Il papa all’Università Cattolica: l’educazione umanizza la storia

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“Quella che state vivendo è una giornata speciale, perché celebra un anniversario importante: cento anni fa, padre Agostino Gemelli e i suoi collaboratori diedero vita a quella grande istituzione culturale che è il vostro Ateneo. Auguri! Vorrei raccogliere la mia riflessione intorno a tre parole: fuoco, speranza e servizio. Tre parole che, credo, possono rappresentare un po’ la vostra mistica”.

Questo è stato il messaggio di papa Francesco per il centenario dell’Università Cattolica,  celebrata domenica 19 dicembre, nella scommessa sulle nuove generazioni e su ‘un’Europa al servizio dei giovani’:

“E guardando ai cento anni di vita dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, si riconosce una tradizione educativa importante, resa viva grazie alla dedizione di centinaia di uomini e donne e testimoniata da migliaia di laureati.

L’educazione è una delle vie più efficaci per umanizzare il mondo e la storia, e credo che la vostra Università custodisca nel suo mandato questo insegnamento. Ciò è possibile grazie alla valorizzazione, rinnovata attraverso le generazioni, del patrimonio culturale e spirituale che costituisce la sua identità”.

L’altra parola sottolineata dal papa è la speranza: “Oggi, questa idea di educazione è sfidata da una cultura individualista, che esalta l’io in opposizione al noi, promuove l’indifferenza (la cultura dell’indifferenza è brutta!), sminuisce il valore della solidarietà e mette in moto la cultura dello scarto.

Chi educa, infatti, guarda al futuro con fiducia, e compie un’azione, quella educativa, che coinvolge diversi attori della società, in modo tale da offrire agli studenti una formazione integrale, frutto delle esperienze e delle sensibilità di molti”.

Mentre ha esortato gli studenti a non lasciarsi ‘rubare’ la speranza: “In questi tempi confusi, resi ancora più complessi dalla pandemia, vi ripeto: non lasciatevi rubare la speranza! E non lasciatevi contagiare dal virus dell’individualismo. E’ brutto questo, e fa male. L’università è il luogo adatto per sviluppare gli anticorpi contro questo virus: l’università apre la mente alla realtà e alla diversità; lì potete mettere in gioco i vostri talenti e metterli a disposizione di tutti”.

E’ questo lo spirito di servizio che si adatta agli universitari: “Lo spirito di servizio rimanga sempre il tratto distintivo di tutta la vostra comunità universitaria, che solo così è fedele al Vangelo che la ispira. Il Signore Gesù Cristo, pur essendo il Logos, la Sapienza divina, ha scelto la stoltezza del servire fino alla spogliazione totale di sé: la sapienza della Croce.

Così ha reso testimonianza alla verità dell’amore di Dio e Lui, il Re, ci ha insegnato che servire è regnare… Andate avanti, guardate l’orizzonte, con coraggio nella vostra missione educativa. Due parole che ci aiuteranno tanto: coraggio e pazienza”.

Mentre è stata interamente rivolta ai giovani la prolusione della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha elogiato questa ‘nuova generazione di leader si sta formando tra queste mura’, affidando a tre parole la missione dell’Unione europea al servizio della Next Generation per i prossimi anni e per i decenni successivi, pianeta, innovazione, democrazia:

“La vostra generazione, rispetto a quelle che l’hanno preceduta, è la più consapevole dei cambiamenti climatici e la più esplicita nel chiedere di agire. E fa bene! Gli effetti dei cambiamenti climatici sono già sotto gli occhi tutti, ma potrebbero peggiorare ulteriormente nei prossimi decenni se non interveniamo rapidamente.

Il cambiamento climatico è opera dell’uomo! Ma proprio per questo abbiamo la possibilità, l’obbligo e la responsabilità di intervenire! E voi sapete perfettamente che tipo di futuro dobbiamo costruire, se vogliamo invertire la tendenza attuale. La nostra economia sarà circolare.

L’energia che riscalderà e raffredderà le nostre case sarà prodotta da fonti rinnovabili. Le auto che guideremo saranno elettriche o alimentate a idrogeno pulito. Anzi, la maggior parte di noi non avrà nemmeno bisogno della macchina per andare al lavoro, perché tutti avranno accesso a soluzioni alternative più pulite”.

Infine un appello ai giovani: “Se voi giovani vi rialzerete, l’Europa si rialzerà. Perché l’Europa vi appartiene. Perché l’Europa siete voi. Vorrei quindi concludere augurandovi un sereno Natale e un nuovo anno accademico ricco di soddisfazioni qui all’Università Cattolica. Buon Natale, e viva l’Europa”.

Questo protagonismo delle nuove generazioni è stato rilanciato dal rettore Franco Anelli: “La nostra università è stata costantemente sollecitata a riflettere su se stessa, sulla fedeltà al progetto culturale che le ha dato origine e regione. Al tempo della fondazione la domanda era radicale: se una università che si qualificasse ‘cattolica’ avesse spazio in un contesto scientifico, culturale e ideologico che sembrava negarglielo”.

Ed infine ha sottolineato che l’Università è un’istituzione creativa, ricordando il card. Newman: “In una stagione di disorientamento, le università appaiono tra le poche realtà la cui funzione è rimasta pressoché intatta e pedagogicamente necessaria alla crescita delle generazioni. Per conservare quel ruolo occorre ritornare all’antica missione dell’universitas, che già le aveva assegnato John Henry Newman: quello di dar forma a un ‘intelletto educato’.

Però, rispetto ai tempi di Newman, il quadro di riferimento non è più coerente; la stessa idea di progresso non è più univoca: oggi occorre affrontare con creatività e rinnovata capacità di sintesi i temi dell’ambiente, della salute, della dialettica con una tecnologia che appare sovrastante e sfuggente, e della necessità di una sua ritrovata ‘umanizzazione’. I vecchi strumenti non sembrano bastare, occorre un nuovo sguardo, un ‘nuovo umanesimo’ ci dice il Santo Padre, e anche tante voci del pensiero laico”.

(Foto: Università Cattolica)

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