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XXVIII Domenica Tempo Ordinario: la vera sapienza è di lasciare che Gesù ci guardi e ci ami!

Scrive san Paolo: gli Ebrei chiedono miracoli; i Pagani invocano la sapienza umana che si chiama ‘filosofia’; per i Cristiani la vera sapienza è Cristo, che è amore ed ha dato la vita per la salvezza di tutti (cfr. 1 Cor. 1, 22-24).  Il brano del Vangelo ci presenta l’incontro di un Giovane con Gesù: Nell’incontro possiamo distinguere tre momenti: a) una domanda del Giovane; b) Gesù aiuta quel giovane a scoprire il volto vero di Dio, che è amore; c) un invito di Gesù: vai, vendi, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi. Gesù invita a conseguire la vera Sapienza che è quella che guida a raggiungere il fine ultimo; la meta per la quale siamo stati creati.

La creazione è il grande atto di amore di Dio nei riguardi dell’uomo: conseguire la vita eterna. Il peccato aveva distolto l’uomo dal suo fine ultimo; ma il cuore dell’uomo è inquieto sino a quando non riposa in Dio.  Per conseguire la vita eterna è necessario camminare nella via tracciata da Gesù, l’unico che poté dire: ‘Io sono la Via, la Verità e la Vita’. Dio ha scritto due libri. la natura con la molteplicità delle cose create, la Bibbia o sacra scrittura: Antino e Nuovo Testamento; se impariamo a leggere questi libri, se camminiamo nella via tracciata da Dio si arriva alla vita eterna. A causa del peccato l’uomo intravede solo la speranza terrena, frutto della sapienza terrena limitata e fragile.

Nella pienezza dei tempi Dio interviene con la rivelazione: dà all’uomo i dieci comandamenti  e lo invita a guardare avanti , all’opera redentrice di Cristo Gesù. Il giovane, che si era presentato a Gesù, aveva osservato i dieci comandamenti amando Dio e i fratelli ma il suo cuore era rimasto sempre sulla terra e per la terra. Aveva accumulato molti beni sulla terra e il suo cuore era legato ad essi. Si era ora presentato a Gesù per conoscere la sua vera identità e cosa fare per assicurarsi la vita eterna. 

Gesù amò subito questo giovane e gli addita i veri valori, la vita eterna; Gesù evidenzia che per seguirlo non basta l’osservanza dei dieci comandamenti, ma occorre dargli il cuore amandolo più dei beni terreni, dei parenti, della stessa vita perchè solo Dio è il Bene sommo. Lo invita perciò: vai, vendi tutto, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo;  poi ‘vieni e seguimi’! Il giovane se ne partì triste: era legato ai suoi beni terreni. Da qui il messaggio di Gesù: ‘Beati i poveri di spirito perchè di essi è il regno dei cieli” infatti dove c’è il tuo tesoro, là c’è il tuo cuore’!

Non dimenticare, amico che leggi, che i beni terreni hanno sempre un limite, viceversa il desiderio dell’uomo è sempre inappagato, non ha limiti: se hai poco non sei beato perchè cerchi ancora; se hai molto  non sei beato perchè vuoi di più e temi di perdere quello che hai. Se sei ricco la tua vita è solo una bolgia ansiosa. Finché sei insoddisfatto non sei ricco ma solo povero e vivi nell’angoscia che presto dovrai lasciare tutto.

Ricordati non sei mai quello che credi di essere, nè  quello che la gente pensa di te o quello che appari davanti al pubblico; sei solo quello che ami; ma amare è servire incondizionatamente. Non vali per i titoli che possiedi, per i tuoi anni o per le tue forze: tu vali solo per quello che effettivamente ami: se il tuo amore è fango, rimani infangato; se ami Dio e vedi l’immagine di Dio nei fratelli, diventerai simile a Dio. Scegli cosa ti conviene fare; la risposta non dovrebbe essere difficile.

Seguire Gesù è la vera sapienza; è la cosa più importante ma comporta rinnegare se stesso e prendere la croce ogni giorno. Conoscere  Gesù e seguirlo è la vera sapienza: non è un atto di intelligenza ma del cuore, di tutta la persona, come ci insegna il Padre. Amare il Regno di Dio più della salute e della bellezza fisica è lasciare che Gesù ci guardi e ci ami.

