Il papa agli sposi: ascoltare Dio come Giuseppe

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Salutando i fedeli intervenuti all’udienza generale papa Francesco ha chiesto una preghiera per il viaggio apostolica in Grecia ed a Cipro, che inizierà domani: “Domani mi recherò a Cipro e poi in Grecia per compiere una visita alle care popolazioni di quei Paesi ricchi di storia, di spiritualità e di civiltà. Sarà un viaggio alle sorgenti della fede apostolica e della fraternità tra cristiani di varie confessioni. Avrò anche l’opportunità di avvicinare un’umanità ferita nella carne di tanti migranti in cerca di speranza: mi recherò a Lesvos. Vi chiedo, per favore, di accompagnarmi con la preghiera”.

Poi ha ricordato che oggi si celebra la Giornata Mondiale contro l’AIDS: “E’ un’importante occasione per ricordare le tante persone affette da questo virus, per molte delle quali, in alcune zone del mondo, non è disponibile l’accesso alle cure essenziali. Auspico un rinnovato impegno solidale per garantire trattamenti sanitari equi ed efficaci”.

Purtroppo in questi anni di lockdown il volume di test condotti sull’Hiv è crollato di oltre il 40%, in parallelo a un calo del 75% di tracciamento dei nuovi casi di tubercolosi. Ssecondo Unaids il 2020 ha fatto registrare 1.500.000 di nuovi sieropositivi (almeno 310.000 bambini, per Unicef), mentre nello stesso periodo le vittime di Aids nel mondo sono state 680.000. E l’accesso alle terapie è diminuito del 37%.

Nell’udienza generale il papa ha riflettuto sulla significa di ‘giusto’ per san Giuseppe: “Oggi vorrei approfondire il suo essere ‘giusto’ e ‘promesso sposo di Maria’, e dare così un messaggio a tutti i fidanzati, anche ai novelli sposi. Molte vicende legate a Giuseppe popolano i racconti dei vangeli apocrifi, cioè non canonici, che hanno influenzato anche l’arte e diversi luoghi di culto.

Questi scritti che non sono nella Bibbia (sono racconti che la pietà cristiana faceva in quel tempo) rispondono al desiderio di colmare i vuoti narrativi dei Vangeli canonici, quelli che sono nella Bibbia, i quali ci danno tutto ciò che è essenziale per la fede e la vita cristiana”.

Il papa ha invitato i fedeli a leggere il vangelo di san Matteo per riflettere sul comportamento di san Giuseppe: “Per comprendere il comportamento di Giuseppe nei confronti di Maria, è utile ricordare le usanze matrimoniali dell’antico Israele. Il matrimonio comprendeva due fasi ben definite.

La prima era come un fidanzamento ufficiale, che comportava già una situazione nuova: in particolare la donna, pur continuando a vivere nella casa paterna ancora per un anno, era considerata di fatto ‘moglie’ del promesso sposo.

Ancora non vivevano insieme, ma era come se fosse la moglie. Il secondo atto era il trasferimento della sposa dalla casa paterna alla casa dello sposo. Ciò avveniva con una festosa processione, che completava il matrimonio”.

Giuseppe è stato combattuto tra l’amore alla sua sposa ed il rispetto della legge: “Ma dentro di lui l’amore per Maria e la fiducia che ha in lei gli suggeriscono un modo che salvi l’osservanza della legge e l’onore della sposa: decide di darle l’atto di ripudio in segreto, senza clamore, senza sottoporla all’umiliazione pubblica.

Sceglie la via della riservatezza, senza processo e rivalsa. Ma quanta santità in Giuseppe! Noi, che appena abbiamo una notizia un po’ folcloristica o un po’ brutta su qualcuno, andiamo al chiacchiericcio subito! Giuseppe invece sta zitto”.

Quindi Giuseppe si pone all’ascolto di Dio: “Interviene nel discernimento di Giuseppe la voce di Dio che, attraverso un sogno, gli svela un significato più grande della sua stessa giustizia.

E quanto è importante per ciascuno di noi coltivare una vita giusta e allo stesso tempo sentirci sempre bisognosi dell’aiuto di Dio! Per poter allargare i nostri orizzonti e considerare le circostanze della vita da un punto di vista diverso, più ampio”.

Il papa ha ribadito che il matrimonio non è sempre romantico, rivolgendosi ai giovani sposi: “Cari fratelli e care sorelle, molto spesso la nostra vita non è come ce la immaginiamo. Soprattutto nei rapporti di amore, di affetto, facciamo fatica a passare dalla logica dell’innamoramento a quella dell’amore maturo.

E si deve passare dall’innamoramento all’amore maturo. Voi novelli sposi, pensate bene a questo. La prima fase è sempre segnata da un certo incanto, che ci fa vivere immersi in un immaginario che spesso non corrisponde alla realtà dei fatti.

Ma proprio quando l’innamoramento con le sue aspettative sembra finire, lì può cominciare l’amore vero. Amare infatti non è pretendere che l’altro o la vita corrisponda alla nostra immaginazione; significa piuttosto scegliere in piena libertà di prendersi la responsabilità della vita così come ci si offre”.

Ed ha offerto loro come icona il padre ‘putativo’ di Gesù: “Ecco perché Giuseppe ci dà una lezione importante, sceglie Maria ‘a occhi aperti’. E possiamo dire con tutti i rischi…

I fidanzati cristiani sono chiamati a testimoniare un amore così, che abbia il coraggio di passare dalle logiche dell’innamoramento a quelle dell’amore maturo.

E questa è una scelta esigente, che invece di imprigionare la vita, può fortificare l’amore perché sia durevole di fronte alle prove del tempo. L’amore di una coppia va avanti nella vita e matura ogni giorno…

Non permettere che il giorno dopo incominci in guerra. Per questo fare la pace prima di andare a letto. Ricordatevi sempre: mai finire la giornata senza fare la pace. E questo vi aiuterà nella vita matrimoniale. Questo percorso dall’innamoramento all’amore maturo è una scelta esigente, ma dobbiamo andare su quella strada”.

(Foto: Santa Sede)  

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