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P. Giovanni Cavalcoli: ‘Fiducia supplicans’ è documento sostanzialmente pastorale

“Le benedizioni possono essere considerate tra i sacramentali più diffusi e in continua evoluzione. Esse, infatti, conducono a cogliere la presenza di Dio in tutte le vicende della vita e ricordano che, anche nell’utilizzo delle cose create, l’essere umano è invitato a cercare Dio, ad amarlo e a servirlo fedelmente. Per questo motivo, le benedizioni hanno per destinatari persone, oggetti di culto e di devozione, immagini sacre, luoghi di vita, di lavoro e di sofferenza, frutti della terra e della fatica umana, e tutte le realtà create che rimandano al Creatore, le quali, con la loro bellezza, lo lodano e lo benedicono”.

Nella presentazione all’inizio del documento, il prefetto del suddetto Dicastero, card. Víctor Fernández, ha ribadito che tale documento ‘deve favorire, insieme alla comprensione della dottrina perenne della Chiesa, la ricezione dell’insegnamento del Santo Padre’, attraverso una precisazione, in cui si dichiara: “resta ferma sulla dottrina tradizionale della Chiesa circa il matrimonio, non ammettendo nessun tipo di rito liturgico o benedizioni simili a un rito liturgico che possano creare confusione”.

Per tale motivo p. Giovanni Cavalcoli, docente emerito di teologia dogmatica nella facoltà teologica dell’Emilia-Romagna e di metafisica nello Studio Filosofico Domenicano di Bologna, ha messo in evidenza la natura del documento:

“La Dichiarazione ‘Fiducia supplicans’ del Dicastero per la Dottrina della fede è un documento sostanzialmente pastorale, che però mette in gioco, ribadisce e chiarisce verità di fede concernenti la volontà di Dio nei confronti della sessualità umana e quindi la concezione cristiana dell’uomo con particolare riferimento alla dignità della sessualità così come risulta dal piano divino protologico-genesiaco, redentivo-salvifico ed escatologico-glorifico”.

Allora, per quale motivo la dichiarazione ‘Fiducia supplicans’ ha provocato tante reazioni?

“Per il fatto che può dare l’impressione di benedire il peccato; ma ad un attento esame si dimostra che tale impressione è infondata, per cui la dichiarazione ha bisogno di essere chiarita nei seguenti modi. Innanzitutto occorre tener presente che il linguaggio del documento è un linguaggio sfumato ed allusivo, in quanto intende essere una forma di riguardo alle persone. Non va interpretato come un linguaggio ambiguo e furbesco, che dia spazio ad una forma di lassismo tale da cedere al genderismo, ma va interpretato come una forma di delicatezza, appunto considerando la problematica psicologica del peccato.

Quindi una reazione comprensibile e anche legittima può essere quella di certi Pastori in certi Paesi, come per esempio in Africa, i quali si trovano in un ambiente dove l’omosessualità è perseguitata anche a norma di legge. Nella popolazione c’è un diffuso istintivo rifiuto nei confronti di queste coppie, dettato da una visione tradizionale e approssimativa, troppo severa verso questo comportamento. Inoltre, è frequente la convinzione, presso fedeli impreparati, che queste coppie irregolari si trovino in uno stato permanente di peccato mortale. Da qui lo scandalo di una benedizione che ai loro occhi sembra un avallo della cattiva volontà della coppia.

E’ cioè ignorata la possibilità, della quale parla già papa Francesco nell’esortazione apostolica ‘Amoris Laetitia’, di attenuanti di colpa e dello stato di grazia della coppia o di uno dei due. Inoltre si ignora la possibilità della conversione della coppia, in un cammino che avviene gradatamente e che può durare tutta la vita. Infine, c’è da considerare il timore che la dichiarazione possa in qualche modo favorire i genderisti, per il fatto che il linguaggio dei due documenti, dettato da quei riguardi di cui sopra, può sembrare non del tutto chiaro e prestarsi alla strumentalizzazione”.

Un chiarimento è necessario: in generale a chi possono essere date le benedizioni?

