Tag Archives: Digitale

Missionari Oblati: annunciare il Vangelo con la mentalità digitale

Ad inizio mese si è svolto un convegno sui missionari digitali degli Oblati di Maria Immacolata della Provincia Mediterranea, una famiglia religiosa, fondata da Sant’Eugenio de Mazenod nel 1816, in quanto la predicazione delle missioni popolari è il primo ministero degli Oblati:

“L’evangelizzazione dei giovani è una delle nostre priorità e ci impegniamo a rispondere a bisogni e urgenze della Chiesa e dei poveri in vari altri campi. I poveri più poveri: carcerati, immigrati, tossicodipendenti, fin dall’inizio sono i nostri preferiti. Il ministero parrocchiale non ci è estraneo e ci permette di infondere lo spirito missionario alle comunità che serviamo. Promuoviamo progetti in tanti Paesi in via di sviluppo per l’educazione, la salute, la formazione dei giovani. Alcuni santuari mariani ci vedono impegnati ad accogliere i pellegrini per offrir loro l’esperienza della misericordia ‘materna’ di Dio. Siamo attenti alle culture e alle religioni dei popoli che incontriamo, con spirito di apertura e di dialogo”.

Una riflessione interessante è stata svolta dal superiore generale, p. Chicho Rois, che ha cercato di identificare i missionari digitali per definire il ministero degli Oblati, ricordando il carisma del fondatore, sant’ Eugenio de Mazenod: “State portando il Vangelo nel continente digitale e questo è il nostro carisma, annunciare il Vangelo ai più abbandonati, portare il Vangelo nei luoghi dove non è ancora stato annunciato o dove la Chiesa ci manda.

Vi vedo come il fondatore con i suoi primi compagni: volevano portare il Vangelo alla gente di Provenza parlando la loro lingua. E’ stato lo stesso quando i missionari sono stati inviati in terre nuove e sconosciute in America, Africa e Asia. Andavano in territori sconosciuti pronti ad annunciare il Vangelo ai più poveri parlando la loro lingua, stando vicino alla gente e servendola nella carità. E’ l’amore trasformato in zelo apostolico che li ha spinti, per amore di Gesù, a dare la vita in questi nuovi mondi”.

Quindi il digitale è un ‘mondo’ importante che attende l’annuncio del Vangelo, che ha bisogno di un linguaggio nuovo: “Come i primi missionari, dovete lasciarvi emozionare dall’amore che provate per Gesù e per gli uomini e le donne che incontrerete attraverso le reti per annunciare la Buona Novella. E bisogna farlo con questo nuovo linguaggio fatto di immagini, videoclip, fotografie, scritti, interviste”.

Questo è stato l’appello del superiore generale, in quanto il fondatore della congregazione insisteva sulla necessità di comunicare bene il Vangelo: “A tal proposito, il Fondatore ha insistito molto affinché i suoi missionari si preparassero ad annunciare bene il Vangelo. Li invitava a studiare molto, ad aggiornarsi e ad essere semplici e chiari nell’esprimersi per raggiungere il cuore di coloro che ascoltavano.

E voglio dirvi che anche voi dovete prepararvi bene per poter raggiungere i cuori delle persone che a volte hanno bisogno di messaggi chiari e diretti che diano loro motivi per nutrire la speranza. Vi prego di diffondere la buona notizia della nostra famiglia carismatica e di esplorare i sentieri missionari da percorrere per annunciare il Vangelo nel nuovo linguaggio e nella nuova mentalità digitale”.

Quindi annunciare il Vangelo attraverso i nuovi media significa essere ‘nodi di comunione’: “Quando i missionari Oblati si diffusero ai quattro angoli del mondo, il fondatore insistette affinché gli scrivessero delle lettere per mantenere unita la famiglia Oblata. Eugenio chiese ai suoi missionari di scrivere tutto ciò che accadeva nella missione per farlo conoscere a tutti… Potete fare molto perché cresciamo nella comunione, nella carità. Potete fare molto perché viviamo la carità tra di noi.

