Papa Francesco: il sinodo è convocazione dello Spirito Santo

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Oggi, con una solenne celebrazione eucaristica presieduta in piazza San Pietro papa Francesco ha dato inizio alla XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi dedicata alla sinodalità, concelebrata con i nuovi cardinali creati nel concistoro di sabato scorso, sottolineando la desolazione che ha trovato Gesù di fronte alla rivelazione del suo essere Figlio di Dio:

“Il Vangelo che abbiamo ascoltato è preceduto dal racconto di un momento difficile della missione di Gesù, che potremmo definire di ‘desolazione pastorale’: Giovanni Battista dubita che sia davvero lui il Messia; tante città che ha attraversato, nonostante i prodigi compiuti, non si sono convertite; la gente lo accusa di essere un mangione e un beone, mentre poco prima si era lamentata del Battista perché era troppo austero”.

Davanti a tali difficoltà Gesù benedice la sapienza del Padre verso gli ‘ultimi’: “Tuttavia vediamo che Gesù non si lascia risucchiare dalla tristezza, ma alza gli occhi al cielo e benedice il Padre perché ha rivelato ai semplici i misteri del Regno di Dio…

Nel momento della desolazione, dunque, Gesù ha uno sguardo capace di vedere oltre: loda la sapienza del Padre e riesce a scorgere il bene nascosto che cresce, il seme della Parola accolto dai semplici, la luce del Regno di Dio che si fa strada anche nella notte”.

Il Sinodo non è opera dell’uomo, ma di Dio: “Non siamo qui per portare avanti una riunione parlamentare o un piano di riforme. Il Sinodo, cari fratelli e sorelle, non è un parlamento. Il protagonista è lo Spirito Santo. No. Non siamo qui per fare parlamento, ma per camminare insieme con lo sguardo di Gesù, che benedice il Padre e accoglie quanti sono affaticati e oppressi. Partiamo dunque dallo sguardo di Gesù, che è uno sguardo benedicente e accogliente”.

Innanzitutto ha evidenziato lo sguardo ‘benedicente’ di Gesù, come aveva sottolineato san Giovanni XXIII aprendo il Concilio Vaticano II: “Questo sguardo benedicente del Signore invita anche noi a essere una Chiesa che, con animo lieto, contempla l’azione di Dio e discerne il presente. E che, fra le onde talvolta agitate del nostro tempo, non si perde d’animo, non cerca scappatoie ideologiche, non si barrica dietro convinzioni acquisite, non cede a soluzioni di comodo, non si lascia dettare l’agenda dal mondo”.

Lo sguardo di Gesù consente di guardare il mondo in un modo nuovo: “Lo sguardo benedicente di Gesù ci invita a essere una Chiesa che non affronta le sfide e i problemi di oggi con uno spirito divisivo e conflittuale ma che, al contrario, volge gli occhi a Dio che è comunione e, con stupore e umiltà, lo benedice e lo adora, riconoscendolo suo unico Signore.

Apparteniamo a Lui e (ricordiamolo) esistiamo solo per portare Lui al mondo. Come ci ha detto l’Apostolo Paolo, non abbiamo altro ‘vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo’. Questo basta, Lui ci basta. Non vogliamo glorie terrene, non vogliamo farci belli agli occhi del mondo, ma raggiungerlo con la consolazione del Vangelo, per testimoniare meglio, e a tutti, l’amore infinito di Dio”.

Riprendendo una meditazione di papa Benedetto XVI per il papa è fondamentale l’annuncio di salvezza al mondo: “E questo è il compito primario del Sinodo: ricentrare il nostro sguardo su Dio, per essere una Chiesa che guarda con misericordia l’umanità.

Una Chiesa unita e fraterna (o almeno che cerca di essere unita e fraterna), che ascolta e dialoga; una Chiesa che benedice e incoraggia, che aiuta chi cerca il Signore, che scuote beneficamente gli indifferenti, che avvia percorsi per iniziare le persone alla bellezza della fede.

Una Chiesa che ha Dio al centro e che, perciò, non si divide all’interno e non è mai aspra all’esterno. Una Chiesa che rischia con Gesù. Così Gesù vuole la Chiesa, così vuole la sua Sposa”.

Quindi uno sguardo benedicente è accogliente, necessario per accogliere Dio: “Mentre coloro che si credono sapienti non riescono a riconoscere l’opera di Dio, Lui esulta nel Padre perché si rivela ai piccoli, ai semplici, ai poveri in spirito”.

Lo sguardo accogliente di Gesù mostra una Chiesa ospitale: “Questo sguardo accogliente di Gesù invita anche noi ad essere una Chiesa ospitale, non con le porte chiuse. In un tempo complesso come il nostro, emergono sfide culturali e pastorali nuove, che richiedono un atteggiamento interiore cordiale e gentile, per poterci confrontare senza paura…

Una Chiesa ‘dal giogo dolce’, che non impone pesi e che a tutti ripete: ‘Venite, affaticati e oppressi, venite, voi che avete smarrito la via o vi sentite lontani, venite, voi che avete chiuso le porte alla speranza: la Chiesa è qui per voi!’  La Chiesa delle porte aperte a tutti, tutti, tutti!”

Ed infine un invito a camminare sulle orme di san Francesco: “Il Sinodo serve a ricordarci questo: la nostra Madre Chiesa ha sempre bisogno di purificazione, di essere ‘riparata’, perché noi tutti siamo un Popolo di peccatori perdonati (ambedue le cose: peccatori perdonati), sempre bisognosi di ritornare alla fonte che è Gesù e di rimetterci sulle strade dello Spirito per raggiungere tutti col suo Vangelo.

Francesco di Assisi, in un tempo di grandi lotte e divisioni, tra il potere temporale e quello religioso, tra la Chiesa istituzionale e le correnti eretiche, tra i cristiani e altri credenti, non criticò e non si scagliò contro nessuno, imbracciando solo le armi del Vangelo, cioè l’umiltà e l’unità, la preghiera e la carità. Facciamo anche noi così! Umiltà e unità, preghiera e carità”.

Per questo al termine dell’omelia il papa ha ricordato ancora una volta che il sinodo è una convocazione dello Spirito Santo: “E se il Popolo santo di Dio con i suoi pastori, da ogni parte del mondo, nutre attese, speranze e pure qualche paura sul Sinodo che iniziamo, ricordiamo ancora che esso non è un raduno politico, ma una convocazione nello Spirito; non un parlamento polarizzato, ma un luogo di grazia e di comunione”.

Perciò lo Spirito Santo è creatore di ‘novità’: “Lo Spirito Santo, poi, spesso frantuma le nostre aspettative per creare qualcosa di nuovo, che supera le nostre previsioni e le nostre negatività.

Forse posso dire che i momenti più fruttuosi nel Sinodo sono quelli di preghiera, anche l’ambiente di preghiera, con il quale il Signore agisce in noi. Apriamoci a Lui e invochiamo Lui: Lui è il protagonista, lo Spirito Santo. Lasciamo che Lui sia il protagonista del Sinodo! E con Lui camminiamo, nella fiducia e con gioia”.

(Foto: Santa Sede)

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