2023 da record per il turismo religioso in Italia: conventi e Monasteri ospitali tornano a riempirsi

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L’anno appena conclusosi registra dati confortanti per migliaia di comunità religiose e no-profit che in Italia fanno dell’ospitalità una forma di accoglienza destinata a generare risorse per le più diversificate forme benefiche: caritatevoli o assistenziali, sociali o missionarie. A seconda della loro specificità, in queste strutture che contano complessivamente circa 200.000 posti letto, si può soggiornare per spiritualità, turismo, lavoro, studio e sanità.

Secondo l’Associazione Ospitalità Religiosa Italia, che le rappresenta, il 2023 ha segnato un +46% di richieste di soggiorno sul 2022 e un +16% sul 2019 pre-pandemico. Un risultato significativo soprattutto perché permette di rimettere in moto, a cascata, la catena della solidarietà. L’Associazione ha parimenti registrato anche un aumento di visite al portale di riferimento ospitalitareligiosa.it con un +20% di pagine visitate sul 2022 e +12% sul 2019.

Secondo il presidente dell’Associazione, Fabio Rocchi, “questo rinnovato interesse dimostra la sensibilità sempre più ampia dell’opinione pubblica verso un’ospitalità che sia anche occasione concreta di contribuire alle necessità di chi vive in stato di bisogno, senza per questo rinunciare alle comodità di un’accoglienza familiare e destinata a diventare una vera esperienza di vita”.

A livello generale il 2023 dovrebbe chiudersi registrando 445.300.000 di presenze nelle strutture ricettive, in aumento del +8,1% rispetto allo scorso anno e, per la prima volta, superiore anche al periodo antecedente la pandemia: nel 2019, infatti, le presenze turistiche erano state 436.700.000, circa 8.600.000 in meno, secondo la stima del Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti.

Il forte incremento dei turisti stranieri, che trainano ancora la domanda, ha contribuito in modo determinante a compiere il sorpasso sul 2019: le presenze estere segnano il +13,7% sul 2022 e in valori assoluti si attestano a oltre 228.500.000 (220.600.000 nel 2019). Più debole il rafforzamento del mercato italiano, che segna un aumento del +2,8% sullo scorso anno, per un totale di 216.800.000 di pernottamenti (216.000.000 nel 2019).

Il movimento degli ospiti nelle strutture alberghiere è stimato in crescita del +9,3% con le presenze turistiche che si attestano a 276,2 milioni, mentre l’extralberghiero si fermerebbe al +6,1% con 169.100.000 di pernottamenti.

Il Sud e le Isole sono l’area che chiude l’anno con i valori di più bassa crescita: +4,4%. Si registrano, inoltre, aumenti al di sotto della media nazionale anche per il Nord Est (+7%) a differenza del Nord Ovest (+11,7%) e del Centro (+10,4%) dove le stime riportano invece una crescita di oltre 2 punti percentuali rispetto alla media.

Tutte le aree-prodotti registrano nell’insieme aumenti della domanda turistica. Ma tra quelle più apprezzate nel 2023, conquistano il primo posto della classifica le strutture ricettive delle città/centri d’arte (+11,4%) e della montagna (+11,1%). Stime altrettanto positive emergono per le strutture attive nelle aree rurali/collina (+10,3%) e del termale (+10,2%). Buoni, inoltre, i risultati anche per le località dei laghi (+9,6%) ed “altro interesse” (+9%). Mentre a frenare, nel corso dell’anno, è il settore balneare: la stima riporta infatti la crescita più bassa dei flussi turistici (+3%), a causa della flessione della domanda italiana.

Sulle previsioni delle imprese ricettive per il primo trimestre 2024, emerge qualche elemento di incertezza: per il 59,6% degli intervistati, infatti, la prima parte dell’anno dovrebbe caratterizzarsi con un trend di stabilità (nel primo trimestre 2023 la crescita media della domanda raggiunse il +30%). Per il 19,7%, invece, le aspettative sono di un incremento dei flussi e il 20,7% circa prevede, infine, un decremento dei flussi turistici.

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