“A singole persone od a gruppi od a coppie, intenzionati a progredire nella virtù e a combattere il vizio, affinchè possano ricevere protezione e aiuto da parte di Dio. Queste persone possono avere intenzioni o bisogni diversi, come per esempio una persona che deve affrontare una prova difficile, oppure in occasione di qualche anniversario, oppure può trattarsi di benedizioni di rito impartite dal sacerdote per esempio alla fine della Messa o in occasione delle nozze, oppure può essere la benedizione del cappellano militare per le truppe, oppure può trattarsi della rituale benedizione pasquale delle case o di una salma, e così via”.

Gli oggetti possono essere benedetti? 

“Qualunque oggetto può essere benedetto, purché non abbia intrinsecamente un significato o scopo peccaminoso, come per esempio un amuleto, un idolo o un preservativo”.

Una benedizione implica il proposito di non commettere più il peccato?

“Bisogna anzitutto distinguere le benedizioni liturgiche o rituali da quelle pastorali o popolari o spontanee. In generale è chiaro che il soggetto o i soggetti devono avere almeno implicitamente la volontà di non peccare più. Inoltre occorre ricordare che ogni benedizione comunica una grazia attuale, ossia una grazia che stimola o incentiva la buona volontà.

Tuttavia dobbiamo distinguere: un conto è la condizione interiore richiesta per ricevere la benedizione liturgica o rituale e un conto è quella sufficiente per la benedizione pastorale o popolare. Infatti si suppone che nel primo caso il soggetto abbia una forte volontà di non peccare e di camminare verso il Signore.

La grazia che viene conferita in questo caso non è una grazia santificante, come quella che viene conferita dai Sacramenti, grazia che agisce per la stessa opera operata dal sacerdote (ex opere operato), ma è la grazia dei cosiddetti ‘sacramentali’, la quale è una grazia attuale, che agisce in forza del fervore di chi riceve la benedizione (ex opere operantis).

Invece, per quanto riguarda il secondo caso, si può supporre che la volontà di non peccare sia ancora timida, incerta e debole o anche dubbiosa. In questo caso la benedizione pastorale, o popolare, o spontanea dona sempre una grazia attuale, che serve indubbiamente a chiarire le incertezze, a rafforzare l’odio per il peccato, ad amare la vita di grazia e ad assumere un atteggiamento più deciso sulla via del bene”.

Allora, per quale ragione benedire le coppie ‘irregolari’?

“Perchè esse, in quanto persone battezzate e dotate da Dio di qualità loro proprie, sviluppino i lati positivi della loro unione impegnandosi ad un tempo in un cammino di purificazione dai loro peccati”.

Ma quale valore dottrinale ha tale dichiarazione?

“Cito solo tre punti, che mi sembrano importanti sottolineare: essa ribadisce ed arricchisce la dottrina della benedizione; ribadisce la condanna dell’adulterio e della sodomia; fa meglio comprendere l’estensione dell’azione misericordiosa di Dio in ordine alla salvezza delle anime”.

Infine ha spiegato il ‘compito’ di chi impartisce una benedizione: “Come raccomanda il documento del Dicastero, deve verificare e vagliare con massima attenzione la situazione spirituale, le idee, le intenzioni, gli intendimenti, i desideri od i propositi di una coppia irregolare che eventualmente chiedesse di essere benedetta, per non prestarsi ad avallare con una benedizione inopportuna ed inefficace, la loro eventuale convinzione che possa essere benedetta una condotta peccaminosa, che essi non hanno intenzione di abbandonare o correggere. 

Se il ministro sospetta che ci sua questo equivoco, farà bene, come ordina la Dichiarazione, a chiarire che egli benedice l’aspetto di onestà della loro unione e che la benedizione, per essere efficace, suppone in loro la volontà di correggersi dal loro peccato”.

