Caritas: con la povertà l’Italia ha ‘Tutto da perdere’

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In occasione della Giornata Mondiale dei Poveri è stata presentata a Roma la 27^ edizione del rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia dal titolo ‘Tutto da perdere’ della Caritas italiana con i dati che confermano come (con oltre 5.600.000 di poveri assoluti, pari al 9,7% della popolazione) la povertà sia un fenomeno strutturale e non più residuale come in passato.

Il rapporto evidenzia che nel 2022 i poveri assoluti sono saliti da 5.316.000 a 5.673.000 (+357.000 unità) con un’incidenza, che è passata dal 9,1% al 9,7%, mentre sono 2.187.000 famiglie in povertà assoluta, a fronte dei 2.022.000 famiglie del 2021 (+165.000 nuclei), concentrati soprattutto nel Mezzogiorno.

La povertà assoluta si mantiene infatti al di sotto della media per le famiglie di soli italiani (6,4%), mentre si attesta su livelli molto elevati tra i nuclei con soli componenti stranieri (33,2%). Tra gli stranieri con figli minori il dato balza al 36,1% (a fronte del 7,8% delle famiglie di soli italiani). Gli stranieri, pur rappresentando solo l’8,7% della popolazione residente, costituiscono il 30% dei poveri assoluti.

L’istruzione continua ad essere tra i fattori che più tutelano rispetto al rischio di indigenza, mentre il lavoro non è più causa sufficiente di benessere: il 47% dei nuclei in povertà assoluta risulta avere il capofamiglia occupato.

Per quanto riguarda la ‘povertà dei bambini’, secondo i dati ISTAT, nel 2022 sono 1.270.000 i minori che vivono in povertà assoluta (13,4% in Italia, 15,9% nel Sud). Il 7,5% dei minori vive in condizioni di grave deprivazione abitativa, con tassi di sovraffollamento che sfiorano il 50% nel caso delle famiglie mono-genitoriali.

Però, nonostante il fatto che la dispersione scolastica in Italia è ancora superiore alla media europea (rispettivamente 11,5% e 9,6% nel 2022), si registra un calo rispetto agli anni passati (era il 16,8% nel 2013). Nel 2022 i giovani ‘Neet’ rappresentano quasi il 20% di tutti i 15-29enni (1.700.000), oltre 7 punti percentuali in più della media europea (11,7%). Il dato del 2022 evidenzia tuttavia un forte calo nel numero di giovani coinvolti dal fenomeno (si torna ai livelli del 18,8% registrato nel 2007).

Secondo l’Osservatorio della Caritas nello scorso anno nei soli centri di ascolto e servizi informatizzati (complessivamente 2.855) le persone incontrate e supportate sono state 255.957. Nell’insieme i centri di ascolto e i servizi Caritas hanno supportato durante l’anno l’11,7% delle famiglie in povertà assoluta, l’1% delle famiglie residenti.

Complessivamente il peso degli stranieri tra i beneficiari si attesta al 59,6%, con punte che arrivano al 68,5% e al 66,4% nel Nord-Ovest e nel Nord-Est. L’età media è 53 anni per gli italiani e 40 anni per gli stranieri. Rispetto al genere c’è una leggera prevalenza delle donne (52,1%) sugli uomini  (47,9%).

Infatti nello scorso anno nei Centri di ascolto e servizi delle Caritas diocesane le persone incontrate e accompagnate sono aumentate del 12% rispetto al 2021. Complessivamente il peso degli stranieri tra i beneficiari si attesta al 59,6%. Gli aiuti erogati (solo nei Centri d’ascolto collegati alla rete informatizzata) sono stati complessivamente 3.400.000, per una media di13,5 prestazioni per assistito/nucleo. La media del 2021 era di 6,5.

Le persone che si rivolgono alla rete Caritas manifestano per lo più difficoltà di ordine materiale: problemi economici (questo accomuna il 78,5% dell’utenza), occupazionali (45,7%) e abitativi (23,1%). Seguono poi altre forme di fragilità, spesso associate alle prime, in particolare: i disagi legati all’immigrazione per i soli stranieri (24,2%), i problemi familiari (13%), di salute (11,6%), legati all’istruzione (7,8%), alle dipendenze (3,1%), alla detenzione e giustizia (3,1%) o all’handicap/disabilità (2,9%).

Altro focus è dedicato al fenomeno dei ‘working poor’, ossia a quelle situazioni di povertà in cui non manca il lavoro, ma il reddito non è sufficiente a una vita dignitosa.

Su questo è stata realizzata un’indagine nazionale, di taglio sperimentale e qualitativo, la prima di tipo partecipativo mai realizzata da Caritas Italiana, che ha coinvolto in tutte le fasi di studio (dalla progettazione del disegno della ricerca fino all’analisi dei risultati), un gruppo di persone che vivono sulla propria pelle la condizione di fragilità economica e lavorativa. In questo modo le persone sono rese protagoniste e non solo destinatarie di aiuto.

Infine i Rapporto ha dedicato una riflessione anche alla riforma del Reddito di Cittadinanza e al passaggio verso le nuove misure di Supporto alla formazione e al lavoro (SFL) e Assegno di inclusione (Adi): nei primi sette mesi di quest’anno il totale di nuclei familiari che hanno fatto affidamento sul Reddito di Cittadinanza è stato di 1.331.000, per un totale di più di 2.800.000 di persone coinvolte. Nello scorso anno tra i beneficiari di Caritas, il 19% era percettore di Reddito di Cittadinanza (17.000 famiglie) con punte del 44% al Sud e del 50% nelle Isole.

In conclusione don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, ha affermato che l’aumento di persone in povertà è una sconfitta: “La presenza di oltre 2.100.000 famiglie povere è una sconfitta non solo per chi ne è direttamente coinvolto, ma anche per l’intera società, perché così essa si trova a dover fare i conti con la perdita di capitale umano, sociale, relazionale che produce gravi e visibili impatti anche sul piano dei diritti”.

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