Potete fare molto per tenerci uniti nello stesso carisma. Potete anche fare molto per incoraggiare le iniziative che stiamo prendendo oggi, per esempio, per realizzare il Capitolo generale e altre. Potete fare molto per aiutarci a diventare sempre più una famiglia carismatica sinodale che cammina in una Chiesa sinodale con i poveri”.

Nella conclusione il superiore generale ha invocato lo Spirito Santo per l’annuncio del Vangelo a tutti: “Dopo avervi ascoltato in questo primo incontro, sento che lo Spirito Santo ci sta invitando ad essere coraggiosi, a fare di tutto per essere migliori missionari in questo mondo digitale. E’ lo Spirito Santo che ci spinge e ci illumina, quindi non abbiamo paura. Come sant’Eugenio e i suoi primi compagni, lasciamo che Dio ci guidi e ci mostri come annunciare il Vangelo di Gesù attraverso l’amore e la vicinanza, attraverso la testimonianza della vita”.

Infine ha invocato la Madonna per lasciarsi trasformare dallo Spirito Santo: “Possiamo chiedere a Maria di aiutarci e ispirarci: lei si è lasciata trasformare dallo Spirito e si è fidata di Dio dando la sua vita per ricevere e donare Gesù. Lei ci accompagna in questa avventura, è in pellegrinaggio con noi. Ha saputo essere la Madre della comunione nella Chiesa nei suoi primi momenti missionari”.

(Tratto da Aci Stampa)

Domani è la Giornata dei bambini vittime della violenza

Come ricorda don Fortunato Di Noto, presidente dell’associazione ‘Meter’: “La Giornata Bambini Vittime, ideata dall’Associazione Meter vent’otto anni fa, è un appuntamento che offre, a quanti stanno dalla parte dei minori, l’occasione per richiamare ad un impegno imprescindibile e non delegabile. Insieme».

L’appuntamento finale della XXVIII Giornata Bambini Vittime della violenza, dello sfruttamento, della indifferenza contro la pedofilia e la pedopornografia è a Roma  il 5  maggio, in Piazza San Pietro al Regina Coeli. La GBV, come ogni anno, inizia il 25 aprile e termina la prima domenica di maggio che quest’anno cade  il 5 maggio coincidendo con quella nazionale, istituita solo nel 2009.

Una numerosa delegazione, sarà a Piazza San Pietro (ritrovo ore 10 all’obelisco) per la recita del Regina Coeli con papa Francesco.

La Giornata dei Bambini Vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza, contro la pedofilia (GBV), è nata nel 1996, su richiesta delle famiglie e dei gruppi di bambini della Parrocchia Madonna del Carmine di Avola (SR) e dell’Associazione Meter, a seguito del tentato omicidio nei confronti di una bambina di 11 anni, dei racconti di alcuni episodi di abuso e del suicidio di un ragazzo di 14 anni. In quella circostanza fu denominata Giornata dei Fiori Recisi (1995), ma già dall’anno successivo assunse la denominazione attuale.

Lo strutturarsi della pedofilia a livello criminale e le conseguenti pseudo-celebrazioni di ‘orgoglio pedofilo’, imposero un ulteriore slancio alla GBV che, grazie all’impegno dei volontari di Meter, ha assunto negli anni un carattere nazionale e internazionale.

Nel 2002, su sollecitazione istituzionale ed ecclesiale, la GBV è diventata un appuntamento e un forte richiamo in Italia e all’estero per la Chiesa, per la società civile e per le realtà politiche e culturali. La Regione Sicilia, con legge regionale n. 5 del 19 maggio 2005, art. 38, la istituisce come appuntamento annuale da celebrarsi in tutta la regione la prima domenica di maggio.

