Ortodossia: Natale divinizza l’uomo

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Il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, Kirill, alla fine della celebrazione del Natale ortodosso nella cattedrale di Cristo Salvatore della capitale russa, ha detto che papa Francesco ha inviato un messaggio tramite il presidente della Conferenza dei vescovi cattolici della Russia, mons. Paolo Pezzi:

“Vorrei ringraziare i nostri ospiti, tra cui l’arcivescovo cattolico Paolo Pezzi, che sta qui a Mosca. La ringrazio per il messaggio di Papa Francesco che lei mi ha trasmesso. Apprezzo molto i buoni rapporti che si sono sviluppati tra noi in molte azioni comuni, compreso il raggiungimento della pace lì dove non c’è pace”.

E nel messaggio natalizio ai fedeli ortodossi Kirill ha sottolineato il valore del Natale: “In questa notte luminosa tutta la creazione si rallegra, perché oggi il Signore, l’attesa dei popoli e la salvezza del mondo,  si avvicina a noi  e viene (canone della compieta della festa della Natività di Cristo).

Per molti anni la venuta del Salvatore è stata auspicata dagli uomini che, dopo la loro espulsione dal paradiso, avevano perso il contatto con il loro Creatore, avevano dimenticato quanto sia gioioso sentire ogni giorno la presenza di Dio, sentire la sua voce da vicino, rivolgersi a Lui – e ricevere subito una risposta; sapere di essere al sicuro, siccome il Signore è con te”.

Il patriarca ha sottolineato che la vita è un dono di Dio, che deve essere tutelata perché fragile: “E’ questa sensazione di sicurezza, protezione e tranquillità che ci manca gravemente oggi, quando un flagello disastroso continua ancora a cambiare le nostre vite quotidiane, quando è difficile fare progetti, quando l’incertezza sul futuro ci tiene costantemente tesi e provoca ansia.

Tuttavia, in queste circostanze difficili abbiamo sentito particolarmente acutamente la fragilità dell’esistenza umana, abbiamo compreso che dobbiamo valorizzare ogni nuovo giorno come il più grande dono di Dio, abbiamo compreso quanto sia pesante la solitudine forzata e quanto sia importante avere l’opportunità di comunicazione personale regolare con la famiglia e gli amici”.

Però solo l’amore per Dio può rafforzare nelle prove la vita: “Anche la Santissima Madre di Dio in uno dei momenti più importanti della sua vita si trovò in circostanze difficili: in una città sconosciuta, in un luogo deserto, in una grotta per gli animali.

Però il miserabile presepe le sembrava una bella camera, perché il suo cuore era pieno d’amore per il Figlio e Dio: questo amore trasformò tutto intorno, e la Vergine Purissima non si accorse né delle inconvenienze, né della massima povertà del presepe.

La gratitudine al Creatore e la tenerezza nei confronti del neonato le permettevano di non attribuire alcuna importanza alle difficoltà e di vedere la Provvidenza di Dio in tutte le circostanze che il Signore le fece sperimentare.

Quanto è diversa la nostra percezione delle prove date da Dio, quando, ad esempio, durante l’isolamento, molti addirittura percepivano la loro casa come una prigione, sprofondavano nella tristezza e vedevano tutto in nero”.

Dio nasce per riportarci nel Paradiso, come è scritto nella ‘stichera’ della festa: “Viene e ci insegna a vivere così che la beatitudine del paradiso perduto possa diventare di nuovo reale, e ancor più così che tutti possano unirsi al Signore in modo incomprensibile e misterioso.

Nato sulla terra, il Re Celeste ha già fatto tutto per la nostra salvezza. Possiamo solo accettare il Suo amore e rispondere ad esso con le nostre azioni: con la vita secondo i comandamenti e il compimento di opere buone, una fede forte e il desiderio di stare con Dio, la disponibilità non solo ad accettare abbondanti doni dalle Sue mani paterne, ma anche con ferma speranza e fiducia in Lui superare le difficoltà”.

Anche il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo, ha sottolineato che la nascita di Gesù è stata una ‘divina Incarnazione’, come ha affermato san Nicola Cabasilas: “La divina Incarnazione, assieme alla rivelazione della verità su Dio, rivela anche la verità e il destino finale dell’uomo, ossia la divinizzazione per grazia”

Natale è la rivelazione dell’amore di Dio: “In Cristo, il pensiero della teologia su Dio è allo stesso modo anche il pensiero sull’uomo. La Divina Economia incarnata confuta definitivamente la immagine di Dio quale dispotico, vendicatore e avversario dell’uomo.

Cristo è ovunque, in ogni momento e in tutto il rifiuto della negazione dell’uomo e il difensore della sua libertà. La vita della Chiesa, come la carne che ha assunto il Figlio e Logos di Dio fattosi uomo, manifesta e serve questo mistero tutto salvifico della divino-umanizzazione”.

Infine ha rivolto una preghiera per gli scienziati, sostenuti da Dio: “Anche durante l’anno passato, la pandemia del coronavirus Covid-19 ha afflitto l’umanità.

Glorifichiamo il Dio di misericordia che sostiene gli scienziati specialisti nello sviluppo di vaccini efficaci e di altri farmaci per affrontare la crisi e chiamiamo quanti fedeli ancora non vaccinati a farlo, e a seguire tutti le misure di protezione disposte dalle autorità sanitarie”.

Per questo la scienza è un grande dono fatto da Dio all’umanità: “La scienza, poiché opera a servizio dell’uomo, è un dono di Dio prezioso. Dobbiamo accettare con riconoscenza il dono e non essere trascinati dalle voci irresponsabili di non specialisti e di coloro che si autoproclamano rappresentanti di Dio e della autentica fede di ‘consiglieri spirituali’, che si autodistruggono tuttavia in modo deplorevole, a causa della mancanza di amore verso il fratello, la cui vita espongono a grande pericolo”.

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