Papa Francesco agli atleti vaticani: lo sport favorisca la pace

Nell’anno delle Olimpiadi papa Francesco ha incontrato gli atleti di Athletica Vaticana, accompagnati dalle famiglie, sottolineando l’importanza dello sport come espressione culturale: “Esprimo la mia gioia per la presenza di Athletica Vaticana sulle strade, nelle piste e nei campi da gioco, e per la vostra testimonianza cristiana nel grande mondo dello sport, che oggi rappresenta la più diffusa espressione culturale, a patto che si mantenga sempre quella amatorialità che custodisce lo sport. Il mio saluto riconoscente va anche alle Autorità sportive internazionali e italiane che, con la loro presenza, testimoniano la vivacità del dialogo e della collaborazione con la Santa Sede”.

La Chiesa ribadisce che non tutte le unioni sono matrimoni

“Come nella già citata risposta del Santo Padre ai Dubia di due Cardinali, la presente Dichiarazione resta ferma sulla dottrina tradizionale della Chiesa circa il matrimonio, non ammettendo nessun tipo di rito liturgico o benedizioni simili a un rito liturgico che possano creare confusione.

Domenica 17 dicembre benedizione dei Bambinelli in piazza san Pietro

Torna, come da tradizione nella terza domenica di Avvento, la Benedizione dei Bambinelli che rappresenta ormai un appuntamento imperdibile nel cammino verso il S. Natale per oratori, gruppi giovanili, parrocchie e famiglie di Roma. Tema di questa nuova edizione dell’incontro, avviato già alla fine degli anni ’60 da san Paolo VI, sarà ‘Gesù il dono per tutti’ per sottolineare l’importanza di Colui che è al centro della festa natalizia, vero dono per la Chiesa e l’umanità intera.

Papa Francesco: il sinodo è convocazione dello Spirito Santo

Oggi, con una solenne celebrazione eucaristica presieduta in piazza San Pietro papa Francesco ha dato inizio alla XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi dedicata alla sinodalità, concelebrata con i nuovi cardinali creati nel concistoro di sabato scorso, sottolineando la desolazione che ha trovato Gesù di fronte alla rivelazione del suo essere Figlio di Dio:

Nador: frontiera della speranza

‘Los niños son la esperanza de este mundo’ (i bambini sono la speranza di questo mondo). Grande, attraente, coloratissimo, questo enorme disegno si spalanca a voi all’entrata della chiesa di Nador. Siamo sulla riva mediterranea del Marocco, nella regione berbera del Rif. Seguono dei nomi: Kadiatou, Sara, Zaineb… tutti subsahariani.

Per il papa i corridoi umanitari evitano le tragedie nel Mediterraneo

‘Una via praticabile per evitare le tragedie e i pericoli legati al traffico di essere umani’: questi sono per papa Francesco i corridoi umanitari, avviati nel 2016 come risposta alla situazione sempre più drammatica nella rotta Mediterranea, ricevendo in udienza i rifugiati giunti in Europa attraverso i corridoi umanitari, insieme alle famiglie e ai rappresentanti delle Comunità che li accolgono e ne curano l’integrazione, che sono la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche e della Tavola Valdese, la Chiesa italiana attraverso la Caritas.

Dal Sud Sudan il vescovo Christian Carlassare racconta l’attesa per papa Francesco

Papa Francesco, l’arcivescovo anglicano di Canterbury Justin Welby, leader della Comunione anglicana mondiale, ed il pastore Iain Greenshields, moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia, sono attesi a Juba, la capitale del Sud Sudan, dal 3 al 5 febbraio in un viaggio apostolico rinviato nello scorso luglio per i dolori al ginocchio del papa con il logo ‘Prego perché tutti siano una sola cosa’, come ha auspicato mons. Hubertus van Megen, rappresentante del papa in Sud Sudan e nunzio apostolico del paese dell’Africa centro-orientale:

La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani invita a cercare la giustizia

Dal giorno dopo la Giornata del dialogo ebraico cristiano si svolge fino al 25 gennaio si svolge la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (SPUC), prendendo spunto dal versetto del profeta Isaia (‘Imparate a fare il bene; cercate la giustizia’) con i testi preparati dal Consiglio delle chiese del Minnesota, con sede negli Stati Uniti.

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