I referenti Meter, presenti in diverse città italiane, nonché le persone di riferimento all’estero e quanti aderiscono alla Giornata, sono impegnati a promuovere annualmente la GBV, celebrata dal 25 aprile alla prima domenica di maggio, attraverso due fondamentali momenti: il primo commemorativo, con preghiere e riflessioni; il secondo dedicato ai bambini e alle famiglie attraverso attività e incontri di riflessione e di informazione.

Don Fortunato Di Noto, fondatore di Meter, ha invitato all’unità nella lotta alla pedofilia: “L’abuso è abuso da qualunque parte provenga e da chiunque venga perpetrato, che sia in ambito civile o ecclesiale. Il dramma è sotto gli occhi di tutti e c’è la necessità di essere uniti senza alcuna contrapposizione. Non possiamo abbassare l’attenzione: l’impegno è quello di tutelare sempre le vittime, ascoltarle, accoglierle, accompagnarle e non farle sentire sole e abbandonate, anche nel digitale”.

E ‘Pedofilia e pedopornografia: la sfida contro la pedocriminalità non è un gioco’ è il titolo del Report 2023, presentato negli scorsi mesi nella sede dell’associazione Meter a Pachino, in provincia di Siracusa, da don Fortunato Di Noto, presidente di Meter, insieme a Marcello La Bella, primo dirigente della Polizia di Stato e dirigente del Centro Operativo Sicurezza Cibernetica-Polizia Postale per la Sicilia orientale, dal vescovo di Noto, monsignor Salvatore Rumeo e da Salvo Di Salvo, segretario nazionale UCSI, Unione cattolica stampa italiana:

“Se solo le 142 pagine del Report potessero gridare, farfugliare, piangere, forse capiremmo quante innocenti vite ogni giorno vengono violate nelle forme più abiette che l’uomo possa immaginare… La pedofilia on line rappresenta una gamma di delitti tra i più efferati che si inquadrano nell’ambito della criminalità transnazionale. Una vera e propria pedocriminalità strutturata e diffusa… Il report Meter “rappresenta e analizza non ‘numeri’, ma la quotidiana e costante operatività per contribuire a rompere la rete che incaglia le piccole vittime, spesso senza via di uscita”.

Le cifre in riferimento al 2023 confermano che il fenomeno della pedopornografia online è su scala mondiale e che nessun continente risulta immune. Le normative sulla privacy, nonostante le proposte di legge e le discussioni parlamentari europee, risultano non sufficienti per contrastarla; “Il mondo sommerso degli abusi online è diventato insondabile, i colossi del web si appellano alla tutela della privacy dei loro utenti, principio sacrosanto per tutti, ma deplorevole ostacolo alle indagini delle polizie del mondo che si trovano a combattere una lotta impari”.

Le cifre relative al 2023: 1100 i Protocolli inviati alle Polizie; 5745 i link segnalati; 85 i link scoperti nel deep web; oltre 2 milioni 110 mila le foto denunciare e 651.527 i video; 1260 i mega archivi denunciati e 237 le chat e i social. I grafici della geolocalizzazione dei server evidenziano che America (3.849 link) ed Europa (699 link) sono la culla della maggior parte delle aziende che gestiscono i server che permettono il funzionamento di molti siti o piattaforme in cui si divulga materiale pedopornografico. Riguardo all’età delle vittime di abusi, da qualche anno Meter registra il fenomeno dell’infantofilia (fascia 0/2 anni), cioè l’attrazione di adulti per i neonati. La fascia 8/12 anni con 1.649.946 foto individuate rimane quella più richiesta dai pedopornografi.

Secondo il report, il 2023 conferma la modalità di scambio evidenziata negli ultimi anni: la condivisione di mega raccolte di file con estensione. RAR per il traffico di bambini violentati. I pedopornografi, rivela Meter, sono già da qualche anno all’opera per la produzione di video e foto di “false rappresentazioni” di abusi sui bambini con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale e il materiale prodotto viene subito messo a disposizione dei pedofili nel deep web e nel dark web.