Cristiano vero non è colui che si affanna per i beni terreni ma chi riscopre se stesso e la meta verso la quale è diretto; cristiano vero è chi ha veramente fede, speranza e carità e sperimenta ogni giorno la presenza di Gesù nella propria vita.  Questa è la vera sapienza. Fare esperienza di Gesù significa fare esperienza della sapienza divina che non è un atto dell’intelletto ma del cuore, di tutta la persona. 

Dio è amore e ti insegna solo ad amare nella duplice dimensione orizzontale e verticale: amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore , con tutte le forze; amerai il prossimo tuo come te stesso. Ama e sarai veramente sapiente e saggio. La Vergine Maria, che ha detto il suo “Sì” al Signore, Lei, madre di Gesù e nostra , ci aiuti a scoprire il vero senso della vita, ci aiuti ad amare e a scoprire la bellezza di fare della vita un dono prezioso a Dio, creatore e padre.

Per una visione antropocentrica dell’Intelligenza Artificiale

Risulta essere sempre più impattante l’Intelligenza Artificiale sulla quotidianità di ciascuno; che lo faccia in maniera diretta o trasversalmente, sta cambiando inevitabilmente il mondo e le relazioni rispetto a come lo abbiamo conosciuto fino ad ora. Ciò accade soprattutto a seguito dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale Generativa, con la capacità, oltre che di auto-apprendere, di produrre contenuti complessi che imitano sempre più la creatività umana.

Trova sempre maggiore applicazione, in diversi ambiti, la così detta GenAI, ad esempio in ambito clinico per una maggiore accuratezza delle diagnosi, in campo farmacologico per rendere più tempestiva la progettazione e lo sviluppo di nuove terapie, per aumentare l’accuratezza dei sistemi di identificazione facciale, contrastare le frodi e tanto altro.

A fronte di questo incremento e sviluppo positivo dell’Intelligenza Artificiale, sono cospicui gli investimenti delle grandi imprese, che vi vedono giustamente una fonte di affari. Basti pensare che per gli investimenti globali sull’Intelligenza Artificiale, il Fondo Monetario Internazionale prevede una costante e significativa progressione: circa 300 miliardi di dollari per il 2024, fino a 1847 miliardi di dollari per il 2030, mentre il McKinsey Global Institute stima addirittura che il potenziale economico dell’Intelligenza Artificiale potrebbe raggiungere cifre fino a 4,4 trilioni di dollari ogni anno.

E’ chiaro, pertanto, che questo modo di procedere nella “privatizzazione” in poche mani di tali mezzi, tenderà a concentrare il potere dell’Intelligenza Artificiale sempre più nelle mani dei grandi investitori, correndo il rischio che, questi ultimi, indirizzino e sviluppino la tecnologia con il solo fine di massimizzare i profitti, magari a discapito del bene comune e, soprattutto, di uno sviluppo etico.

Più volte Papa Francesco ci ha messo in guardia da questo rischio. Oltre all’intervento tenuto in Puglia il 14 giugno 2024 al G7, il Santo Padre, lo scorso 22 giugno, nel discorso ai partecipanti al Convegno Internazionale promosso dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontefice sui temi dell’Intelligenza Artificiale, parlando di ‘pericolo di un rafforzamento del paradigma tecnocratico’ aveva lanciato una provocazione affermando: ‘siamo sicuri di voler continuare a chiamare intelligenza ciò che intelligenza non è?’.

Questo paradigma tecnocratico a discapito di una visione antropocentrica, si è riscontrato proprio in questi giorni, in alcune indiscrezioni dell’agenzia Reuters riguardanti la nota azienda OpenAI, la quale, forte degli investimenti finanziari che sta accumulando, intenderebbe raggiungere un nuovo obiettivo: con il progetto ‘Strawberry’, appartenente alla galassia della GenAI, avrebbe l’ardire di migliorare significativamente le capacità di ragionamento dell’Intelligenza Artificiale, eseguendo induzioni e deduzioni pari, se non superiori a quelli dell’essere umano.

