Save The Children: ragazzi al computer ma poco preparati

Condividi su...

Quasi il 18% dei bambini tra gli undici e i quindici mesi sono esposti agli schermi per un’ora o più al giorno e il 3% per tre ore e oltre. Il 43% dei bambini tra 6 e 10 anni nel sud e nelle isole usa tutti i giorni uno smartphone e il 30% dei bambini su scala nazionale.

L’Italia però è quart’ultima in Europa per la quota di 16-19enni con scarse o nessuna competenza digitale, ben il 42%: i giovanissimi che hanno elevate competenze digitali sono appena il 27%, a fronte del 50% dei coetanei francesi e del 47% degli spagnoli.

Tra gli adolescenti cresce anche il tempo trascorso online: a inizio 2023 quasi la metà (il 47%) dei 3.400 11-19enni intervistati ha dichiarato di passare oltre 5 ore al giorno online (era il 30% nel 2020) e il 37% controlla lo smartphone più di dieci volte al giorno.

In occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia, che si celebra oggi, Save the Children Italia ha presentato la XIV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio, che quest’anno approfondisce il tema del digitale. La XIV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia è una fotografia dell’Italia in un tempo in cui la vita dei bambini è ‘datificata’, registrata e condivisa sul web, ed esplora le opportunità e i rischi che bambini, bambine e adolescenti stanno affrontando dentro la nuova rivoluzione dell’onlife e di una vita tra reale e virtuale.

E se da un lato emergono le conseguenze di una sovraesposizione al digitale, dall’altro ci sono anche quelle dell’essere esclusi dalla dimensione online, se non si ha accesso alla rete o si è privi di competenze, come affermato da Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia:

“Nella transizione digitale, il periodo di pandemia da Covid-19 ha avuto un ruolo simbolico: da un lato la tecnologia ha acquisito maggiore importanza in ogni sfera della vita degli adulti, ma soprattutto dei bambini con un aumento del tempo passato di fronte agli schermi di pc e tablet, dall’altra molti studenti non hanno le competenze necessarie per affrontare il mondo digitale.

Con ‘Tempi digitali’, chiediamo alle grandi piattaforme, alle istituzioni e alla politica di mettere al primo posto la sicurezza dei bambini e degli adolescenti, la garanzia per tutti di accesso alla rete, a partire dagli ambienti scolastici, e un investimento per promuovere le competenze digitali dei giovani””.

Dai dati di ‘Tempi Digitali’, emerge che in Italia le ragazze e i ragazzi di 11, 13 e 15 anni che mostrano un uso problematico dei social media sono il 13,5%. Sono soprattutto le ragazze a soffrirne e l’età più critica è quella dei 13 anni. Per quanto riguarda, invece, i videogiochi, il 24% dei giovani di 11, 13 e 15 anni ne fanno un uso problematico: qui sono però i ragazzi ad essere più esposti e l’età, in questo caso, si abbassa a 11 anni:

“La prevenzione è un primo importante passo e dovrebbe concentrarsi sui più giovani e necessita di un approccio congiunto di scuola e famiglia. In Italia ci sono 87 centri territoriali che offrono assistenza ai minorenni attraverso équipe multidisciplinari formate da psicologi, assistenti sociali, educatori… La rete internet non è stata pensata per l’infanzia.

Le sue regole, i suoi algoritmi, i suoi business non sono disegnati per accogliere i tanti bambini e adolescenti che oggi la popolano. E’ sotto gli occhi di tutti l’urgenza di ridisegnare gli ambienti digitali per farli diventare spazi sicuri… Tutta la comunità educante deve attivarsi per far sì che l’ambiente digitale possa davvero diventare per i ragazzi e le ragazze un prezioso spazio di protagonismo”.

Infine, tra gli 11 e i 13 anni sono in aumento gli atti di cyberbullismo: le ragazze sono più frequentemente vittime di atti di cyberbullismo, ma esiste anche una quota di ‘bulle’ che colpiscono le compagne per isolarle e deriderle soprattutto negli anni della preadolescenza.

Spesso la scuola si trova impreparata a intercettare i fenomeni di bullismo e cyberbullismo ed è scarsa anche la conoscenza sugli strumenti di prevenzione di cui le scuole già dispongono: nelle scuole secondarie di secondo grado che hanno partecipato al monitoraggio sulla piattaforma istituzionale ELISA, i docenti stimano che la percentuale di studenti e studentesse coinvolti nei fenomeni di bullismo e cyberbullismo sia poco meno del 6%, un dato lontano dalla percentuale di coinvolgimento nei fenomeni dichiarata dai ragazzi.

Inoltre, solo il 18% degli studenti e delle studentesse ha dichiarato di sapere chi sia il docente referente per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo nella propria scuola e il 51% ha dichiarato di non aver mai sentito parlare di questa figura.

Free Webcam Girls
151.11.48.50