I social e le app di messaggistica, denuncia l’indagine di Meter, stanno diventando autostrade per le reti criminali transnazionali. Nell’anno 2023 Meter ha denunciato 237 chat, profili e gruppi sui social network e sulle app di messaggistica istantanea in cui avveniva lo scambio di materiale pedopornografico. Infine, viene rilevata la pericolosità dei giochi online in quanto ‘la coesistenza nel gruppo di partecipanti di minori e di adulti espone bambini e adolescenti all’adescamento in rete’

Nel 2023 il Centro Ascolto Meter ha accolto 220 richieste di tutela di minori, tra queste 52 riguardano abusi e 67 rischi online con la necessità di fornire risposte alle famiglie in merito alla gestione delle conseguenze psicologiche, giuridiche e informatiche relative ad un uso scorretto della rete internet da parte di un minore.

La Chiesa è sinodale e missionaria

Ieri sono stati pubblicati due documenti della Segreteria Generale del Sinodo: ‘Come essere Chiesa sinodale in missione? Cinque prospettive da approfondire teologicamente in vista della Seconda Sessione’; ‘Gruppi di studio su questioni emerse nella Prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi da approfondire in collaborazione con i Dicasteri della Curia romana’, presentati dal card. Mario Grech, Segretario Generale della Segreteria Generale del Sinodo; dal card. Jean-Claude Hollerich, Arcivescovo di Luxembourg e relatore generale della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi; da mons. Filippo Iannone, Prefetto del Dicastero per i Testi Legislativi; da mons. Piero Coda, Segretario Generale della Commissione Teologica Internazionale, da p. Giacomo Costa, Consultore della Segreteria Generale del Sinodo, e da suor Simona Brambilla, Segretaria del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, che ha puntualizzato:

“La Relazione di Sintesi (RdS) pubblicata lo scorso ottobre a conclusione della prima sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla sinodalità porta il titolo: ‘Una Chiesa sinodale in missione’. La domanda guida che ci accompagna nei lavori verso la II sessione dell’ottobre 2024 è: ‘Come essere Chiesa sinodale in missione?’… Tra i membri del Sinodo ci sono sia il Prefetto sia il Segretario del Dicastero. Per entrambi, l’esperienza di immersione nella dinamica sinodale è stata coinvolgente e stimolante. Ci siamo accorti, con stupore e commozione, di trovarci a vivere un momento forte dello Spirito che segna una svolta.

L’Aula Paolo VI in Vaticano come un grande cenacolo. I tavoli rotondi disposti attorno alla Parola e all’icona della Madre, la Salus populi romani che, come a Cana, vigila con premura e discrezione sullo svolgersi del banchetto, custodendo la comunione, la gioia, la festa. Sedute alla mensa della Parola, che risuona nella Scrittura e nella voce dell’altro, oltre 400 persone provenienti dai cinque continenti e dalle più diverse esperienze di Chiesa (cardinali, vescovi, preti, diaconi, consacrati e consacrate, laici e laiche) uniti da ciò che li rende profondamente fratelli e sorelle, al di là di ogni ruolo, titolo, funzione, servizio, responsabilità: il Battesimo, l’immersione in Cristo, la vocazione cristiana!”

Nel primo documento riguardante la missione della Chiesa si sottolinea che il Sinodo ha evidenziato la natura missionaria della Chiesa: “Il processo sinodale ci ha resi sempre più consapevoli della nostra missione. Nella Prima Sessione assembleare, questa consapevolezza ha progressivamente ‘preso carne’, orientando il cammino in vista della Seconda Sessione (ottobre 2024)…

L’obiettivo è identificare le vie da percorrere e gli strumenti da adottare nei diversi contesti e nelle diverse circostanze, così da valorizzare l’originalità di ogni battezzato e di ogni Chiesa nell’unica missione di annunciare il Signore risorto e il suo Vangelo al mondo di oggi. Non si tratta dunque di limitarsi al piano dei miglioramenti tecnici o procedurali che rendano più efficienti le strutture della Chiesa, ma di lavorare sulle forme concrete dell’impegno missionario a cui siamo chiamati, nel dinamismo tra unità e diversità proprio di una Chiesa sinodale”.