Uno sviluppo dell’Intelligenza Artificiale che non sia nutrita di valori e non sia governata dalla persona umana, può portare al rischio che si ponga l’attenzione ad uno sviluppo tecnologico finalizzato solo alla massimizzazione del profitto a scapito del bene comune. Con una visione ristretta e settoriale dell’innovazione, nella quale viene meno il rapporto con l’etica, si giunge inevitabilmente ad assumere una visione miope e frazionata, che non porta beneficio globale ma individuale.

Probabilmente a tal proposito, qualche interrogativo riguardo cosa sia prioritario, se il beneficio individuale o quello globale, era già sorto anche a Jane Leike, ricercatore di alto livello e uomo chiave dell’azienda OpenIA, il quale venerdì 17 maggio 2024 si era dimesso sostenendo che, nello sviluppo di ChatGPT, ‘la sicurezza è stata messa in secondo piano rispetto alla creazione di prodotti sempre più scintillanti da vendere’.

In questo variegato mondo dell’Intelligenza Artificiale, c’è anche chi investe nelle competenze umanistiche come punto di partenza fondamentale per comprendere e guidare la GenAI nei processi aziendali. E’ il caso della ‘Generative AI Tamers – Domatori di Intelligenza Artificiale Generativa’: un corso di Alta Formazione realizzato da Umana, Agenzia per il lavoro, aperto ai laureati in discipline umanistiche, la quale ha avuto l’idea di formare dei veri e propri ‘domatori’ dell’Intelligenza Artificiale e il successivo inserimento nel mondo lavorativo.

Non mancano quindi le buone prassi per incentivare non solo il concetto di algoretica, ma anche la saggia intuizione di formare gli sviluppatori e gli utilizzatori dell’Intelligenza Artificiale, così che si possa avere una tecnologia fruibile dall’umanità e a favore del bene comune. Potrebbe essere auspicabile un’analoga formazione nelle Facoltà di teologia, a vantaggio dei futuri preti e dei laici che dovranno gestire una nuova e mai del tutto prevedibile situazione.

Tota pulchra es, Maria

Maria è proclamata da Elisabetta beata perché ha creduto in ciò che il Signore le ha detto per mezzo dell’Angelo. La festa di oggi ci fa prendere era coscienza i quello che è l’uomo e i fine ultimo per il quale Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza. L’uomo non è stato creato per la morte ma per la vita. L’uomo costituito essenzialmente  da anima e corpo, di spirito e  materia, è un essere libero e responsabile; alla fine della sua esperienza terrena dovrà ricevere un premio o un castigo.

Dico l’uomo: non il suo corpo o la sua anima ; da qui la necessità metafisica della risurrezione della carne. Posta la nostra fede nella vita eterna, si rende necessaria, a filo di logica, la risurrezione. Gesù ci rivela questo mistero  laddove dice: ‘Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, vivrà in eterno’. La risurrezione della carne, difficile umanamente a pensarsi, trova la prima reale attuazione nella risurrezione di Gesù, che ha aperto a noi le porte del regno dei cieli; dopo Gesù si ha avuto, grazie a Dio, l’assunzione al cielo, anima e corpo, della Santissima Vergine, madre di Dio e nostra, della quale oggi celebriamo la festività.

Se Cristo Gesù è risorto anima e corpo, anche Maria perché Immacolata sin dalla sua concezione, ha seguito la sorte di Cristo Signore. Nella festività di oggi Maria ci invita a guardare il cielo perché come Cristo Gesù, vincitore della morte, è risorto; come Lei, Maria è stata assunta in cielo anima  corpo, cos’ anche noi risusciteremo anima e corpo: è verità di fede!

Il Vangelo oggi ci presenta l’episodio della visita di Maria ad Elisabetta, che era sterile ed è divenuta madre ed aspetta un bambino anche se anziana; era stato l’Angelo e rivelare questa realtà a Maria: ‘Tua cugina, Elisabetta, la donna che tutti chiamano sterile, è al sesto mesi di gravidanza. Nulla è impossibile a Dio’.

