Papa Francesco al Forum Globale sui Rifugiati: salvare le persone è una priorità

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Fino a venerdì scorso si è svolto a Ginevra il ‘Forum Globale sui Rifugiati – Global Refugee Forum’ (GRF), che si tiene ogni quattro anni, ed è la più grande conferenza internazionale sulle questioni relative ai rifugiati, co-convocato da Colombia, Francia, Giappone, Giordania e Uganda, con l’obiettivo di concentrare gli sforzi di una serie di attori sulla ricerca di soluzioni alla condizione dei rifugiati e di sostenere gli obiettivi del Patto globale sui rifugiati, come affermato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre 2018.

I partecipanti (tra cui Stati, settore privato, istituzioni finanziarie internazionali, agenzie ONU, organizzazioni umanitarie e di sviluppo, città e autorità locali, ONG, organizzazioni guidate dai rifugiati, gruppi religiosi) hanno fatto il punto sui progressi compiuti dal primo Forum Globale sui Rifugiati nel 2019, assumendo impegni e fornendo contributi per migliorare le vite di 36.000.000 di rifugiati in tutto il mondo.

Durante il Forum Globale sui Rifugiati, 32 organizzazioni dell’ONU e 49 team nazionali dell’ONU hanno sottoscritto il ‘UN Common Pledge 2.0’ delle Nazioni Unite, impegnandosi a sostenere i Paesi più ospitanti nell’inclusione dei rifugiati nei rispettivi piani nazionali, nei bilanci e nei sistemi di erogazione dei servizi, come l’istruzione, la salute, l’acqua e i servizi igienici, gli alloggi e la protezione sociale, nonché l’accesso a un lavoro dignitoso.

Infatti il numero di persone sfollate e apolidi nel mondo continua a crescere ogni anno e ha ormai superato i 114.000.000, di cui 36.400.000 di rifugiati. Le nuove crisi, quelle che si riaccendono e si protraggono nel tempo, dall’Ucraina al Sudan, dall’Afghanistan al Venezuela, significano che le sfide dello sfollamento toccano ormai ogni angolo del mondo.

Inoltre dall’inizio dell’anno sono oltre 153.000 le persone che hanno raggiunto l’Italia via mare, un aumento del 57% rispetto allo stesso periodo del 2022 (97.300 arrivi), e più di 1.700 uomini, donne e bambini hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale.

Per questo nel messaggio inviato ai partecipanti papa Francesco ha sottolineato le cause delle migrazioni, evidenziando che salvare vite umane è la priorità: “Tali fattori sono diventati sempre più complessi tuttavia le nostre risposte non hanno affrontato in maniera adeguata queste sfide emergenti e pressanti. Di conseguenza, continuiamo a piangere le innumerevoli vite perse sulla terraferma e in mare mentre cercavano protezione o fuggivano da un futuro senza speranza.

Proteggere e salvare vite umane deve rimanere la nostra massima priorità. Oggi siamo sopraffatti da un’abbondanza di notizie e statistiche, e spesso dimentichiamo che dietro a quei numeri ci sono volti umani, ognuno con la propria storia e sofferenza. Ogni numero rappresenta un nostro fratello e sorella che ha bisogno di aiuto”.

Essere rifugiato non è una concessione, ma un riconoscimento della dignità umana, con diritti e doveri: “Come membri della stessa famiglia umana, ogni individuo merita un luogo che possa chiamare casa. Ciò significa disporre di cibo, accesso all’assistenza sanitaria e all’educazione e a un lavoro dignitoso. Ma significa anche avere un posto dove si viene compresi e inclusi, amati e accuditi, dove poter partecipare e contribuire. I rifugiati sono persone con diritti e doveri, non semplici oggetti di assistenza.

Forse non possono sempre scegliere quando migrare, ma quando le circostanze lo impongono, non devono vedersi negato un nuovo inizio, dove le loro doti e capacità possono diventare una risorsa per le comunità ospitati. Solo includendo i rifugiati come una parte della soluzione essi possono prosperare come esseri umani e gettare i loro semi nel luogo in cui vivono”.

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