E muta il luogo della missione secondo i ‘segni dei tempi’: “Viviamo in un tempo nel quale il rapporto delle persone e delle comunità con la dimensione dello spazio sta mutando profondamente. La mobilità umana, la presenza in uno stesso contesto di culture ed esperienze religiose diverse, la pervasività dell’ambiente digitale (l’infosfera) possono essere considerati ‘segni dei tempi’ che occorre discernere.

In un mondo segnato da violenza e frammentazione, appare sempre più urgente una testimonianza dell’unità dell’umanità, della sua comune origine e del suo comune destino, in una solidarietà coordinata e fraterna verso la giustizia sociale, la pace, la riconciliazione e la cura della casa comune, superando quindi il potenziale divisivo di alcuni modi errati di intendere il riferimento a un luogo, ai suoi abitanti e alla sua cultura”.

Nel secondo documento è stato dato risalto alle relazioni tra Chiese orientali cattoliche e Chiesa latina: “L’Assemblea sinodale ha evidenziato la necessità di una maggiore conoscenza reciproca e di un dialogo tra i membri delle Chiese orientali cattoliche e della Chiesa latina. In un contesto di crescente migrazione, che ha visto lo sviluppo di comunità cristiane orientali in diaspora, le comunità di tradizioni orientali e latina coesistono oggi nella maggior parte del mondo…

Sulla scia di quanto proposto dalla RdS, si dà vita a un Gruppo di studio formato da teologi e canonisti orientali e latini, coordinato dalla Segreteria Generale del Sinodo e dal Dicastero per le Chiese orientali, che, dopo il necessario approfondimento, possa formulare indicazioni: relative alla partecipazione alle Conferenze Episcopali dei Vescovi orientali al di fuori del territorio canonico; relative a linee guida per le Diocesi latine sul cui territorio vivano presbiteri e fedeli orientali, in modo da aiutarli ‘a preservare la loro identità e a coltivare il loro patrimonio specifico’, e con lo scopo di ‘trovare modalità che rendano visibile e sperimentabile una effettiva unità nella diversità’”.

Poi si è evidenziata la necessità dell’ascolto del ‘grido’ dei poveri: “Il cap. 16 della RdS esprime la consapevolezza che ‘ascolto è il termine che meglio esprime l’esperienza più intensa che ha caratterizzato i primi due anni del percorso sinodale e anche i lavori dell’Assemblea’, ed afferma che ‘una Chiesa sinodale non può rinunciare a essere una Chiesa che ascolta, e questo impegno deve tradursi in azioni concrete’…Mettersi in ascolto consente alla comunità cristiana di ‘assumere l’atteggiamento di Gesù nei confronti delle persone che incontrava’”.

Fondamentale è anche l’ambiente digitale, indicando i giovani più adatti a questa nuova missione: “Il cap. 17 della RdS costituisce l’orizzonte al cui interno cogliere l’importanza per la Chiesa di portare avanti la missione di annuncio del Vangelo anche nell’ambiente digitale, che coinvolge ogni aspetto della vita umana e va quindi riconosciuto come una cultura e non solo come un’area di attività. Tuttavia la Chiesa stenta a riconoscere l’azione nell’ambiente digitale come una dimensione cruciale della propria testimonianza nella cultura contemporanea.

Pur riguardando tutti, l’azione nel mondo digitale è contrassegnata da un’attenzione particolare al mondo giovanile: molti giovani ‘hanno abbandonato gli spazi fisici della Chiesa in cui cerchiamo di invitarli a favore degli spazi online’… al tempo stesso, i giovani, e tra di loro i seminaristi, i giovani preti e i giovani consacrati e consacrate, che spesso ne hanno una esperienza diretta, sono i più adatti per aiutare la Chiesa a portare avanti la missione nell’ambiente digitale”.