Al saluto di Maria, Elisabetta, ricolma di Spirto Santo, l’accoglie esclamando: ‘Benedetta sei tu tra tutte le donne, benedetto il frutto del tuo grembo; a che debbo che la madre del mio Signore venga a me?’ Maria inneggia subito alla grandezza di Dio e alla sua misericordia: ‘Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente’. L’umiltà è il  segreto della grandezza di Maria; la sua umiltà ha attirato lo sguardo di Dio.

L’occhio umano ricerca subito la grandezza e si lascia abbagliare da ciò che è appariscente; l’occhio di Dio guarda invece il cuore ed è incantato solo dall’umiltà. Umiltà viene da humus= terra; per arrivare in alto, bisogna restare bassi, in terra. Il segreto del successo di Maria sta nel riconoscersi piccola, bisognosa dell’aiuto di Dio. Giustamente il poeta Dante definisce Maria. ‘umile ed alta più che creatura’.

Maria diventa la primizia dell’umanità redenta da Cristo Gesù: come Gesù, vero uomo e vero Dio, è risorto; come Maria è stata assunta in cielo anima  corpo perché ‘Immacolata’, così anche noi, incorporati a Cristo con il battesimo, aspettiamo la risurrezione della carne, risorgeremo. Questa vittoria sulla morte ha come radice la fede, che è accettare e seguire Cristo risorto, ubbidire alla sua parola.

Maria assunta in cielo ci indica la meta ultima del nostro pellegrinaggio terreno; ci ricorda che il nostro essere (spirito, anima, corpo) è destinato alla pienezza della vita: come Cristo è risorto, anche noi risorgeremo. Questo è il messaggio della festa di oggi. Nel cuore del mese che gli antichi chiamavano ‘ferragosto = feriae Augusti’, noi celebriamo l’assunzione di Maria anima e corpo in cielo; la stessa realtà toccherà tutti noi  nel giorno della risurrezione della carne.

La festa di oggi è veramente la festa della Chiesa; la festa della Madre è sempre la gioia dei figli e Maria ci addita il cielo come vera nostra patria. A Lei ci rivolgiamo supplici: ‘Rivolgi a noi, madre, gli occhi tuoi misericordiosi’.

San Bonaventura: contemplare Dio nella creazione

In occasione del 750° anniversario della morte di san Bonaventura, che ricorre il prossimo 15 luglio, è stata pubblicata sul sito dell’ordine dei frati minori la Lettera dei Ministri generali del Primo Ordine e del Terz’Ordine Regolare, in onore del frate teologo e mistico, firmata dai quattro Ministri generali: Fr. Massimo Fusarelli, Fr. Roberto Genuin, Fr. Carlos Alberto Trovarelli e Fr. Amando Trujillo Cano, per ricordare  il suo amore per la Chiesa:

Papa Francesco ai biblisti: Bibbia è patrimonio di tutti

La categoria di alleanza assume un ruolo importante nella narrazione biblica per la formazione dell’identità e della memoria del gruppo credente in rapporto all’orizzonte più ampio dell’umanità e del creato.

Papa Francesco agli artisti: raccontate la bellezza dello Spirito Santo

Ieri papa Francesco ha ricevuto nella Cappella Sistina in udienza circa 200 artisti, tra pittori, scultori, architetti, scrittori, poeti, musicisti, registi e attori da 30 Paesi, partecipanti all’incontro promosso in occasione del 50° anniversario dell’inaugurazione della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani nel ricordo dell’udienza del 1964 di san Paolo VI, organizzato in collaborazione con il Governatorato vaticano, i Musei Vaticani e il dicastero per la Comunicazione, ringraziandoli della presenza:

Giornata di preghiera per il Creato: ambiente come giustizia

‘Che scorrano la giustizia e la pace’ è quest’anno il tema del Tempo ecumenico del Creato, ispirato dalle parole del profeta Amos: ‘Come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne’, da cui nelle scorse settimane papa Francesco ha presentato il messaggio per la giornata di preghiera per la cura del Creato, che collega alla natura la giustizia ed il diritto, in programma venerdì 1 settembre:

Dal Marocco un originale cammino sinodale

Era l’altra domenica a fine ottobre, subito dopo la messa, quando siamo partiti. Come inviato dall’assemblea, era un piccolo gruppo di studenti universitari subsahariani di Beni Mellal (Marocco) con le suore Chantale e Clotilde. Più di due ore di viaggio verso le alture del Medio Atlante. Un cammino sinodale originale su per i monti, in minibus.

