Tag Archives: Bullismo

Cecilia Galatolo: un libro sui CambiaMenti dell’adolescenza

“Cercate un libro da proporre ai giovanissimi su amicizia, rispetto di sé, accettazione del proprio corpo e integrazione all’interno di un gruppo? Forse ne abbiamo uno che fa al caso vostro, che siate genitori, insegnanti, educatori. E’ settembre. Lucia si ritrova improvvisamente in una nuova scuola, dove dovrà frequentare la seconda media. Il mondo sembra crollare sulle sue spalle. Perché deve lasciare le sue amiche, le sue abitudini, la sua classe di sempre? La madre ha deciso per lei questo cambiamento e, perciò, è molto arrabbiata. Perché non può scegliere da sola della sua vita?”:

inizia così il romanzo, pensato per un pubblico di preadolescenti, ‘CambiaMenti. Bullismo out’ di Cecilia Galatolo, autrice del libro ‘Sei nato originale, non vivere da fotocopia. Carlo Acutis mi ha insegnato a puntare in alto’ e di moli altri libri su giovani santi.

La fragilità, le battaglie, la voglia di crescere dei ragazzi da un lato e dall’altro l’impegno, la passione, la premura, lo sguardo degli adulti sono al centro di questo libro, che in forma di diario tratta uno dei problemi che affliggono il mondo giovanile oggi: l’eccessiva aggressività di alcuni ragazzi che può sfociare anche nel bullismo. Attraverso le esperienze di una ragazzina, il romanzo descrive il percorso proposto ai ragazzi per contrastare ogni forma di violenza e accrescere la coscienza del valore di sé e dei buoni rapporti di amicizia.

Si crea così una ‘rete’ di relazioni che tende a limitare i caratteri violenti e le espressioni aggressive: “Il messaggio principale è che ognuno di noi è unico e prezioso e che nessuno è condannato in eterno alla solitudine: esistono per tutti altri cuori che battono all’unisono con il proprio, basta solo desiderarli e cercarli. Gli amici sono un dono: per trovarli, però, bisogna aprirsi”.

Da Cecilia Galatolo ci facciamo spiegare il motivo di un libro sul bullismo: “Il bullismo è solo uno dei temi che troverete in ‘Bullismo Out’. La protagonista, Lucia, cambia scuola in seconda media e diviene oggetto di scherno continuo da parte di Micheal, un ragazzino difficile. Ha una situazione famigliare delicata e sfoga il suo nervosismo su questa nuova compagna, percepita come fragile e indifesa. Sono tanti, però, i temi che attraversano il romanzo: il rapporto tra genitori e figli, le amicizie che resistono anche alla distanza; e poi ancora: i primi amori che fanno battere il cuore, la paura di crescere, il legame con i fratelli…

‘Bullismo Out’ vuol essere molto più che un libro di denuncia contro il bullismo: è anche questo, ma non solo. Si presenta, piuttosto, come un romanzo di formazione. Ammetto che ho preso molto spunto dalla mia vita. Anche io, proprio in seconda media, ho vissuto un grande cambiamento e anche io sono stata vittima di bullismo. Attraverso il finale del libro, però, voglio lanciare un messaggio di speranza.

In particolare, mi preme comunicare che nessuno è perduto, anche se ci sembra la persona più cattiva del mondo. Ancora mi commuovo se penso che, quando sono iniziati a comparire i primi social, il bullo che mi aveva letteralmente rovinato la vita ai tempi delle medie mi ha cercata solo per chiedermi scusa”.

Il titolo completo è ‘CambiaMenti. Bullismo Out’: in quale modo avvengono i CambiaMenti negli adolescenti?

“L’adolescenza è per antonomasia il tempo del cambiamento. Se penso agli anni che vanno tra i tredici e i diciannove li ricordo come infiniti, per tutte novità che si sono verificate: dai cambiamenti fisici e nella psiche, al vivere nuove esperienze, nuove conquiste (come prendere la patente!). E, soprattutto, l’adolescenza è un tempo forte perché iniziamo a decidere noi chi vogliamo essere. Si vive tutto intensamente e avvertiamo una sana nostalgia di futuro.

‘Che farò della mia vita?’ Ogni adolescente si pone questa domanda. E’ un tempo bello, ricco di emozioni, ma anche critico: può spaventare lasciare l’infanzia alle spalle. E quanti punti interrogativi si affacciano nella nostra mente in quella fase della vita! Per questo è necessario avere adulti validi a fianco. Scrivo libri per offrire strumenti che possano aiutare a riflettere, a decidere, a orientare la vita dei giovanissimi”.

Per quale motivo si assiste ad un’eccessiva aggressività nei giovani?

“I giovani spesso sono aggressivi come reazione. Penso ai ragazzini inquieti che conosco. Spesso hanno delle ferite nella loro anima, un vuoto non colmato, dei bisogni inascoltati. A volte, invece, si è aggressivi per emulazione o per dimostrazione di forza. Magari ci si lascia trascinare dal gruppo. Anche in questo caso, però, dietro ci sono delle fragilità. Se c’è bisogno di farsi valere con la violenza è perché non si è imparata la tenerezza.

Proprio ieri pensavo che l’aggressività nasce, spesso, come risposta alla malattia più grave che si possa vivere nella vita: quella di sentirsi poco amati, poco accettati, messi sotto giudizio, invece che guardati con carità e interesse autentico. I giovani devono sapere di essere amati: parte tutto da lì!

Inoltre, occorre valorizzare ciò che essi hanno da offrire al mondo. Non c’è niente di peggio che credere che il mondo possa fare a meno di noi.

Ed allora, per indirizzare le tante energie dei giovani verso il bene occorre far capire loro che sono essenziali per la comunità, che hanno tanto da dare, impegnarli concretamente in qualcosa di utile, di sano. Come diceva san Giovanni Bosco, occorre impegnare i giovani nel bene, prima che sia il diavolo a sottrarli dalla noia”.

Come si possono creare ‘buone relazioni’?

“Il primo passo per relazionarsi bene con gli altri è avere autostima. Tante volte si creano relazioni malate e disfunzionali perché ciascuno cerca attraverso l’altro di non pensare al vuoto che lo attanaglia… Per volere bene bisogna prima volersi bene. Inoltre, è importante tenere fuori dalle relazioni l’utilitarismo. ‘Sto con te perché mi servi’, ‘Sto con te perché non trovo di meglio’. Non c’è solitudine più grande di quella che si crea in relazioni segnate da questo egoismo”.

Ad un certo punto la protagonista, nella disperazione, prega: la preghiera potrebbe essere una ‘soluzione’?

“La preghiera è sempre una soluzione. Non significa delegare a Dio quello che spetta a noi. La preghiera non è magia, che risolve le cose al posto nostro. Pregare, per me, significa chiedere di essere trasformata dall’interno per vivere la vita con più amore, con più saggezza. Respirare fa bene al corpo quanto la preghiera fa bene all’anima. Abbiamo bisogno che Dio sia in mezzo alle vicende che viviamo, per dare senso e sapore a tutto”.

(Tratto da Aci Stampa)

#BullismoOut: un nuovo romanzo sull’amicizia per i giovanissimi

Cercate un libro da proporre ai giovanissimi su amicizia, rispetto di sé, accettazione del proprio corpo e integrazione all’interno di un gruppo? Forse ne abbiamo uno che fa al caso vostro, che siate genitori, insegnanti, educatori. E’ settembre. Lucia si ritrova improvvisamente in una nuova scuola, dove dovrà frequentare la seconda media. Il mondo sembra crollare sulle sue spalle. Perché deve lasciare le sue amiche, le sue abitudini, la sua classe di sempre? La madre ha deciso per lei questo cambiamento e, perciò, è molto arrabbiata. Perché non può scegliere da sola della sua vita?

Inizia così il romanzo, pensato per un pubblico di preadolescenti (dai 9 ai 13 anni), dal titolo ‘CambiaMenti. Bullismo out’ (Cecilia Galatolo, Mimep Docete), dove viene raccontata una storia che farà sorridere e commuovere al tempo stesso i nostri giovanissimi lettori. La protagonista, che non sa apprezzarsi, soprattutto perché non le piace il suo aspetto fisico, finirà per chiudersi in sé stessa, per mostrarsi fragile e insicura, e diverrà vittima di Micheal, il bullo della classe. Lui non perderà occasione per denigrarla e farla sentire ancora più sbagliata.

Anche Micheal porta dentro una grande sofferenza (si scoprirà solo poi), è incattivito, non cattivo, ma le sue parole sono come lame taglienti e Lucia sente di non farcela più. A chi chiedere aiuto? Se solo smettesse di vergognarsi, di credere che sia colpa sua e imparasse a confidarsi con un adulto…

Una notte, stanca di vivere così, di sentirsi sola, senza amicizie, presa di mira e spaesata, si ritrova a pregare davanti al presepe, realizzato in casa dal padre. Si rivolge a Gesù bambino, come ad un amico.

Piano piano, passate le vacanze di Natale, le cose prenderanno una piega diversa. Nicola e Viola saranno due personaggi chiave, terapeutici per lei. Con loro la vita diventa di nuovo meravigliosa e ricca di sorprese. Il libro tratta uno dei problemi che affliggono il mondo giovanile oggi: l’eccessiva aggressività di alcuni ragazzi che può sfociare anche nel bullismo. Attraverso le esperienze di una ragazzina, quasi in forma di diario, descrive il percorso proposto ai ragazzi per contrastare ogni forma di violenza e accrescere la coscienza del valore di sé e dei buoni rapporti di amicizia.

Si crea così una ‘rete’ di relazioni che tende a limitare i caratteri violenti e le espressioni aggressive.
si cerca di offrire, con realismo, una descrizione puntuale della situazione giovanile attraversata da tensioni nei rapporti tra i ragazzi ma anche da solide amicizie che offrono una via di uscita. Le buone relazioni prevarranno su tutti gli sbandamenti. Il punto di forza del libro è che parla nel linguaggio dei giovani ai giovani stessi.

Il messaggio principale è che ognuno di noi è unico e prezioso e che nessuno è condannato in eterno alla solitudine: esistono per tutti altri cuori che battono all’unisono con il proprio, basta solo desiderarli e cercarli. Gli amici sono un dono: per trovarli, però, bisogna aprirsi. Il libro vuol insegnare questo: che puoi trovare un amico se impari tu stesso, per primo, a farti amico.

Simone Riccioni racconta una storia di bullismo con ‘Neve’

Una bambina di 10 anni vittima di bullismo. Un attore in piena crisi artistica. Nasce dal loro incontro ‘Neve’ (prodotto da Linfa Crowd 2.0. NVP), ultimo film (dal 7 marzo nelle sale cinematografiche) del regista ed attore marchigiano Simone Riccioni, nato in Uganda ma cresciuto a Corridonia, in provincia di Macerata nelle Marche. La protagonista, Neve, è Azzurra Lo Pipero, 12 anni, di Lido di Fermo, al suo primo film, ‘che spero non sarà l’ultimo’, ha affermato con un sorriso.

Il film, interpretato dallo stesso Simone Riccioni, con Azzurra Lo Pipero, Margherita Tiesi, Simone Montedoro, Alessandro Sanguigni, è girato tra Treia, Sefro, Sarnano, Macerata, Civitanova Marche e Moresco, come racconta Simone Riccioni: “E’ il sesto film che ambiento nelle Marche, ma a questo tengo particolarmente perché viene da una mia storia personale. Quando tornai dall’Africa in Italia, fui vittima di bullismo. E’ una storia che pensavo di aver dimenticato e che invece è riaffiorata durante la pandemia. Da lì la necessità di portarla al cinema”.

Quindi Neve deve affrontare i compagni di scuola che la prendono in giro e la isolano per motivazioni stupide, si chiude in se stessa finché la madre Marta (Margherita Tiesi) decide di iscriverla ad un workshop teatrale tenuto dall’attore Leonardo Morino (Simone Riccioni). Leonardo ha 35 anni, ha sempre solo pensato a se stesso e si trova in un momento discendente della sua carriera: durante il workshop, affrontando Neve e nel rapportarsi con lei, dà il via ad una storia emozionante che trasformerà entrambi. A fare da mediatore, don Carlo (Simone Montedoro), un sacerdote umano che gestisce una casa famiglia e che saprà accompagnare Simone nella sua crescita.

Al termine delle anteprime al multiplex ‘Giometti’ di Tolentino, a conclusione di una giornata ‘sold out’, che ha visto la presenza di 980 spettatori, mentre nelle sale cinematografiche il film sta riscuotendo successo da parte delle giovani generazioni, abbiamo chiesto al regista Simone Riccioni di raccontarci il significato del film: “Neve è un film del rapporto bellissimo che ha questa bambina con sua mamma Marta. Invece Leo è un ragazzo abbastanza egoista, che fa l’attore, ma è caduto un po’ in disgrazia e quindi si arrabatta a fare il presentatore. ‘Neve’ è un film che affronta la tematica del bullismo e del rapporto tra genitori e figli”.

Perché è stato affrontato proprio il tema del bullismo?

“Questo tema nasce da una mia storia personale, perché sono stato bullizzato dall’età di 8 anni fino a 12 anni. Questa ferita è riemersa nel periodo del Covid. Da qui ho deciso di intraprendere questa strada e di portare al cinema un film che potesse toccare il cuore delle persone attraverso una storia, che con semplicità toccasse questo tema”.

Quindi il film è una tua storia personale?

“Io sono nato e cresciuto, come i miei due fratelli, in Uganda da due genitori missionari, mio padre faceva parte dell’Avsi. Quando tornammo in Italia, a Macerata, a scuola mi chiamavano ‘brutto negro’ e ‘mangiabanane’. Essere considerato diverso in Italia mi fece rimanere molto male”.

Come se ne viene fuori dal bullismo?

“Si viene fuori dal bullismo, per la mia esperienza, perché si è circondato da persone che ti vogliono bene, dove ci sono amici ed una famiglia che ti sostiene. Quindi occorre spostare la propria attenzione sulla bellezza della vita”.

In sintesi quale è il ‘messaggio’ del film?

“Nella realtà ci sarà sempre chi ti tratta male; noi dobbiamo essere bravi a cambiare prospettiva! Siamo responsabili non solo per quello che facciamo, ma per quello che non facciamo, il bullismo finirà quando non ci gireremo dall’altra parte. Con il film vogliamo dare occasione ai genitori ed ai ragazzi di mettersi in discussione, ed invitare gli insegnanti ad una maggiore attenzione nelle scuole per non soprassedere sulle cose apparentemente insignificanti”.

Ad Azzurra Lo Pipero (‘Neve’), la più piccola del cast, invece abbiamo chiesto di raccontarci le sue sensazioni di protagonista nel film di Simone Riccioni: “Bellissimo! E’ stata un’esperienza unica e spettacolare. Dietro le ‘quinte’ ho fatto amicizia con tutti gli attori: è stata un po’ un’altra famiglia. Poi ho scoperto tutto il lavoro, che c’è dietro ad un film, dal trucco e parrucco alle luci, alla scenografia, alla segreteria di produzione”.

Come hai coniugato il tuo impegno scolastico con quello cinematografico?

“Abbiamo ‘girato’ il film nel periodo estivo; quindi non ho avuto la scuola. Per quanto riguarda la promozione del film ho ottenuto un permesso scolastico dalla preside, che rientra nelle norme della legge scolastica?

Infine a Margherita Tiesi, madre ‘filmica’ di Neve, abbiamo chiesto di raccontarci questo rapporto tra madre e figlia: “E’ un rapporto che sembra quasi alla pari, in quanto c’è anche poca differenza di età tra i due personaggi (ed anche tra noi attrici interpreti dei ruoli femminili), perché Marta è una ragazza madre che scopre di essere incinta da una relazione, che non era molto stabile. Nonostante ciò decide di partorire e di crescerla da sola. Così è e si vede che si crea un rapporto anche di gioco, vista la poca differenza di età tra le due protagoniste.

Però Neve è costretta dalle difficoltà in cui vivono a crescere velocemente, diventando molto indipendente. Nonostante questo, gli episodi di bullismo che riceve la abbattono moralmente e lei si chiude in un silenzio, smettendo di parlare anche con la madre. Ma la madre cerca di entrare nel suo silenzio e di far emergere i suoi problemi, ascoltandola non solo attraverso le sue parole non dette, ma anche attraverso i suoi atteggiamenti ed i suoi comportamenti, invitando i genitori di ascoltare attentamente i propri figli”.     

La Fondazione ‘Patrizio Paoletti’ analizza le emozioni dei giovani

A fine ottobre alla Biblioteca della Camera dei Deputati la Fondazione ‘Patrizio Paoletti’ ha presentato il report ‘Mai più soli. Focus adolescenza: sfide e risorse positive nel post-pandemia’, facente parte del progetto ‘Prefigurare il futuro’, come approccio neuro-psicopedagogico di intervento a favore degli adolescenti nelle scuole italiane, e gli studi di ricerca condotti in collaborazione con l’Università di Padova che fotografano le problematiche che stanno mettendo a rischio il benessere degli adolescenti.

Save The Children: ragazzi al computer ma poco preparati

Quasi il 18% dei bambini tra gli undici e i quindici mesi sono esposti agli schermi per un’ora o più al giorno e il 3% per tre ore e oltre. Il 43% dei bambini tra 6 e 10 anni nel sud e nelle isole usa tutti i giorni uno smartphone e il 30% dei bambini su scala nazionale.

Moige: il lockdown ha aumentato del 10% gli episodi di bullismo e del 8% quelli di cyberbullismo tra i minori

Il 22% dei minori supera le 5 ore al giorno connesso, il 63% si collega ad internet senza alcuna supervisione (nel 2021 era il 59%). Questo è quanto è emerso oggi nel corso dell’evento di presentazione dei dati dell’indagine ‘Tra digitale e cyber risk: rischi e opportunità del web’, realizzata dal MOIGE in collaborazione con l’Istituto Piepoli, che ha analizzato il rapporto dei minori con il web e i vari device, intervistando 1.316 minori dai 6 ai 18 anni. L’evento è stato l’occasione anche per lanciare la VII edizione della campagna ‘Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro cyberbullismo e cyber risk’, che coinvolge ogni anno migliaia di studenti,docenti e genitori.

Bellismo VS Bullismo

Mi sono imbattuta nella parola Bellismo, che neanche il mio computer conosce. Una parola bellissima creata da Eleonora Galia, mamma della Testimone di Fede Giulia Zedda per educare i bambini alle cose belle. Lo Zecchino d’Oro ci ha spesso parlato del bullismo e delle cose belle, ci ha anche detto che c’è una parola magica. Eleonora, grazie a Giulia ce ne insegna di più.

Terre des hommes denuncia l’aumento del cyberbullismo

Terre des Hommes, che negli anni ha realizzato campagne di sensibilizzazione per la sicurezza dei minori online, anche a livello internazionale, lo scorso maggio ha presentato una proposta di riforma legislativa per rendere il web un ambiente più protetto.

Il Moige combatte il bullismo ed il cyberbullismo

La campagna ‘10, 100, 1000 km On the Road!’ intende permettere, ai progetti Moige di contrasto al bullismo e al cyberbullismo, di arrivare in tante più città possibili, aiutando (talvolta salvando) molti bambini e ragazzi. Contribuendo all’obiettivo di € 10.000, si aiuterà a coprire almeno 70 pieni del Centro Mobile. 

151.11.48.50