(Foto: Santa Sede)

Save The Children: ragazzi al computer ma poco preparati

Quasi il 18% dei bambini tra gli undici e i quindici mesi sono esposti agli schermi per un’ora o più al giorno e il 3% per tre ore e oltre. Il 43% dei bambini tra 6 e 10 anni nel sud e nelle isole usa tutti i giorni uno smartphone e il 30% dei bambini su scala nazionale.

La ‘comunicazione cordiale’ come si esprime in parrocchia?

‘Parrocchie, tecnologie, cultura digitale’ sono le parole chiave di un articolo che la prof.ssa Alessandra Carenzio, docente di ‘Didattica e Pedagogia speciale’ all’Università Cattolica di Milano, e don Marco Rondonotti, ricercatore al CREMIT (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Innovazione e alla Tecnologia) dell’Università Cattolica di Milano, hanno pubblicato nel primo numero del 2023 di ‘Dizionario di dottrina sociale della Chiesa. Le cose nuove del XXI secolo’, rivista trimestrale online dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa) edita da ‘Vita e Pensiero’.

Parrocchie e cultura digitale: il punto della situazione

‘Parrocchie, tecnologie, cultura digitale’ sono le parole chiave di un articolo che Alessandra Carenzio e Marco Rondonotti hanno pubblicato nel primo numero del 2023 di ‘Dizionario di dottrina sociale della Chiesa. Le cose nuove del XXI secolo’, rivista trimestrale online dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Centro di Ateneo per la dottrina sociale della Chiesa) edita da Vita e Pensiero, come ha scritto Guido Mocellin nella rubrica ‘WikiChiesa’ del 26 aprile scorso su Avvenire:

Il metaverso a scuola: la sfida del digitale all’insegnamento

La scuola italiana deve prepararsi rapidamente ad affrontare le nuove sfide digitali all’insegnamento. Tecnologie innovative come il metaverso, l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata e gli ambienti immersivi rappresentano infatti un cambiamento epocale anche nel processo educativo e formativo, obbligando tutto il sistema scolastico a riflettere sui nuovi confini e scenari della formazione dei ‘nativi digitali’.

Cammino sinodale: la Chiesa diventa compagna di viaggio

‘C’è più di un modo di essere Chiesa’: così ha detto mons. Timothy John Costelloe, arcivescovo di Perth e presidente della Conferenza episcopale australiana, intervenuto alla conferenza stampa a conclusione della tappa continentale del Sinodo: “Stiamo sperimentando una profonda unità, che non è basata sull’uniformità ma ci invita ad abbandonare ogni ricerca di una rigida uniformità”.

Il card. Zuppi invita la Chiesa a scelte coraggiose

Aprendo la sessione primaverile del Consiglio episcopale permanente dei vescovi italiani a Roma il card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, ha rilanciato l’appello rivolto a settembre da Matera ‘ai politici, ma per certi versi a tutti e che indicava alcune preoccupazioni che chiedono di trovare risposte certe, non provvisorie, precarie, sempre parziali’, attraverso un messaggio di speranza, che lascia l’inverno per immergersi nella primavera, invocando la protezione di san Giuseppe:

Da Praga il ritratto di una Chiesa viva

A Praga si è conclusa la tappa continentale del Sinodo e da questa esperienza di una Chiesa che sa confrontarsi e raccontarsi, come ha evidenziato Paolo Curtaz: “La sensazione, dopo qualche ora di sonno faticoso, è quella di una pentola in ebollizione, di tantissimi temi, di una realtà di Chiesa europea sorprendentemente variegata, in tensione fra riforme anche strutturali e radicali (ruolo delle donne, accoglienza LGBT+, clericalismo…) e timori di fughe in avanti che tradiscano la tradizione. Evidente la differente esperienza fra le antiche chiese d’occidente e quelle rinate orientali che, è bene ricordarlo, spesso sono minoranza”.

151.11.48.50