Ci hanno accompagnato nella riflessione e nello scambio le frasi più belle dell’enciclica ‘Laudato si’. Le parole di papa Francesco preparano, così, la nostra mente a questo incontro sorprendente, una vera esperienza spirituale… Ci aspettava, infatti, ‘lo spettacolo naturale più bello del Marocco’: le cascate di Ozoud (che vuol dire mulino, in berbero, per la presenza di una dozzina di molini per l’olio). 

Cascate spettacolari di un’altezza di 110 m, che spesso si rivestono di un bell’arcobaleno. L’acqua e i suoi vapori cadono davanti ai nostri occhi in una vallata dove il verde della vegetazione contrasta con il terreno rossastro attorno, in un’oasi di uliveti, di mandorli e di fichi. Una vera meraviglia!

Nella nostra testa risuonano, però, le parole di papa Francesco: ‘La terra, la nostra casa, sembra diventare sempre più un immenso deposito di immodizia!’ Ma qui, spalancando gli occhi, la sua visione delle cose ci tocca e ci parla: ‘Tutto l’universo materiale è espressione dell’amore di Dio, del suo eccessivo affetto verso di noi. La terra, l’acqua, le montagne, tutto è carezza di Dio!’

Ancora immobili per questo stupore, qualcosa intanto ci accarezza, per davvero, la schiena e il viso… Sono le piccole scimmie che appaiono all’improvviso, a decine, e addomesticano i visitatori di questo luogo magico. Viene in mente, allora, quella bella osservazione della ‘Laudato si’: “Per la tradizione giudaico-cristiana dire ‘creazione’ è più che dire natura, perché è un progetto dell’amore di Dio, dove ogni creatura ha un valore e un significato!”.

Così, perso in mezzo a questo immenso Atlante, il nostro piccolo gruppo è invitato oggi a contemplare,… che è sempre stupirsi di qualcosa più grande di sé. Tuttavia, l’amara osservazione del papa sulla nostra società dei consumi, dal cuore incapace di meravigliarsi o di contemplare, ci intristisce non poco… ‘Più il cuore di una persona è vuoto, più oggetti ha bisogno di comprare, possedere e consumare’.

Soulaymane, una giovane guida berbera, socialmente impegnata, ci prende quasi per mano per mostrarci e contemplare questi luoghi… Così, Tanaghmelt, un antico e delizioso villaggio berbero, un mulino tradizionale, una cooperativa di tappeti berberi femminili, un centro di economia sociale, ci hanno aperto le loro porte e il loro mistero. Per dirci come cultura locale, economia, attività, uomini e natura,… tutto qui è tenuto insieme in una sinergia e un rispetto invisibili. Come la trama di un tappeto.

Infine, sulla via del ritorno, ci tornava continuamente in mente una domanda dell’enciclica del papa: “La natura è piena di parole d’amore, ma come ascoltarle in mezzo a un rumore costante, una distrazione permanente e ansiosa, o un culto dell’apparenza?” Sì, domanda vera, provocante.

XXIV domenica del Tempo Ordinario: Dio grande e misericordioso!

Un’accusa contro Gesù che risulta un elogio mirabile: Scribi e farisei mormoravano accusando Gesù ‘accoglie i peccatori e mangia con loro’. Stupenda la risposta del divino Maestro: “Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore pentito che per novantanove giusti, che non hanno bisogno di conversione”.

Mons. Nosiglia si congeda da Torino con il pensiero per il lavoro

Oggi Torino elegge il suo arcivescovo, mons. Roberto Repole, che è succeduto a mons. Cesare Nosiglia, il quale ha officiato la celebrazione eucaristica, mercoledì 4 maggio nella festa liturgica della Sacra Sindone, ricordando l’incontro con papa Francesco:

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