurare il futuro dell’Europa e dell’Italia in un contesto di convivenza pacifica, di crescita economica, di sviluppo sociale, di garanzia di libertà”.
Ed ha garantito alle persone il diritto democratico del voto: “Con la partecipazione al voto potremo plasmare il governo di un’Unione Europea unita, in pace, dinamica, capace di armonizzare secondo principi di solidarietà i diversi punti di vista dei suoi popoli. Presidio della nostra sicurezza.
Con lo stesso coraggio e la medesima determinazione di cui diedero prova i Padri fondatori dell’Europa unita dobbiamo prendere nelle nostre mani il destino della civiltà europea, per contribuire a rendere più giusto il mondo in cui viviamo”.
Negli anni ’60 Aldo Moro fu un protagonista fondamentale per il consolidamento dell’Unione Europea e nell’intervento da Presidente del Consiglio il 12 dicembre 1963 mise in luce la novità parlamentare della svolta politica verso l’alleanza atlantica e la solidarietà europea: “La politica di solidarietà europea, che sarà perseguita nella forma dell’integrazione democratica, economica e politica, fuori di ogni particolarismo, offre al nostro Paese uno spazio ed un ambiente adatti per la sua espansione economica e per una significativa partecipazione alla politica internazionale in proporzione alle sue forze, alla sua tradizione e cultura, al suo peso economico e sociale. Il governo si propone una azione coerente per superare le remore opposte, con iniziative estranee alla finalità dei trattati di Roma, alla creazione dell’unità democratica dell’Europa.”.
Mentre durante i lavori della X Assemblea ordinaria dei parlamentari dell’UEO (Unione Europea Occidentale) nel giugno 1964 Aldo Moro rese omaggio ad Alcide De Gasperi ed ai Padri fondatori per aver dato vita ad un’Europa democratica e plurale: “L’Europa che noi ci sforziamo di costruire è una Europa intesa in senso democratico: è questo uno dei cardini fondamentali della nostra concezione associativa. Democrazia, come noi la intendiamo, significa anche e necessariamente una prospettiva di sviluppi sociali e di giustizia da attuarsi nella libertà”.
Quindi l’Europa disegnata da Aldo Moro era un’Europa aperta ad una visione mondiale per la libertà di tutti i popoli: “Se noi negassimo e sottovalutassimo queste nuove profonde esigenze, ci chiuderemmo nel passato, anziché rivolgerci all’avvenire: e l’Europa è l’avvenire. A questo riguardo non abbiamo alcun dubbio.
Anche avendo riguardo alle presenti difficoltà nel dare rapido sviluppo al processo europeo, siamo ottimisti nel risultato finale, proprio perché crediamo che l’Europa sia un mezzo per rispondere efficacemente a quegli aneliti di democrazia e di libertà che sono propri dell’uomo e quindi permanentemente radicati nelle aspirazioni dei popoli in una concezione umana, cristiana della realtà sociale e politica.
In secondo luogo vogliamo un’Europa aperta a tutti i Paesi capaci di assumere gli impegni che ne derivano. In un mondo che si muove nell’ambito dei grandi spazi, in una situazione internazionale nella quale si profilano un’unità africana, un’integrazione latino-americana, strumenti di collaborazione afro-asiatica…, sarebbe un controsenso che rimanessero attaccati a gretti egoismi nazionali gli europei che si sono così spesso posti all’avanguardia dei grandi movimenti di rinnovamento umano”.
Papa Francesco: la pace si costruisce nel rispetto della dignità umana
Oggi papa Francesco ha ringraziato il personale dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano, che ringrazia per il servizio e cui dedica parole importanti sulla pace e sul bene comune: “Prima di tutto grazie per il lavoro fedele e paziente con cui garantite a tutti coloro che vengono in Vaticano, dall’Italia e dall’estero, e gli date la possibilità di vivere momenti di fede e di preghiera, come pellegrini, o semplicemente di svago, come turisti, in un clima sereno di ordine e di sicurezza. E’ un impegno delicato questo, che merita tanto più apprezzamento in quanto svolto quotidianamente, tutti i giorni, e le notti!, dell’anno”.
Safer Internet Day: in diminuzione l’età media del primo accesso in rete e il tempo trascorso online
Oggi in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza in Rete (Safer Internet Day), istituita e promossa dall’Unione Europea per riflettere sull’uso consapevole degli strumenti tecnologici e sul ruolo attivo che possono avere i giovani utilizzando la rete, l’ong ‘Save the Children’ sottolinea l’urgenza di creare ambienti digitali sicuri per bambine, bambini e adolescenti e di affrontare opportunità e rischi della rivoluzione in atto, evidenziando la necessità di prestare la massima attenzione ai trend di abbassamento dell’età media nell’utilizzo delle tecnologie digitali e all’aumento del tempo medio trascorso on line da parte dei più giovani, soprattutto dopo la pandemia:
Sipri: aumenta la domanda per gli armamenti
Papa Francesco: la compassione è l’impronta di Dio
Ieri sera papa Francesco in piazza san Pietro ha presieduto un momento di preghiera per i migranti con i padri sinodali, incentrando la riflessione sulla parabola del ‘Buon Samaritano’, che è la parola chiave dell’enciclica ‘Fratelli tutti’, ed invocando un’azione decisa contro i criminali che speculano sui viaggi dei migranti, davanti alla scultura ‘Angels Unawares’: