Papa Francesco ricorda che Gesù ci ha liberato

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“Ieri la Conferenza episcopale e la Conferenza dei religiosi e delle religiose francesi hanno ricevuto il rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa, incaricata di valutare l’ampiezza del fenomeno delle aggressioni e delle violenze sessuali compiute sui minori dal 1950 in poi. Ne risultano, purtroppo, numeri considerevoli. Desidero esprimere alle vittime la mia tristezza e il mio dolore per i traumi che hanno subito e la mia vergogna, la nostra vergogna, la mia vergogna, per la troppo lunga incapacità della Chiesa di metterle al centro delle sue preoccupazioni, assicurando loro la mia preghiera”.

Con queste parole papa Francesco ha concluso l’udienza generale odierna, incoraggiando i cattolici francesi alla responsabilità: “Incoraggio i vescovi e voi, cari fratelli che siete venuti qui a condividere questo momento, incoraggio i vescovi e i superiori religiosi a continuare a compiere tutti gli sforzi affinché drammi simili non si ripetano.

Esprimo ai sacerdoti di Francia vicinanza e paterno sostegno davanti a questa prova, che è dura ma è salutare, e invito i cattolici francesi ad assumere le loro responsabilità per garantire che la Chiesa sia una casa sicura per tutti”.

E continuando il ciclo di catechesi, nell’Aula Paolo VI, sulla Lettera ai Galati dell’apostolo Paolo, papa Francesco ha incentrato la sua meditazione sul tema ‘Cristo ci ha liberati’: “La libertà è un tesoro che si apprezza realmente solo quando la si perde. Per molti di noi, abituati a vivere nella libertà, spesso appare più come un diritto acquisito che come un dono e un’eredità da custodire. Quanti fraintendimenti intorno al tema della libertà, e quante visioni differenti si sono scontrate nel corso dei secoli!”

Il papa ha sottolineato che san Paolo ha sempre esortato i cristiani ad essere liberi da ogni schiavitù: “Nel caso dei Galati, l’Apostolo non poteva sopportare che quei cristiani, dopo avere conosciuto e accolto la verità di Cristo, si lasciassero attirare da proposte ingannevoli, passando dalla libertà alle schiavitù: dalla presenza liberante di Gesù alla schiavitù del peccato, del legalismo e così via”.

Le parole dell’apostolo sono un invito, anche oggi, a ritenere preziosa la libertà, senza nascondersi dietro ad un falso legalismo: “ Paolo invita quindi i cristiani a rimanere saldi nella libertà che hanno ricevuto col battesimo, senza lasciarsi mettere di nuovo sotto il ‘giogo della schiavitù’. Egli è giustamente geloso della libertà…

Una predicazione che dovesse precludere la libertà in Cristo non sarebbe mai evangelica: sarebbe forse pelagiana o giansenista o cosa del genere, ma non evangelica. Non si può mai forzare nel nome di Gesù, non si può rendere nessuno schiavo in nome di Gesù che ci rende liberi. La libertà è un dono che ci è dato nel battesimo”.

La libertà proposta è quello di restare in Cristo: “Ma l’insegnamento di San Paolo sulla libertà è soprattutto positivo… Il richiamo, dunque, è anzitutto quello di rimanere in Gesù, fonte della verità che ci fa liberi. La libertà cristiana, quindi, si fonda su due pilastri fondamentali: primo, la grazia del Signore Gesù; secondo, la verità che Cristo ci svela e che è Lui stesso”.

Perciò il papa ha sottolineato che la libertà è un dono di Dio: “La libertà che i Galati hanno ricevuto, e noi come loro con il battesimo, è frutto della morte e risurrezione di Gesù… Infatti, la libertà più vera, quella dalla schiavitù del peccato, è scaturita dalla Croce di Cristo. Siamo liberi dalla schiavitù del peccato per la croce di Cristo.

Proprio lì dove Gesù si è lasciato inchiodare, si è fatto schiavo, Dio ha posto la sorgente della liberazione dell’uomo. Questo non cessa di stupirci: che il luogo dove siamo spogliati di ogni libertà, cioè la morte, possa diventare fonte della libertà. Ma questo è il mistero dell’amore di Dio: non lo si capisce facilmente, lo si vive”.

Ma la libertà non può essere disgiunta dalla verità: “Anche in questo caso è necessario ricordare che la verità della fede non è una teoria astratta, ma la realtà di Cristo vivo, che tocca direttamente il senso quotidiano e complessivo della vita personale. Quanta gente che non ha studiato, neppure sa leggere e scrivere ma ha capito bene il messaggio di Cristo, ha questa saggezza che li fa liberi. E’ la saggezza di Cristo che è entrata tramite lo Spirito Santo con il battesimo”.

Infine ha spiegato il perchè la libertà ci deve inquietare:  “Perché l’inquietudine è il segnale che sta lavorando lo Spirito Santo dentro di noi e la libertà è una libertà attiva, suscitata dalla grazia dello Spirito Santo. Per questo dico che la libertà ci deve inquietare, ci deve porre continuamente delle domande, affinché possiamo andare sempre più al fondo di ciò che realmente siamo.

Scopriamo in questo modo che quello della verità e della libertà è un cammino faticoso che dura tutta la vita. E’ faticoso rimanere libero, è faticoso; ma non è impossibile… La libertà ci fa liberi, ci fa gioiosi, ci fa felici”.

(Foto: Santa Sede)

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