David Maria Sassoli: politico dalla parte degli ultimi

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Venerdì 14 gennaio, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma, si è svolto il funerale del presidente del Parlamento europeo, David Maria Sassoli, celebrato dal card. di Bologna, Matteo Zuppi, legato a Sassoli da una lunga amicizia maturata ai tempi del liceo, alla presenza del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, del premier Mario Draghi, della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e del primo ministro spagnolo Pedro Sachez, commossi dal ricordo della moglie Alessandra Vittorini:

“Sarà dura, durissima, ma in questi anni ci hai dimostrato che niente è impossibile… Ci siamo cercati e trovati sui banchi di scuola. In questo tempo lo stare insieme ha fatto i conti con altro e altrove. Ti abbiamo sempre diviso e condiviso con altri, famiglia e lavoro, famiglia e politica, famiglia e passioni.

Altri luoghi e altri impegni con cui hai costruito con tenacia il tuo modo di essere, di fare, i tuoi valori. Noi siamo stati il tuo punto fermo ma dividerti e condividerti con altri ha prodotto questa cosa immensa a cui stiamo assistendo in queste ore, e che abbiamo visto nei fiori e nei biglietti trovati l’altro ieri attaccati al portone in strada”.

Nell’omelia il card. Zuppi ha sottolineato la bellezza della Parola di Dio: “Oggi ci troviamo con commozione in questo luogo antico, straordinariamente bello, davanti all’orizzonte della vita, al suo limite, dove il cielo e la terra si toccano. E questo punto è sempre l’amore.

La Parola di Dio raccoglie tutte le nostre parole, in fondo tutte limitate: non le cancella, anzi, le fa sue, le illumina, le spiega anche a noi stessi, riempiendole di senso e di eternità perché la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto di Dio, l’Alfa e l’Omega, sono lettere di amore”.

Ma Gesù per l’uomo diventa ‘panis angelicus’: “Oggi proprio come su quella povera mensa di Emmaus così su questo altare riconosciamo Gesù, amico degli uomini e luce di speranza, nello spezzare del pane, Lui che diviene nutrimento di solo amore, panis angelicus, pane di vita eterna. E di amore abbiamo bisogno tanto, in realtà sempre e tutti. Facciamo fatica a comprendere la fine, con la sua inaccettabile definitività”.

Riprendendo la frase di John Donne, riportato nel romanzo ‘Per chi suona la campana’ il card. Zuppi ha sottolineato il bisogno del prossimo: “E ricordiamoci sempre il contrario, che se uno salva un uomo salva il mondo intero.

Ci stringiamo ad Alessandra, che con David ha camminato mano nella mano dai banchi di scuola, a Livia e Giulio, ai suoi fratelli e sorelle e ai tanti che lo consideravano ‘uno di noi’, quasi istintivamente, per quell’aria priva di supponenza, di alterità, empatica, insomma un po’ per tutti un compagno di classe! Quello che tutti avremmo desiderato e che ci avrebbe sicuramente aiutato”.

E’ un invito a ‘guardare il cielo’: “David ci aiuta a guardare il cielo; lui che lo ha cercato sempre, da cristiano in ricerca eppure convinto, che ha respirato la fede e l’impegno cattolico democratico e civile a casa, con i tanti amici del papà e poi suoi, credenti impetuosi e appassionati come Giorgio La Pira o Mazzolari, come David Maria Turoldo, del quale porta il nome”.

Sassoli è stato sempre un credente appassionato: “Credente sereno ma senza evitare i dubbi e gli interrogativi difficili, fiducioso nell’amore di Dio, radice del suo impegno, condiviso sempre con qualcuno, come deve essere, perché il cristiano come ogni uomo non è un’isola, ma ha sempre una comunità con cui vivere il comandamento dell’amatevi gli uni gli altri:

gli scout, il gruppo della Rosa Bianca con Paolo Giuntella, Sophie e Hans Scholl, i leader della Weiss Rose erano per lui le stelle del mattino dell’Europa, uccisi dai nazisti per la loro libertà, tanto che quando fu eletto Presidente onorò come un debito verso di loro ponendo un’enorme rosa bianca su sfondo europeo nel Parlamento”.

Sassoli è sempre stato ‘impegnato’, perché il cristianesimo insegna che non si gioisce in solitudine: “Il Vangelo ci parla di Beatitudine. Attenzione, non è diversa dalla felicità umana, anzi è proprio felicità piena, proprio quella che tutti cerchiamo.

La beatitudine del Vangelo non è una sofferta ricompensa ultima per qualche sacrificio ma libertà dalle infinite caricature pornografiche di una felicità del benessere individuale a qualsiasi prezzo. Non c’è gioia da soli!”

L’arcivescovo di Bologna ha sottolineato il suo amore per la politica: “Per questo per lui la politica era, doveva essere per il bene comune e la democrazia sempre inclusiva, umanitaria e umanista.

Ecco perché voleva l’Europa unita e con i valori fondativi, che ha servito perché le sue Istituzioni funzionassero, che ha amato perché figlio della generazione che aveva visto la guerra e gli orrori del genocidio e della violenza pagana nazista e fascista, dei tanti nazionalismi, lui figlio della resistenza e dei suoi valori, quelli su cui è fondata la nostra Repubblica e che ha ispirato i nostri padri fondatori”.

Da questo ideale politico è nato il suo pensiero europeo: “Per questo per lui la politica era, doveva essere per il bene comune e la democrazia sempre inclusiva, umanitaria e umanista. Ecco perché voleva l’Europa unita e con i valori fondativi, che ha servito perché le sue Istituzioni funzionassero, che ha amato perché figlio della generazione che aveva visto la guerra e gli orrori del genocidio e della violenza pagana nazista e fascista, dei tanti nazionalismi, lui figlio della resistenza e dei suoi valori, quelli su cui è fondata la nostra Repubblica e che ha ispirato i nostri padri fondatori”.

E credeva nell’Europa capace di difendere i poveri: “Abbiamo visto nuovi muri, i nostri confini in alcuni casi sono diventati confini tra morale e immorale, tra umanità e disumanità. Muri eretti contro persone che chiedono riparo dal freddo, dalla fame, dalla guerra, dalla povertà.

Abbiamo finalmente realizzato dopo anni di crudele rigorismo che la disuguaglianza non è più né tollerabile né accettabile, che vivere nella precarietà non è umano, che la povertà è una realtà che non va nascosta ma che deve essere combattuta e sconfitta.  Il dovere delle istituzioni europee: proteggere i più deboli e non di chiedere altri sacrifici aggiungendo dolore al dolore”.

(Foto: diocesi di Bologna)

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